IDEA

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Bene bene ahahah
Questo non è un altro capitolo quindi mi dispiace farvi credere che lo sia, ma dovevo comunicarvi una cosa.
Allora ho una mezza idea di postare un altra storia una volta finita questa, ma vi avverto che non sarà più su hunger games o fandoms, anzi è qualcosa di ambientato nella nostra realtà attuale.
Per incuriosirvi vi posto il prologo vi va?
Sareste così gentili da dargli un'occhiata e dirmi cosa ne pensate? Perché è una storia un po' particolare e in realtà non so dove mi porta, perché decido mentre scrivo (ma non preoccupatevi ogni volta che scrivo un nuovo capitolo rileggo quelli precedenti per far quadrare il tutto ahah)
Ecco qua comunque:

"Guardo fuori dalla finestra solo per accorgermi che il pullman è ormai in lontananza, lungo la scia di foglie lasciata da un temporale di fine estate che aveva allagato mezza città. È strano che ci fossero ancora autobus di linea tra casa mia, la mia vecchia e ormai lontana vita, e Westlake, il paesino più sperduto nella storia degli Stati Uniti d'America.
Appoggiata una mano, sento il vetro freddo e bagnato, e non riesco a fermare il brivido che mi corre lungo la schiena. -Sapranno? Riusciranno a scoprire dove sono? Sono andata abbastanza lontano?-. Bussano. "Rebs? Sei li? È tutto okay?" mi chiede Megan, la mia migliore amica. Alzo le spalle, pur sapendo che non può vedermi:" Si Meg, non ti preoccupare". Sento dei passi sulla moquette e poi il silenzio. È tornata in camera sua, non vuole disturbarmi.
Lentamente tiro su le coperte del letto su cui sono seduta, come per raccogliere il calore che ancora mi resta. -Un ultimo sforzo Rebs, e poi sarà tutto finito-. Una foglia gialla, in lontananza, si sposta. Una folata di vento la sballotta qua e là per la strada, fino a quando non finisce in una pozzanghera. Lentamente un ricordo affiora...

~Flashback, 2 anni prima~

"Cory! No! Smettila mi fai male!". "Smettila Rebs, so che mi ami ancora. No, non ti muovere, non voglio farti del male, basta che stai ferma..". Una mano mi prende per un fianco e mi blocca contro il muro. "So che mi vuoi come io voglio te, lo leggo nei tuoi occhi". Cory allunga l'altra mano fino a metterla sopra la mia spalla, e preme il suo corpo contro al mio, nel caso in cui volessi fuggire. " Ti ho detto basta Cory! Io è te non possiamo stare insieme! Te l'ho detto in quel pub, te lo dico ora! Non è cambiato niente tra noi, non c'è mai stato niente e mai ci sarà!".
Uno sguardo e capisco di aver usato l'approccio sbagliato. Rabbia, no anche qualcos'altro si mischiano nei suoi occhi. -Non ti scoraggiare Rebs, lascialo fare, tra poco qualcuno passerà di qui e ti noterà. Sempre che non sia troppo tardi dannazione-.
"Tu non dici sul serio. Ti ho visto oggi come parlavi con quel tizio. Volevi farmi ingelosire, non è così? Beh ci sei riuscita coniglietta, e anche piuttosto bene" si lecca le labbra. - Disgustoso- . Faccio finta di stare al gioco. "Già.. Non pensavo che ti saresti interessato a quello che stavo facendo.." Mi avvicino al suo collo poi gli sfioro l'orecchio con le labbra e grido:" E ORA VA ALL'INFERNO STRONZO!" E gli tiro un calcio basso. Beh abbastanza basso da farlo piegare in due da dolore, permettendomi di scappare dalla stretta e correre fuori dal vicolo, finalmente visibile e salva. Mi fermo, lo guardo e sorrido:" La prossima volta Cory, se una ragazza ti dice no per l'ennesima volta, vedi di capire che vuol dire proprio no".
Cammino spedita verso casa, con un ghigno soddisfatto sul viso.
Ha piovuto parecchio negli ultimi giorni, e il tombino davanti a casa è pieno di foglie marce. Tutte marroni, tranne una. Gialla. "

-Rebs (coincidenze? Io non credo. Ok sono stupida, capeetemi)

-Quello che non è stato raccontato - ClatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora