day 11

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Harry si sveglia in maniera assolutamente adorabile, questa mattina.
Aveva impostato  "It's beginning to look a lot like Christmas" come sveglia e Michael Bublè lo adora proprio.
Anche se tutti dicono non sia adatto alla sua età.
Dannazione, è comunque un bellissimo uomo, canta benissimo, la musica che fa è incantevole.
Poi, quanto gradevole è l'accento Canadese?
Non ne capiscono proprio niente.
Oggi decide che i suoi vestiti saranno assolutamente natalizi e si sente assolutamente felice.
Il Natale fa un effetto delizioso su questo ragazzo.
Chissà mai perché.
Non si tratta di colori, dolcetti, babbo Natale, regali, bontà sperperata di qua e di là.
Ad Harry del consumismo non importa.
Il suo albero è alto un metro e cinquanta ed è sempre lo stesso da quando ha memoria.
Le decorazioni sono sempre le solite palline bianche, rosse e verdi. Alcune hanno persino perso i brillantini.
Se gli capita compra le stelline a scuola per beneficienza così ne ha qualche d'una di nuova.
E la notte prima del 24 mette ad essiccare gli agrumi cotti, così la mattina può attaccarli e sentirsi soddisfatto delle sue decorazioni quando Niall e la sua famiglia si uniranno a lui per festeggiare, mentre i suoi genitori saranno a suonare da qualche parte.
Non sa perché, ma tutto questo gli riempie di amore il cuore.
Ha così tanti sorrisi da regalare quando esce da quella porta,
Tutti i giorni.
Tutti, compreso quello corrente, mentre il tempo fa pietà e misericordia, si gela e le lucine del suo quartiere si sono fulminate per la troppa neve della notte prima.

"Harry! Corri, coraggio!"

"Non tentare di farmi cadere, biondo malefico!"

"Tu hai questa considerazione di me che non mi piace affatto!"

Harry ridacchia mentre lo raggiunge a passo svelto, prima di filare insieme al cafè di Imogen.

Sorridono entrambi ampliamente quando notano una nuova ghirlanda fuori dalla vecchia porta di vetro.

"Buongiorno!"

Trillano in coro con gli sguardi luminosi.

"Buongiorno ragazzi cari, prego"

I due si siedono senza spogliarsi, perché di prima mattina il locale è ancora piuttosto freddo.

"Tea e cioccolata? Ci sono anche gli scones"

"Usciremo dieci kg in più, maledizione!"

Una risatina squisita scoppia dietro le labbra di tutti e tre, ma è comunque scontato che gli scones li mangeranno.

"Neil, vado un attimo in bagno. Non finirti tutti i dolcetti."

Si alza ad un certo punto il ricciolino dalle gemme verdi incastonate negli occhi.

"Ci proverò!"

Riecheggia quindi Niall.

Mentre Harry cammina ascolta i suoi passi e pensa di amare i suoni che questo legno fa contro la suola delle scarpe.
Il locale comincia a riscaldarsi e lui sorride tiepido, alle mandorle tostate.

Quando apre la porta e vede quel fottutissimo ragazzo castano, quindi, non si stupisce affatto perché ormai, dato che lui crede nel destino, è sicuro che quel Natale avrebbe dovuto pensare ad un sorriso.
Scaccia, sì, immediatamente quel pensiero dalla sua mente ma non nega che gli sia balenato comunque.
E quindi non si fa troppi problemi a dirsi di smetterla di pensare a lui perché Harry lo fa.
Harry pensa a quel ragazzo castano ogni tanto durante la sua giornata.
Perché ha una luce tutta sua e due occhi assurdamente particolari e un petto davvero trasparente.
Sembra fatto di vetro, quel ragazzo.
Riesce perfettamente a vedere il suo cuore rotto attraverso ogni dannata occhiata e comunque no, non nega neanche questa volta che sì: gli dispiace e vorrebbe davvero-davvero vederlo sorridere perché quelle labbra sembrano fatte apposta per accogliere un perlatissimo sorriso.
Sospira.

"Oops..."

I ghiacciatissimi e sognatissimi occhi puntano subito quelli caldi e morbidi di Harry e a lui pare di sentire come del cristallo rompersi.
Lenti respiri, stanchi, galleggiano appena attorno alle loro bocche e si disperdono nell'aria rendendola estremamente calda.
Il bagno del cafè è piccolo, accogliente, pulito, ma davvero-davvero piccolo.
Quanto meno il corridoio con il lavandino ed i fazzoletti di carta lo è.
In due ci si sta a malapena.

"Ciao"

Sussurra quindi in risposta, per una volta non sente alcun tipo di disprezzo nella sua voce.
Infatti quasi trema.
È soffice, eterea, lontana. Davvero lontanissima.
Harry si poggia con la schiena al muro, facendogli capire che può passare e che non ha intenzione di provare ad estorcergli nessun tipo di... qualcosa.
Qualora lui fosse una persona con cui relazionarsi normalmente lui è sicuro avrebbe detto qualche battuta, avrebbe chiesto "come va?" e l'avrebbe salutato con un sorriso.
Ma quel ragazzo non lo è.
Lui si rompe ad ogni parola gentile un po' di più, ed Harry non vuole rompere nessuno.
Però chissà, forse qualcun altro vorrebbe essere distrutto completamente e ricostruito.
Com'è difficile, pensa Harry, capire l'essere umano quand'è afflitto.

24 days till Christmas Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora