~28~ Fireproof.

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"Dove andiamo adesso?" Chiesi mentre allacciavo il casco e salivo nuovamente sulla moto.
Dylan mi aveva aiutata a mettere il giacchetto. Era bellissimo.
E il significato lo rendeva ancora più speciale.

"Lo vedrai" rispose mettendo parecchia suspense mentre ripartiva.
La mia curiosità era salita alle stelle.
Probabilmente avrei passato il resto del viaggio fra mille paranoie, com'era mio solito fare.
Mi strinsi forte a lui mentre attraversavamo una strada immersa nel deserto. La vegetazione era davvero scarsa, c'erano solamente rocce e qualche alberello con poche foglie.
Tirava un vento fresco e davvero piacevole che trasportava con sé il delizioso profumo di Dylan riempiendomi i polmoni di freschezza.
Senza pensarci, quasi naturalmente, come trasportata da un intenso senso di libertà, portai le mani sulle spalle di Dylan e, stando attenta a non suicidarmi, mi alzai saldando bene i piedi ai lati della moto sostenendomi da Dylan.
Immediatamente venni investita da una forte corrente di vento che trasportò con se i miei capelli alzandoli, e gonfiando il giubbotto.
Gettai un occhiata allo specchietto per vedere l'espressione di Dylan. Mi sorprese vedere che anche lui stava guardando attraverso lo specchietto.
Ma la sua espressione non era arrabbiata come immaginavo, tutt'altro, sorrideva e scosse leggermente il capo divertito, per poi tornare a guardare la strada davanti a sé senza perdere quel suo bellissimo sorriso che fece sorridere anche me.
Ma, ahimè, siccome la mia indole suicida non era sazia, osai.
Nel peggiore dei casi sarei caduta dalla moto morendo di una morte atroce e allo stesso tempo stupida.
Ma vabbè... si vive una volta sola.
Così, lentamente e facendo attenzione, sollevai le mani dalle spalle di Dylan. Man mano che alzavo le braccia acquistavo sempre più sicurezza e la paura svaniva, fino a quando le braccia divennero parallele alle spalle. Sorrisi. Ma di un sorriso vero, non di quelli che mi ritrovavo sempre costretta a fare. In quel momento, solo per un momento, dimenticai tutto, famiglia, amici, scuola e problemi. Chiusi gli occhi per godermi affondo quel momento di follia e a riempirmi le orecchie e il cuore fu la risata di occhi di ghiaccio. Era stupido chiamarlo ancora in quel modo ma se proprio dovevamo parlare di soprannomi stupidi allora 'balenottera spiaggiata' rimaneva uno tra i miei preferiti. Finito il momento 'adesso cado e mi uccido' tornai a sedermi e mi allacciai alla vita di Dylan, appoggiando il viso su un lato sulla sua schiena guardando il paesaggio scorrere come in un vecchio film wastern.
Il resto del viaggio passò velocemente. Da quando eravamo partiti non avevo idea di dove saremmo potuti andare, ma non ci avevo dato troppo peso. Avrei potuto farmi mille complessi e pensare a mille luoghi diversi ma ora che eravamo arrivati, capì che non ci sarei mai e poi mai arrivata. Dylan accostò e scendemmo entrambi dalla moto, subito dopo gli rivolsi un occhiata interrogativa, lui mi ignorò amorevolmente stabilizzando la moto e fissandola con delle catene ad un paletto fatto apposta. A impedirmi, come sempre, di saltargli alla gola e strozzarlo fu una voce alle nostre spalle che mi costrinse a voltarmi.

"Finalmenteee! Vi avevamo dati per dispersi, ci avete messo tantissimo!" disse Sophia raggiungendoci con il suo solito sorriso smagliante. Dietro di lei c'erano anche tutti gli altri compresi Jacob, Austin e la mia cara Valery che appena mi vide fece una smorfia di disgusto. Respira Ariet... niente omicidi oggi...

"Non vedi? Hanno avuto i loro motivi" disse Max sorridendo mentre mi si parava davanti facendo un cenno al giubbetto di pelle che poco prima mi aveva regalato Dylan. Appena notai gli occhi tutti addosso avvampai. Max parve non notarlo visto che appena mi fu a qualche centimetro di distanza mimò con le labbra un 'ciao' e un 'sei uno schianto' seguiti entrambi dal suo meraviglioso sorriso e da un piccolo occhiolino. All'improvviso sentì due braccia cingermi la vita dietro di me, in un primo momento sussultai ma subito mi rilassai riconoscendo i piccoli tatuaggi sugli avambracci di Dylan.

"Ok, basta. Andiamo?" disse occhi di ghiaccio portandomi con forza dalla parte opposta. Non capivo il motivo di questo suo gesto ma il solo fatto che mi aveva allontanato da Max, senza un motivo apparente, bastò a farmi allontanare da lui con uno strattone. Dopo avergli regalato una delle mie occhiate 'se non la smetti ti seppellisco vivo' raggiunsi Sophia che nel frattempo rideva.

!SOSPESA! Bad LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora