Capitolo 9
Male, malissimo. Una fitta lancinante al cuore. Questo era quello che vedere gli occhi di Cato mi aveva procurato. Di tutte le persone che avevo deluso e di tutte le promesse che avevo disatteso, lui era l'unico che non meritava di essere trattato cosí : mi aveva sostenuto dal primo momento in cui ci eravamo incontrati e il solo fatto che non riuscisse a guardarmi più di cinque secondi mi distruggeva, perché voleva dire che aveva rinunciato. Aveva deciso di smettere di credere in me, lo sapevo.
Però una parte della mia testa, auella che ragionava tutta da sola e non in simbiosi con il mio cuore, era arrabbiata, anzi, furiosa. Dopo tutto quello che lui mi aveva fatto passare ( la storia del bacio con Occhiverdi era una di quelle), ora non riusciva a guardarmi. Ma se io mi ero fidata di lui quella volta, come poteva adesso essere offeso se neanche mi aveva lasciato parlare e spiegare?
Mettendoci tutto il coraggio possibile, mi avvicinai e dissi con voce più ferma possibile : " io e te dobbiamo parlare, adesso" . Mi incamminai nel corridoio che dalla palestra portava alla mensa, facendogli intendere che doveva seguirmi.
Ci ritrovammo faccia a faccia, ognuno appoggiato al muro opposto. " e allora? Vogliamo stare qui tutto il giorno? Non che cambi niente ormai, non c'é nessuna ragazza ad aspettarmi una volta finito l'allenamento" la sua voce mi provocava un dolore acuto, nelle orecchie come nell'anima "nessuna ragazza...", allora aveva già deciso.
La rabbia saliva e non riuscivo a frenarla :" non mi ricordo di essere stata la prima a lasciarmi andare. Cosa che non ho fatto tra l'altro , ma non mi sembra che tu abbia intenzione di ascoltarmi" dissi, stizzita. "Kassie me l'ha detto. Vi ha visti insieme, con i suoi occhi" rispose. A quel punto non mi interessava più che fosse Cato, quel ragazzo dolce che mi aveva rubato il cuore, quando é troppo é troppo:" ah si? Quegli stessi occhi verdi con cui mi ha guardato dopo averti baciato in palestra? Perché non vai da Kassie, quella brava ragazza che ha fatto tutto per togliermi di mezzo in questi ultimi mesi? Mi chiedo cosa ci fai ancora qui fermo. Anzi aspetta, me ne vado prima io". Cosí presi e me ne andai, lasciandolo sgomento contro il muro, a guardarmi mentre, con assoluta fermezza, camminavo lungo il corridoio verso l'uscita, verso l'aria fresca.
Inutile dire che le lacrime non si fecero aspettare a lungo: seduta sul tronco di un albero tagliatonel boschetto dietro casa mia scoppiai in una serie di singhiozzi alternati a scoppi d'ira in cui prendevo a calci il salice di fronte a me. Povero albero. Sembravo proprio una pazza, ma d'altronde quello che provavo aveva bisogno di uno sfogo e per me, era il combattimento. Il problema era che non riuscivo neanche a prendere in mano i coltelli, perché tra di essi c'era quello regalatomi da Lui e non volevo toccarlo, neanche per sbaglio.
Quando verso le dieci di sera tornai a casa fui sorpresa, sconcertata e arrabbiata di vedere Hunter fuori dalla porta, in attesa. Come diavolo si permetteva anche solo di passare di fronte a casa mia? Non lo capiva che era la causa di tutti i miei guai? Con passo deciso e cercando di mostrarmi più irritata possibile, lo superai di slancio e con movimento veloce aprii la porta, arrivando quasi a richiuderla, se lui non fosse stato più veloce: aveva messo un piede a bloccarne la chiusura. "Non fa piacere neanche a me essere qua. Però non mi va che tu ti prenda la colpa per qualcosa che non hai fatto" disse . " Troppo tardi- risposi- il danno é fatto e non si torna indietro". I suoi occhi si incupirono, come facevano sempre quando era triste( adesso l'avevo capito) e incatenando il mio sguardo al suo rispose :" no, non é detto. Domani andrò a parlare col tuo ragazzo e sistemerò tutto, promesso" " non é più il mio ragazzo, almeno é l'unico punto certo di tutta questa situazione assurda" replicai. " sarebbe uno stupido a non capire cosa provi per lui. E glielo faró notare. Niente, volevo solo dirti questo. Lo faccio perché spero in un tuo perdono, non di sicuro perché mi piaccia l'idea di voi due che tornate insieme" detto questo, tolse il piede incastrato e se ne andò, scomparendo nella stradina buia che portava a casa sua.
"Della storia in totale, ci sono solo 17 capitoli ;) ~Rebs"
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-Quello che non è stato raccontato - Clato
Fanfiction"..Mi promise di proteggermi a tutti i costi, ma che nessuno, nessuno avrebbe mai dovuto sapere dei nostri sentimenti. Mi lasciò la mano, e quella, fu l'ultima volta che ci toccammo." #Clato