Capitolo 11

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Hold me close

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Hold me close

Hold me close and don't let me go

Hold me close

Like I'm someone that you might know

- U2


Con Iris riuscì a scambiare quattro chiacchiere solo più tardi, quando lei gli fece visita in camera, mezz'ora prima di cena. Non aveva potuto parlarle perché era stata occupata a mettere a posto le sue cose; lui, dal canto suo, era stato impegnato nel subire una rimbeccata dalla madre di nascosto al padre perché, a detta sua, il suo comportamento era stato troppo imbarazzante, quindi avrebbe taciuto con Stephen a patto che ne fosse pentito. A suo favore rimaneva il fatto che Alec era davvero dispiaciuto, e non c'era bisogno che si prodigasse per dimostrarlo, dal momento che l'aveva scritto in faccia.

Si era quindi liberato di Louise piuttosto con facilità, sentendo crescere l'urgenza di vedere la sorella ogni secondo di più. Ciononostante, non aveva voluto disturbarla: già il viaggio doveva essere stato stancante. Era però venuto a conoscenza del rifiuto categorico della giovane nei confronti di Adam, quando le era stato presentato, proprio come si sarebbe aspettato da lei.

«Alec!» esclamò la ragazza correndo verso di lui dopo essersi richiusa la porta alle spalle.

I due si scambiarono un lungo abbraccio. Non avevano, forse, il più tranquillo rapporto di fratellanza, ma erano molto uniti e in situazioni del genere potevano esserne pienamente sicuri.

Dopo che Iris gli ebbe fatto notare quanto fosse strano con la testa quasi del tutto rasata, gli si sedette accanto sul letto, facendo ciondolare le gambe che da quell'altezza non toccavano terra.

Alec osservò come i capelli dorati di lei sembravano essere cresciuti in quei giorni, come per dimostrargli la lontananza che li aveva tenuti separati. Il fiocco che li teneva parzialmente raccolti si era afflosciato, segno che non lo sistemava da un pezzo, e ora pendeva dalle ciocche come se minacciasse di cadere da un momento all'altro. Allungò una mano e lo tirò via. Sul viso infantile di lei si dipinse un sorriso che le riempì le guance. A volte Alec si domandava come potesse essere così autoritaria e diligente se all'apparenza ricordava una bambina. Ma lui aveva sempre amato il suo aspetto, quindi sperava che non cambiasse poi troppo col trascorrere degli anni.

«Mi sei mancato» gli rivelò lei, pizzicandogli un braccio. «Al tuo posto non sarei mai sopravvissuta da sola in territorio nemico.»

Se c'era qualcuno che, forse, odiava stare in casa Brass più di lui, quella era Iris, che fin dall'infanzia si era programmata un futuro perfetto, e quest'ultimo non prevedeva un matrimonio, specialmente se non ben ponderato.

«La vita qui non è così impossibile. Abbiamo piani per scampare ai progetti di Louise, ma dovremo tener duro.»

Alla ragazza non sfuggì il modo insolito con cui Alec aveva chiamato la loro madre, ma non disse nulla. Invece inarcò le sopracciglia e lo invitò a spiegarsi, specie per quell'uso del plurale, gli occhi color del mare fissi nella loro attenzione. Da che ne aveva memoria, a Iris non era mai sfuggito nulla che lei non volesse tenere in considerazione, pertanto gli era arduo nasconderle segreti. Ciò era tuttavia utile quando percepiva il bisogno di parlarle, come in quel momento, in cui lei si era messa subito in ascolto senza che nemmeno glielo chiedesse.

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