CAPITOLO TRE

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Finito il viso, sul quale ho creato dei lividi e un paio di escoriazioni con del silicone, siamo passati al...

Oh, accidenti...

Al petto.

Chang Wook è seduto a gambe divaricate sulla poltroncina di pelle nera e lo specchio illuminato è alla sua destra. La saletta conta solo noi. E io gli sto in piedi, di fronte, malferma sulle mie scarpette tacco 12 mentre lui mi porge la comoda maglia bianca che porta ancora il suo odore. Restando senza niente sotto. Mi sento svenire. Non posso fare a meno di fissarlo: sta in pantaloni di fronte a me, le mani giunte tra le gambe e un'espressione tra l'attesa e la malizia.

Silenzio.

Sono tentatissima di portarmi la sua maglia al viso per ispirare l'odore della sua pelle. Il cuore mi batte fortissimo, temo si possa sentire all'esterno... mio Dio; la ragazza che sono voluta diventare si sta ribellando al buonsenso. Ho paura. Una tremenda paura. Nella mia testa suonano mille campanelli d'allarme e vedo tutto di un solo colore. Tutto ha un solo odore: il suo. E c'è un solo rumore: i nostri respiri che si sovrappongono nello spazio fermo di questa stanza.

Così, contro ogni ragionamento utile, stringo davvero tra le mani il cotone della sua maglia e me lo porto al viso.

Lui mi sta ancora fissando, senza dire niente.

Io vorrei parlare, ma già mi pento di quello che ho fatto... e, per ingannare me stessa, percorro il suo corpo con lo sguardo.

"Oh, mio Dio..." sussurro.

Non solo per l'ammirazione: il suo torace è coperto di lividi. E non glie li ho dipinti io.

*** *** ***

"Chang Wook-shi... cos..."

"Non hai bisogno di saperlo, piccola." Le sue braccia si protendono verso di me, fino a circondarmi i fianchi per attirarmi contro la calda solidità del suo corpo. Stringendo ancora la sua maglia, gli poso la testa sulla spalla, schiudendo le labbra per posarvi un bacio.

"Non lo rendi affatto facile, piccola..."

Nemmeno tu.

"Hai i capelli blu" mormora, e giurerei che stia sorridendo. Rido contro il suo petto:

"Sì..."

Le sue grandi mani mi carezzano la schiena, da sotto le scapole fino ai fianchi, su e giù; prendono il volo e poi mi precipitano addosso in tante piccole, eccitanti esplosioni.

"Ti stanno bene" bisbiglia. Che respiro caldo, che ha... stringo le cosce anche se sento il fuoco divampare dal basso ventre in su. "Quasi quanto le mie mani su di te..."

Con un ultimo, immane sforzo di volontà, faccio appello alla poca professionalità che mi è rimasta per bisbigliargli all'orecchio:

"Dobbiamo finire il trucco..."

Lui mi stringe le natiche. Forte. E mi sfugge un gemito a mezza voce.

"Come vedi, non c'è bisogno di aggiungere altro make-up."

Cerco di scostarmi dalla sua grande, poderosa spalla:

"Chang Wook-shi, come ti sei ridotto così...?"

Le sue mani calde e asciutte volano sul mio volto, circondandolo in una carezza ricca di promesse. Ci guardiamo negli occhi ma, a differenza di prima, adesso gli sguardi planano reciprocamente sulle nostre labbra e poi riprendono quota, in un gioco fatto di percorsi malcelati e desideri inespressi.

"Come ti ho detto..." Cazzo, le sue labbra sono così vicine... "non hai bisogno di saperlo."

La sua maglia bianca mi cade dalle dita, precipitando lentamente sulla moquette.

Come il mio cuore: senza alcun rumore.


Despite Love - Nonostante l'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora