Chapter 2

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Keith era di nuovo lì, ad osservare il fiume, l'ambiente tranquillo che amava.
Era abituato a stare sempre all'erta, per questo i suoi sensi erano in un certo verso più sviluppati.
E, sempre per questo, non gli sfuggì il movimento dall'altra parte del fiume.

"Ti ho visto."

"Uffa." Lance uscì imbronciato dal suo cespuglio.

"Cosa speravi di fare?"

"Quello che non è appena successo."

"Ovvero, non farti beccare?"

"Esatto."

Keith notò che Lance aveva ancora il bastone del giorno precedente. Ora che non stava sfiorando il suo limite di sopportazione poteva osservarlo meglio.
Decise che avrebbe portato anche lui un'arma. Senza si sentiva scoperto.
Come tutti nella tribù, aveva un panno di pelle di animale che gli copriva le parti intime, dipinto di blu in modo rupestre. Il suo era rosso. Erano i due colori che rappresentavano le tribù.

E lui era... molto carino. Alto e snello. Magari gli sarebbe stato più simpatico se non fosse stato così fastidioso.

Lance anche studiava quel ragazzo che si era rifiutato di rivelargli il nome. Lo trovava misterioso, e lo attirava non poco. Aveva la pelle molto chiara e i capelli stranamente lunghi fino a sopra le spalle. Lo annotò, mettendo quel fatto da parte per ritirarlo fuori quando gli sarebbe servito ad irritarlo. Ad occhio e croce, sembrava alto quanto lui.

"Vuoi qualcosa da me?" Chiese.

"No, perché?"

"Vorrei sapere perché sei tornato."

Dritto al punto. Non se l'aspettava, visto come l'aveva giudicato.

"Non mi hai ancora detto il tuo nome."

"Mi rifiuto di dirtelo."

Lance fece per dire qualcosa, ma il ragazzo alzò di scatto la testa. Lance lo imitò, e vide un volatile coloratissimo volare sopra di loro. Lui non l'aveva notato. Quel ragazzo, a quanto pare, sì.

Poi tornò a guardare Lance, e non seppe dire esattamente cosa successe dopo. Fatto sta che forse qualcosa, magari il modo diretto in cui aveva posato lo sguardo su di lui, o semplicemente il fatto di essere guardato così, lo fece arrossire. E con sua grande sorpresa, lui arrossì a ruota.

"Dimmi, dove vivono i pochi che sono rimasti?"

"Siamo più inoltrati a- ...aspetta, io non dovrei dirtelo." Lance prese a guardarlo con sospetto.

Il ragazzo dell'altra riva parve confuso per un attimo, poi sembrò realizzare.

"N-no, non è assolutamente per quello che pensi, scusa, non sei obbligato a rispondere."

Era sembrato stranamente nervoso. Lance prese nota anche di questo.

"Era curiosità allora, eh?" Chiese sorridendo.

"Assolutamente no. Non mi interessa niente di te."

Lance pensava di odiarlo. Sembrava stesse per aprirsi un po', ma aveva rimesso su quella faccia tosta.

Poi, decisamente cosa fuori luogo, il suo stomaco decise bene di brontolare.

"Sento che qualcuno è affamato." Lo schernì il ragazzo.

La verità era che dopo il Grande Incendio la vegetazione era completamente devastata, e allora la selvaggina si era spostata verso l'altro confine, dando modo all'altra tribù di fiorire, e lasciare loro a perire la fame.

"Hmpf" Sbuffò Lance e si poggiò al bastone. "Non si preoccupi per la mia incolumità, Signornonsoilsuonome, non c'è bisogno di fare tanta scena."

"Meglio. Magari muori di fame e non ti rivedrò più."

Keith non aveva idea della loro condizione. Ma sentiva che Lance non gli stava dicendo tutto. Il problema era che non avrebbe nemmeno potuto chiederglielo senza sembrare una spia che raccoglieva informazioni sulla loro tribù, magari per sabotarla o per altri piani malefici.

Poi l'espressione di Lance si impietrì in un punto fisso dietro di lui.

Sentì il sangue nelle vene gelarsi e si girò lentamente, molto lentamente.

C'era una pantera in agguato.

Ehi, sono davvero felice per la storia, abbiamo raggiunto già 40 visualizzazioni ^-^

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