"Ti ho strappato il vestito" ride piano, massaggiandomi l'incavo del collo con la punta del naso. Non rispondo: sono solo felice che l'abbia fatto. Anche se dovessi uscire da qui con l'abito a brandelli, lo farei con il sorriso sulle labbra.
"Ti amo."
BOOM.
Non augurerei mai a nessuno di vivere dei secondi di puro silenzio.
Il silenzio senza sbocchi, senza tenui ronzii, senza il canto degli uccellini, senza il vibrare discreto del vento, senza il rumore delle foglie che cadono, è una tenaglia sul respiro, una fune che stringe lentamente il cappio che ti uccide.
"Ti amo."
Parole evase.
Dichiarazione stupida, troppo in anticipo o perfino inutile.
Ti amo.
E lui, ancora, non risponde.
E' il suo corpo a farlo: né troppo vicino, né troppo lontano; una sua grande mano sul mio ventre nudo, ma il suo corpo sdraiato vicino al mio senza tuttavia degnarsi di sfiorarlo.
E torna l'eco: ti amo.
Stupida, stupida, stupida! Perché l'ho detto? Perché mi sono condannata da sola?
Forse perché già sapevo come sarebbe andata a finire e volevo spezzare il mio senso d'attesa, mi dico. Il dolore più atroce non è il prodotto dell'odio, ma del dubbio: anziché continuare a sperare che in lui si fosse risvegliato qualcosa, ho preferito accecarmi per non vedere come l'avrebbe abbattuto.
Chang Wook ancora tace, ma la sua mano disegna cerchi nervosi sul mio ventre. Siamo nudi, nel buio illuminato dallo spicchio di luce che filtra dalla porta schiusa del bagno.
Volto la testa verso la sua: voglio vederlo in faccia quando mi rifiuterà. Ma lui la tiene girata dall'altra parte, fissa sul nulla.
"Vado a cercarti qualcosa da mettere."
Quando si siede sul futon e la sua grande schiena getta l'ombra assoluta sul mio corpo, mi sento inondare da una ineluttabile concretezza: lui non mi vuole.
E resto così, distesa come una bambola di pezza, senza forze, schiacciata dal peso dei miei stessi pensieri.
'Ti amo', mi rimbomba in testa. Seguito da 'idiota'.
Tanto che quasi non mi accorgo del suo ritorno: nel momento in cui si erge in pantaloni slacciati davanti a me, e mi porge una felpa oversize grigia e un paio di leggings neri, neanche protendo una mano per prenderli.
"Amy."
"Cosa?" Dio... quanto detesto il mio tono di voce! Non vorrei sembrare affranta o tesa o arrabbiata, ma è esattamente quello che lui percepisce in me, ne sono certa... Si schiarisce la voce: "Amy, io..."
Continua a porgermi i vestiti. Così, sbuffando, mi alzo dal futon con uno scatto e, nuda, glie li strappo di mano per rintanarmi nel bagno. Una volta dentro, con l'anima scorticata dalla luce bianca che illumina il ricordo dei nostri orgasmi e dei nostri respiri, mi accascio con la schiena contro la porta chiusa e, finalmente, mi abbandono al pianto. Un pianto silenzioso che conserva ancora un brandello di orgoglio. Un pianto al termine del quale mi osservo allo specchio: sembro lo Spaventapasseri del Mago di Oz a cui mancava il cervello!
Cosa mi ha detto la testa?! Mi sono lasciata prendere dall'emozione, ecco cosa...
Disgraziatamente non ho con me né trucco né borsetta – e, a questo punto, neanche i miei vestiti – quindi non posso in alcun modo mascherare le labbra gonfie e gli occhi a ranocchietta.
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Despite Love - Nonostante l'Amore
Fanfiction(Fanfiction COMPLETA su Ji Chang Wook) Amanda è la make-up artist delle star. Quando le viene proposto di lavorare al fianco di Ji Chang Wook, in occasione delle riprese del suo recente Drama, le sembra di aver raggiunto un traguardo importantissimo...