Capitolo 5
Ero seduta fuori da casa mia, sulla staccionata che circondava la casa. Stavo aspettando che Cato mi venisse a prendere per accompagnarmi, ma era leggermente in ritardo e stavo cominciando ad innervosirmi.
Era il giorno del mio compleanno, eppure mi pareva non fosse cambiato nulla : ero sempre lontano da casa, in un posto che odiavo... Unico aspetto positivo: quel ragazzo che stava attraversando la strada per raggiungermi, con un pacchetto in mano. Pacchetto. Cosa alquanto strana e sospettosa... Ma non ebbi il tempo di pensarci troppo perché mi prese la faccia e baciandomi mi disse" Auguri di buon compleanno". Poi mi porse il pacco, avvolto in una carta azzurrina. Lo guardai stranita:" E questo sarebbe?" dissi. " un regalo-rispose- non dirmi che non ne hai mai ricevuto uno..." . Tornsi indietro con la mente, a quando ero ancora bambina. A quando tutto mi sembrava cosí meraviglioso, cosí colorato. Anche un sasso mi sembrava spettacolare: tanto che chiedevo sempre a mio padre come nascevano i sassi. Lui si metteva sempre a ridere e diceva che quando una montagna si sentiva sola, creava un sasso per avere compagnia. Che cosa sciocca! Peró mi divertiva tanto, quella storia. Perché ero felice per la montagna che abeva cosí tanti amici... Non come me. Fin da piccola lavoravo con mio padre e tutto ciò che potevo avere in regalo erano utensili da lavoro: ma non mi era mai stato offerto un "regalo". Le cose dovevo guadagnarmele.
Cosí, confusa, aprii il pacco. E quello che vi trovai dentro mi fece saltare dalla gioia. Un coltello di grandezza media, con lama in acciaio( e non finto ma vero acciaio!) e manico di un materiale che non conoscevo, morbido da impugnare. Poi sul lato dell'impugnatura c'era un incisione: " Cato e Clove. Insieme". Lo guardai, e penso che in quel momento mi brillassero gli occhi come non mai, perché non dissi una parola, ma lui mi capí lo stesso. Ci abbracciammo a lungo, per non far finire quel momento speciale. Lui era qualcosa che mi abeva colpito in pieno, che mi era entrato dentro senza che io me ne accorgessi. Ora non potevano portarmelo via, era fuori discussione. Eppure sapevo, che di li a poco, ci sarebbe stata la mietitura. Ma la sorte non poteva abbandonarci proprio ora che ci eravamo conosciuti : cosí scacciai i pensieri negativi e mi concentrsi su Cato. Non potevo vedrgli la faccia, perché l'aveva affondata nei miei capelli e sulla mia schiena. Ma il calore che emanava mi faceva sentire bene, come quando, tutto infreddolito, torni a casa e ti metti a scaldare davsnti al fuoco. Ecco, dopo tanto tempo passato in solitudine, dopo tutti quei giorni in cui il mio cuore diventava sempre più freddo, lui era arrivato e mi aveva incendiato dentro.
Stanchi del silenzio, sciocliemmo l'abbraccio, e discutendo del più e del meno, ci incamminammo verso l'Accademia.
Quando entrai nella sala allenamenti notai che era arrivato un ragazzo nuovo, che staba in disparte proprio come me quando ero arrivata. Stavo per andare a salutarlo quando l'istruttore entrò. Mi ripromisi di farlo nella pausa pranzo : magari sarei riuscita a trovare un nuovo amico.
Aspettai un po' prima di fiondarmi al suo tavolo: tanto per non dare l'idea sbsgliata. " mi posso sedere?" chiesi. Aveva l'aria imbarazzata, ma annuí e fece un sorriso dolce, che ricambiai. " ti chiami?- chiesi- io sono Clove". " Hunter. Piacere di conoscerti, Clove". Parlammo a lungo e gli spiegai che la nostra situazione era la stessa: entrambi novellini. Ma che se trovava le persone giuste poteva farsi dei buoni amici. Quando la pausa pranzo terminò mi sembrava di conoscere Hunter da un'eternità : anche lui aveva commesso non pochi errori ed era stato mandato all'accademia per essere "rieducato". Avevamo molto in comune. Era tardi cosí lo salutai e gli promisi di andarlo a trovare per mostragli il posto. Accettò volentieri e fece un sorriso a trentadue denti, cosa che mi fece pensare che non ci sarebbe voluto molto prima che trovasse nuovi amici e compagni. Me ne andai contenta, grata di non essere l'unica forestiera.
"Hunter eh? Che ruolo pensate possa avere?
Eheh si vedrà, si vedrà.. ~Rebs"
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-Quello che non è stato raccontato - Clato
Fanfiction"..Mi promise di proteggermi a tutti i costi, ma che nessuno, nessuno avrebbe mai dovuto sapere dei nostri sentimenti. Mi lasciò la mano, e quella, fu l'ultima volta che ci toccammo." #Clato