Capitolo 2

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"Ecco il secondo capitolo ;) ~Rebs"

CAPITOLO 2

Quando aprii gli occhi il sole era già alto e dalla piccola finestrella vicino all'armadio entrava un fascio di luce accecante che mi stordì. Mi risultava innaturale dormire una notte senza sentire angoscia o paura...per cui ero molto stranita. Scesi le scale che portavano alla cucina e trovai Zecca che mangiava una coscia di pollo. Da dove sbucava quella roba da ricchi? Cominciai a sentire un delizioso profumo provenire dal retro della casa e mi avviai : con mio grande stupore vidi Cato che, dopo aver fatto scaldare un grande masso scuro, ci stava cucinando sopra. Non mi aveva sentita arrivare così pensai di restare li e non muovermi, per vederlo lavorare. Aveva una maglietta a maniche corte attillata, che ne mostrava gli addominali, e , lasciando scoperte le braccia, anche i bicipiti forti. Ogni suo movimento era preciso e ben calcolato, anche se non aggraziato. Anzi, sembrava cercasse di mantenere il controllo sulla sua forza, come se avesse paura di rompere qualcosa.

I suoi capelli biondi brillavano al sole e i suoi occhi erano attenti alla carne che cuoceva. Ad un tratto sentii lo stomaco brontolare, "brutta pancia traditrice" pensai. Lui si girò lentamente, come se sapesse già della mia presenza, " qualcuno qui si é svegliato tardi e ora ha fame eh?" disse sorridendo. " nah, era solo per attirare l'attenzione" risposi. Ma in realtà stavo letteralmente morendo dalla fame. " tieni", Cato mi lanciò al volo una coscia che io presi subito e, senza sembrare un animale, cominciai a mangiare avidamente. In effetti era proprio buona, il genere di cose che non si trova nel distretto 2, anche se uno dei più favoriti. " dove l'hai presa?" chiesi curiosa, " le alleviamo nella fattoria di famiglia, laggiù ,al fondo della strada" rispose indicandomi un piccolo casolare lontano, dietro ad una collinetta.

Mi persi con lo sguardo verso l'orizzonte, continuando a pensare a che vita potesse fare un ragazzo come Cato, capace di uccidere ,come anche di aiutare e allevare. Infatti, probabilmente attirato dal mio improvviso silenzio,neanche due minuti dopo mi ritrovai con la sua faccia a coprirmi la visuale e uno sguardo divertito ma anche curioso che non mi lasciava vie di fuga :" niente stavo guardando e ammirando il nostro desolato distretto, tutto qui". " no non é vero. Stavi pensando a qualcosa, magari a qualcuno...ma giuro che se vengo a sapere chi é quel qualcuno io...!" Sbuffò arrabbiato. Non potevo che considerare quel gesto come una dimostrazione di affetto : un giorno insieme e voleva già avere il diritto di essere geloso. Così, come a sfatare le sue preoccupazioni, gli saltai letteralmente addosso e lo baciai. Questo lo rassicurò abbastanza da fargli cambiare argomento, anche se continuava a tenermi stretta per la vita, facendomi da cuscino per la testa. " senti domani si torna ad allenarsi e io vorrei che tu mi insegnassi a lanciare i coltelli. Ovviamente io ricambierei con una dose di allenamento con la spada e magari con giavellotti o quello che vuoi tu..." " ed inoltre potremmo passare più tempo insieme, anche se sai che non potrò baciarti perché andrei contro il regolamento". Annuii piano, avevo capito quello che intendeva: se eri scoperto semplicemente a "simpatizzare"all'accademia, ti spettavano i lavori socialmente utili e una pessima condotta, che faceva aumentare il numero di biglietti nella boccia per le estrazioni. Ed io non volevo certo essere estratta, non ero così stupida come certi ragazzi che non vedevano l'ora; nell'arena si moriva, e anche se venivi da uno dei distretti favoriti, c'erano altri 23 tributi da fronteggiare. " si ok per me va bene- dissi- ma cerca di essere un bravo allievo, perché perdo la pazienza molto facilmente" risi. Anche Cato scoppiò a ridere e così, senza una buona ragione, finimmo a farci il solletico e a ruzzolare sull'erba, fino a quando Cato non mi disse che doveva tornare a casa per aiutare i suoi con gli animali ,ed io rimasi sola.

Triste e sconsolata decisi di farmi un giro per il paese e mi avviai per la strada principale. C'erano parecchi negozi per essere un posto così morto, ma era bello vedere qualcosa di nuovo una volta tanto: mi avvicinai ad una vetrina con armi di vari tipi, e anche un settore dedicato esclusivamente alle armi da taglio, con una serie di attrezzature con cui potevi curarne la lucentezza e la lama o anche solo con cui potevi trasportarli comodamente. E, detto da una che un giorno decise di uscire con un set di coltelli seghettati pesante e numeroso, potevano tornare davvero utili. L'unico problema del negozio erano i costi : troppo alti. Forse anche perché non era merce di contrabbando ma legalizzata da Capitol City. Sognando ad occhi aperti mi allontanai dal negozio, sapendo che non sarei mai riuscita a permettermene uno.

Purtroppo non avevo notato che in lontananza, Cato, mi stava fissando, e soprattutto senza sapere che aveva visto i miei occhi adoranti che osservavano quei bellissimi arnesi. Quando ormai ero lontana, un sorriso gli si increspò sulle labbra, e gli occhi gli brillarono come solo a chi é appena venuta in mente un'idea fantastica.

-Quello che non è stato raccontato - ClatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora