Capitolo 7

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Capitolo 7

Quella sera tornai a casa davvero tardi e mi lanciai direttamente sul letto : troppo stanca e sconbussolata per fare qualsiasi cosa. Anche sciogliermi la treccia unica su cui si basava la mia graziosa acconciatura : anche se, dopo una giornata del genere sembravo più un cespuglio nero.

Quella notte sognai, qualcosa che non mi aveva mai preoccupato tanto, ma che in quel momento, proprio quando cominciavo ad avere delle ragioni per cui essere felice ( primo amore e nuove amicizie) ecco che spuntava : la Mietitura. Il sogno era molto realistico, se non fosse stato per la presenza di molti dei miei parenti, che o abitavano centinaia di chilometri lontani o , nel caso più tiste, morti per mancanza di cibo. Erano tutti felici, mi accompagnavano in piazza e una volta estratto il mio nome esultavano e mi gridavano:" Siamo orgogliosi di te! Porta onore e gloria al nostro Distretto!" . E l'avrei fatto, se non altro per tornare da loro, se non fosse stato per gli altri due nomi estratti dalla boccia : quelli di Cato e Hunter, insieme. Sapevo però che non era possibile, in quanto si poteva estrarre solo un nome di un ragazzo.

Mi svegliai bruscamente, come se mi avessero tirato una secchiata d'acqua sulla faccia, e cercai di riprendermi. Ok, era vero che alla mietitura non mancavano più di due settimane, ma c'erano pochissime possibilità che io e Cato, o comunque Hunter, venissimo estratti entrambi. Anzi, c'erano poche possibilità anche per quanto riguardava la mia estrazione. Ma qualcosa nel profondo si era incrinato dentro di me. Potevo perdere di nuovo tutto, ancora una volta mi sarei potuta ritrovare sola contro il mondo, contro le stesse persone che amavo. Strano che non me ne fossi ricordata prima, del grande evento dell'anno. Feci una smorfia. La nostra annunciatrice era stravagante come tutte le altre, ma nessuna poteva battere quella del 12, mi pareva si chiamasse Effie o giù di lí. Quel ricordo mi fece venire i brividi : quando un ragazzo di un distretto pensa agli Hunger Games, non va a immaginarsi l'arena o gli altri tributi, almeno non all'inizio. Il tuo primo pensiero va all'annunciatrice, quella che decide il tuo destino mettendo una mano glitterata tra il rosa e l'arancio in una boccia di vetro; quella che prende un biglietto a caso tra migliaia e lo legge ad alta voce; quella che non ha idea di cosa voglia dire patire la fame ed arrivare a perdere la propria dignità scavando nei fondi dei cassonetti, pur di trovare dei rimasugli marci di cibo. No, lei arriva da un posto perfetto, con cibo perfetto, capelli perfetti, pelle perfetta. Rabbia, odio verso Capitol e il suo regime stava ripercorrendo tutto il mio corpo. Me ne accorsi quasi subito, e mi fermai bagnandomi il viso con un po' di acqua fresca. Non potevo urlare tutto quello che pensavo, mi avrebbero arrestato e poi sarei diventata una senza-voce, cioé una serva muta, a cui veniva amputata la lingua perché non emettese più alcun suono, fuguriamoci frasi di disprezzo.

Uscii di casa e, visto che non avevo lezione, andai a fare due tiri con il coltello regalatomi da Cato e mi spostai in una zona all'ombra di grandi alberi simili a salici. Dopo qualche minuto sentii dei passi e mi voltai :" sempre ad allenarsi anche quando non abbiamo lezione eh?" . Sorrisi :" si Hunter. E qui c'é qualcuno a cui non farebbero male corsi extra" . Ridendo e scherzando anche lui si mise a fare due tiri con me e constatai che non era per niente scarso, anzi. " Devo dedurre che un paio di coltelli centrino con il tuo arrivo qui?" chiesi " Bingo ragazza" rispose. Scoppiai a ridere di gusto ma mi stoppai immediatamente quando vidi la sua espressione : stava cercando di sorridere in modo naturale, ma capii che dietro a quel velo che celava le sue emozioni più profonde c'era un misto di inquietudine, nostalgia e tristezza, che mi fece gelare il cuore. Anche io mi sentivo nella stessa materia ed era per questo che lo capivo: anche io ci ero passata. Cosí mi fermai, gli rivolsi un sguardo e lo abbracciai, come se niente fosse. L'unico problema? Lui mi prese per la vita, mi tirò a sè e mi baciò. Non ebbi neanche il tempo di fermarlo e allontanarlo. Fu improvviso e inaspettato, cone quel gridolino di gioia che udii da dietro al cespuglio vicino a noi. Non riuscivo a capire chi potesse essere, ma nella penombra vidi un paio di grandi occhi verdi, e una ciocca bionda.

"~Rebs"

-Quello che non è stato raccontato - ClatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora