Capitolo 25

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For the debt I owe, gotta sell my soul

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For the debt I owe, gotta sell my soul

'Cause I can't say no, no, I can't say no

Then my limbs all froze and my eyes won't close

And I can't say no, I can't say no


What do you want from me? Why don't you run from me?

What are you wondering? What do you know?

Why aren't you scared of me? Why do you care for me?

When we all fall asleep, where do we go?

- Billie Eilish


Tossì sotto il getto d'acqua della doccia e dovette chiuderla per tornare a respirare in modo normale. Quasi subito, i brividi gli attanagliarono la pelle per il freddo, ma li ignorò mentre obbligava il petto ad alzarsi e abbassarsi come era solito fare.

Si era gentilmente rifiutato di lavarsi nel bagno vicino la palestra. Solo il pensiero di ciò che era accaduto lì in passato, mischiato alla sorpresa in cui aveva ritrovato sé stesso a osservare Adam prima, gli aveva fatto battere il cuore sin troppo velocemente, obbligandolo a decidere per restare solo sebbene non fosse ciò che desiderava davvero; era costretto a riconoscere che la solitudine negli ultimi tempi stava diventando un fastidio sempre più esteso, che talvolta si trasformava in timore.

Ma lui non voleva che ciò accadesse. Doveva rimanere in isolamento per ricordarsi che era così che viveva, così che avrebbe vissuto. Nessuno poteva capire le sensazioni che gli albergavano all'interno del petto, men che meno lui stesso. Era solo e non aveva nemmeno la propria, di compagnia.

Si riscosse da quei pensieri e finì di sciacquarsi mentre si concentrava su un problema differente ma di egual gravità: ciò che gli aveva detto Adam in piscina. La sua aspirazione a farlo tornare a camminare era insistente ma genuina, come se la sua immobilità fosse una difficoltà che faceva star male persino lui. Era ovvio che non sapeva quanto in verità Alec meritasse quella punizione, e se solo ne fosse stato a conoscenza lo avrebbe guardato con disprezzo, ne era sicuro.

Era anche per questo che non riusciva a dirglielo. Affrontare i ricordi pungenti di quel giorno era pericoloso come ricevere una stilettata in pieno ventre, ma era certo che non avrebbe potuto sopportare l'espressione orripilata e delusa che avrebbe macchiato il viso di Adam al compimento di quel racconto.

Il desiderio di incontrarlo di nuovo ricomparì impellente quando fu fuori dalla doccia, quasi come se volesse rimembrargli quanto in realtà avesse bisogno di lui e, di conseguenza, di mentirgli per non allontanarlo. Era davvero giusto così?

Astri nell'AbissoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora