Raise your hopeful voice
you have a choice
You've made it now
- Glenn Hansard
Alec si chiuse la porta alle spalle, ma non si lasciò andare a un sospiro di sollievo. No, non c'era nulla per cui sentirsi sollevato: la sua vita era andata distrutta, gettata giù per una scala infinita e precipitata, gradino dopo gradino. Si ritrovò a chiedersi quando avrebbe toccato il fondo.
I suoi genitori erano letteralmente impazziti. Non aveva mai creduto che facessero sul serio con la storia dei matrimoni combinati: insomma, erano nel ventunesimo secolo e un'imposizione del genere era quasi perseguibile penalmente. Ma no, non poteva avere una famiglia degna di quel nome, né lui né sua sorella Iris. Loro dovevano "portare avanti l'imprenditoria come tutti i Callaway", a detta di sua madre Louise. Anche se "madre" era l'ultimo modo in cui gli veniva di chiamarla, visto l'andamento. Non che la donna avesse mai avuto uno spiccato istinto materno, ma ora si era trasformata in una vera e propria dittatrice, e la voce di Stephen, suo marito, contava poco e niente davanti alle sue decisioni.
Si guardò intorno, impedendo a sé stesso di compiacersi per il buongusto dell'arredo. In circostanze normali l'avrebbe apprezzata, ma non in quel caso, non quando quel posto avrebbe sostituito la sua amata camera della casa a Phoenix.
Doveva ammetterlo, lo spazio era molto ampio, persino più di quello a cui era abituato. I colori dell'ambiente si aggiravano attorno allo stesso bordeaux della sua vecchia stanza in uno sciocco tentativo di farlo sentire a casa, e varie console da gioco erano sistemate accanto a un televisore che, insieme a un guardaroba che poteva contenere più del doppio dei suoi abiti, occupava quasi interamente la parete di destra. Davanti a lui, una finestra illuminava l'ambiente, ma la maggior parte della luce veniva filtrata dalle tende rossastre. Si voltò a sinistra e notò una porta che, probabilmente, conduceva al bagno. Ad essa seguiva un letto a una piazza e mezza ricolmo di cuscini, affiancato da due graziosi comodini.
Aprì un'anta dell'armadio e trovò tutti i suoi vestiti impilati in un ordine a lui sconosciuto. Tirò fuori una camicia e un paio di jeans eleganti. Avrebbe desiderato qualcosa di più comodo, ma non gli andava di frugare troppo, e tutto era accettabile pur di togliersi di dosso quei capi da viaggio.
Aveva sempre cercato di essere efficiente, nonostante la limitazione che da dieci mesi lo affliggeva. Con i mesi aveva imparato a escludere l'aiuto di altri per qualsiasi cosa, non lo sopportava. Non era certo uno di quei ragazzi attaccati ai genitori come se fossero ancora in fasce.
Lui detestava Louise. Fin dall'incidente, non aveva fatto altro che compatirlo e trattarlo come se non fosse più in grado di gestirsi da solo. Ma, a quanto pareva, non le aveva fatto abbastanza pena da indurla a non portarlo lì, dai Brass. Alec avrebbe preferito di sì, tanto era consapevole che il loro rapporto era caduto così in basso da non poter essere recuperato, ormai.
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Astri nell'Abisso
General FictionLa vita cambia drasticamente per Alec Callaway dopo l'incidente che l'ha costretto su una sedia a rotelle, scioccandolo a tal punto da indurlo ad accettare la sua invalidità come una punizione. Ciò che non sa, tuttavia, è che il peggio per lui deve...