~45~ Let Them Know.

18K 440 109
                                    

"Se pensi di venire alla corsa vestita in quel modo ti sbagli di grosso, non ti farebbero nemmeno avvicinare ad una macchina, figuriamoci gareggiare" disse Valerie non appena io e Dylan tornammo da loro. Il giorno in cui avesse smesso di criticare ogni singola cosa io facessi, avrei stappato una bottiglia di bourbon. Insomma, mai nella vita mi sarei potuta vestire come lei, ovvero, vestito attillatissimo da salsiccia gigante, che arrivava a coprire il sedere per miracolo, per non parlare del petto coperto solo da sottili strisce di tessuto intrecciate, o le scarpe... quelle scarpe erano illegali in 40 stati, e la California faceva parte di quelli, mai visti tacchi così alti e sottili, da far venire le vertigini solo a guardarli.

"Devo correre, non fare una sfilata di moda" dissi a mia volta in un sospiro. Non che il suo abbigliamento fosse da sfilata di moda, era più un outfit da prostituta ma avevo ancora un cuore troppo buono per farglielo notare... Ero stanca della rivalità tra me e Valerie ma lei a quanto pareva no, avrebbe continuato a tormentarmi per tutta la vita probabilmente.

"Devi correre, non andare in chiesa" replicò, peccato che nessuno andava in chiesa con i jeans strappati, maglia corta e stivali col tacco, ma in fondo che ne poteva sapere lei di chiese.

"Non mi vestirei mai come te" dissi cercando di celare un espressione di disgusto, cosa che non fece lei, ma in fondo che senso aveva mascherare? Io odiavo lei e lei odiava me, un rapporto perfetto.

"Fai tanto la dura quando sei solo una mocciosa cresciuta in una campana di vetro che adesso vuole spiccare il volo. Non capisco cosa Morgan trovi in te ma qualsiasi cosa sia ci farà uccidere" sibilò tra i denti avvicinandosi a me con un ondeggiamento dei fianchi fin troppo accentuato.

"Se hai così tanta paura che io possa farti uccidere perché non scappi? Di certo non sarò io ad andarmene" dissi stringendo i pugni lungo i fianchi. Non ne potevo più, non faceva altro che ripetere le stesse identiche cose ogni volta, un pappagallo ha un vocabolario più ricco di quello di Valerie.

"Non ti azzardare... sono in questa squadra da molto più tempo di te" disse facendo un altro passo verso di me. Io rimasi immobile, avevo superato cose peggiori, Valerie non rappresentava una minaccia.

"Ma hai molto meno coraggio di me a quanto pare" replicai con le spalle dritte e il petto in fuori, i piedi saldi a terra.

"Tu brutta p-" iniziò ma Sophia la fermò parandosi in mezzo a noi due.

"Okay, adesso basta. Ariet, tu hai ragione sul fatto che Valerie sia stupida e ripetitiva, ma ha ragione sul tuo abbigliamento. Non dico che non mi piaccia, sono i miei vestiti infondo e si lo sapevo, ma non sono adatti ad una corsa, non adesso che il mondo delle corse clandestine sta cominciando a conoscerti. Nemmeno il mio di outfit va bene, infatti devo cambiarmi se la cosa può in qualche modo confortarti" disse Sophia cercando di calmare le acque. Io sospirai e rilassai i muscoli delle spalle tornando in una postura più normale e non da militare.

"Non ho portato altri vestiti" dissi in un tono di voce più calmo e composto. Valerie e Sophia si lanciarono uno sguardo d'intesa e uno strano sorriso si dipinse sui loro volti, di gran lunga peggiore di quello tra Sophia e Chris la sera prima... di gran lunga.

"Ti consiglierei di scappare ma è troppo tardi" mi disse Dylan alle mie spalle e anch'io ne ero tremendamente consapevole.

"Terry, Billy..." li chiamò Sophia facendo il labbruccio e gli occhi dolci.

"Casa nostra è casa vostra, sapete la strada" disse Billy sorridendo e indicando il fondo dell'officina con un cenno della testa. Le due ragazze sorrisero a pieni denti, subito dopo Sophia mi afferrò per il braccio tirandomi insieme a loro verso il punto indicato poco prima da Billy. Sarebbe stata un'altra giornata difficile.

!SOSPESA! Bad LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora