CAPITOLO SEI

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La mano di Chang Wook è calda e solida mentre stringe la mia. Non voglio lasciarlo andare.

Il volume altissimo della musica si mischia alle acclamazioni e, quando mi guardo intorno, mi rendo conto che il capannone dal soffitto altissimo è gremito di gente, accalcata perfino sulle transenne che delimitano il soppalco. Donne in abiti succinti si destreggiano tra la folla, ondeggiando mentre portano vassoio rotondi colmi di alcolici; il fumo mi brucia la gola e un gruppo di uomini tatuati si sta spingendo poco più avanti, brandendo banconote come fossero armi. E, forse, lo sono davvero.

Il panico mi serra lo stomaco. Strattono la mano di Chang Wook. Ormai siamo vicini al ring.

Non riesco a dirgli nulla – non sono neanche sicura che mi sentirebbe, in mezzo a tutto questo casino – ma lo guardo dal basso con gli occhi lucidi.

Per tutta risposta, lui si ferma e mi fissa. Poi mi carezza la testa con l'altra mano e vi posa un bacio leggero.

Mi strizza l'occhio e sorride, ma è come se non fosse già più qui.

Come se il vero Chang Wook fosse questo...

"No..." mormoro, ma le parole mi muoiono in gola quando lascia la mia mano e mi volta le spalle. Osservo la sua grande schiena, ora spogliata della giacca di pelle, e le acclamazioni crescono di volume assordandomi, ferendomi perfino il petto. Afferro la sua giacca e me la porto al viso.

In cannottiera bianca aderente, Chang Wook solleva entrambe le braccia e si volta su se stesso per salutare tutti i presenti. Se la sfila, gettandola oltre le transenne.

Poi, con un balzo, guadagna il ring.

*** *** ***

"Lo conoscete già! Lui non ha bisogno di presentazioni!"

Il bastardo chiamato Dog si sta divertendo con il microfono che pende dall'alto. Il ring è illuminato da spot bianchi. E Chang Wook, al centro, è immobile a gambe leggermente divaricate, il volto chino, le lunghe braccia muscolose lungo i fianchi, i pugni chiusi. Sento un fremito percorrermi tutta. Non so definirlo: eccitazione, nervosismo, disperazione, preoccupazione... sono un groviglio, un quadro impossibile da capire. E lui, un'immagine sfocata scorta oltre le lacrime.

"Forza, gente: un bel tifo per Rage... e per i soldi che ci farà guadagnare!"

Un boato assordante mi fa vibrare fin nelle ossa. Un gruppo di ragazze con il seno in bella vista si sbraccia oltre la folla, alla mia sinistra, per farsi notare da lui. Ma Chang Wook non è qui. Se n'è andato nel momento in cui ha messo piede sul ring.

Dio, Dio.

"... lo sfidante di questa settimana è conosciuto nel suo distretto: si fa chiamare Fist! Un bell'applauso, forza!"

Fist: Pugno.

Maledizione.

Molte persone lo tifano e, quando viene illuminato dagli spot, capisco perché: Fist è alto quanto Chang Wook ma è più massiccio e completamente rasato; ha i polsi fasciati di bianco e un paio di jeans sbiaditi. Potrei considerarlo un figo se solo il suo viso avesse un aspetto normale: il setto nasale è deviato, ha un occhio giallognolo che porta i resti di una recente scazzottata e un...

"Ma è ingiusto!" grido, alla volta di Dog. Mi sembra che il bastardo mi degni di uno sguardo, ma evidentemente decide di ignorarmi, perché posa una grande mano sulla spalla di Fist e prosegue:

"Ricordiamo al pubblico che esiste una sola regola: farci guadagnare soldi!"

Un altro boato.

Sto tremando: Fist ha un tirapugni!

"Chang Wook! Chang Wook-shi!" grido, con tutte le mie forze. Ma lui è troppo lontano per sentirmi.

DING.

Oddio... è cominciata.


Despite Love - Nonostante l'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora