Capitolo 22: L'hotel

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Il viaggio fu abbastanza pesante per i tre lupi, soprattutto per Katherine visto che credeva che i sedili di un'auto fossero più comodi. La brioche non la mangiò visto che il suo stomaco era ancora chiuso, così Sebastian ne approfittò per gustarsi anche il secondo dessert. Con grande gioia dei tre muta forma, verso le dieci della mattina arrivarono all'hotel che si trovava a Santa Margherita Ligure. L'accomodazione che si presentò davanti ai loro occhi era meravigliosa. Katherine non credeva che quella notte l'avrebbe passata lì, sembrava quasi un castello fiabesco, anche se sembrava più a una villa, grande quanto quella del compagno. Si affacciò al finestrino velocemente, riempiendosi gli occhi del colore rosa tenue delle mura con delle cornici bianche; dalle varie terrazze che spuntavano da quelle che sicuramente erano delle camere; dalla bandiera italiana che svolazzava sul tetto dell'hotel e a quella che raffigurava Sebastian come capo indiscusso di tutto il mondo: raffigurava una 'S' blu con una corona sopra e con lo sfondo rosso. Ovviamente il colore blu riprendeva quello dei suoi occhi, quello rosso invece la tonalità di questi quando si trasformava. Non vedeva l'ora di scendere e, infatti, quando scese dalla macchina, si catapultò fuori, prendendo un lungo respiro e ammirando ancora una volta la maestosità e la bellezza di quell'hotel in cui non vedeva l'ora di mettere piede. «Bello vero? Mi meraviglio anche io quando gli umani costruiscono queste strutture. Dovremmo prendere esempio da loro» affermò l'Alpha, mettendo un braccio intorno alla vita della ragazza. «Oltre a questo siamo in Italia, non potremo desiderare di meglio. Sai, all'inizio volevo costruire un'altra Villa qui, ma non mi sembrava giusto abbandonare quella in cui sono cresciuto, quindi, sono rimasto in Svizzera» spiegò velocemente, mentre prendeva un lungo respiro. «Ah, il cibo italiano... devo subito mangiare qualcosa» ammise, prendendo la mano della compagna e avviandosi velocemente verso l'entrata del grande edificio.

Alcuni concierge uscirono in fretta e furia, inchinandosi subito appena videro i due e rimanendo in quella posizione per un minuto abbondante. «Sai parlare italiano?» domandò la giovane, mentre lui scuoteva il capo e rideva imbarazzato. «Non ti preoccupare, qui sanno anche l'inglese.» Le fece l'occhiolino e lei ridacchiò. Nel frattempo i portieri dell'albergo presero tutti i loro bagagli e li portarono in quella che sarebbe stata la loro stanza per quella notte. Nel mentre, i due Alpha si avviarono alla volta dell'entrata che era coperta da una moltitudine di alberi che formavano una sorta di sentiero che portava proprio alla loro meta. Appena varcarono la soglia, furono accolti da un tappeto rosso che era stato steso sul pavimento brillante su cui c'era la stessa 'S' che era raffigurata nella bandiera sul tetto dell'hotel. Katherine non si aspettava tutto questo sfarzo, si vergognò anche per come si era vestita. Arrossì di botto vedendo tutto il personale della struttura inginocchiarsi davanti a loro. Era così strano che persone che nemmeno la conoscevano la consideravano regina senza mai averci parlato. Appena tutti si rialzarono, un uomo molto giovane si avvicinò ai due e diede la mano a Sebastian, successivamente baciò la mano della Luna. Quest'ultima capì subito che quello doveva essere il rappresentante dei lupi italiani visto che portava una divisa blu su cui spiccava un distintivo rosso. «È piacere incontrarti di nuovo Sebastian, ed è un onore fare la tua conoscenza Luna.» Le sorrise, mentre un ciuffo dei suoi capelli biondi finiva davanti agli occhi. «Questi capelli, prima o poi dovrò tagliarmeli» sussurrò ridacchiando, mentre faceva segno loro di seguirlo. La giovane rimase sconvolta da tutto quello che stava vedendo; era così maestoso che non riusciva nemmeno a pensare che quella fosse la realtà. Addossati alle pareti c'erano dei quadri che raffiguravano dei lupi sopra a un ammasso di corpi umani.

Sicuramente documentavano la battaglia che era avvenuta tra le due specie. Non le piacevano affatto quei dipinti, anche perché rovinavano la bellezza dell'hotel. Scosse la testa e salirono le scale coperte da un tappetto blu. «Non solo a me piace il colore dei tuoi occhi allora» affermò ridacchiando, mentre anche Sebastian rideva e le faceva l'occhiolino. Prima che potesse rendersene conto, arrivarono davanti ad una porta bianca. «Che sbadato, non mi sono nemmeno presentato, mi chiamo Emanuele e questa è la vostra stanza.» Detto questo aprì la porta, rivelando una stanza dove spiccava un letto matrimoniale con le coperte blu, un lampadario di vetro e un tavolo con sopra una colazione completa. Quel profumo fece venire l'acquolina in bocca, tanto che si precipitò a sedersi sulla sedia e a iniziare a mangiare avidamente. L'Alpha la guardò con sopracciglio alzato e scosse il capo. «Sebastian, domani mattina partirete alle otto e prendete l'aereo per andare in Argentina, Julian vi sta già aspettando» spiegò l'altro velocemente, notando come la ragazza si stava abbuffando. «Non deve mangiare da giorni» commentò Emanuele, mentre si portava una mano dietro alla testa; non voleva essere troppo indiscreto. «Il cibo italiano fa questo effetto anche se uno ha appena mangiato.» Gli fece l'occhiolino e il rappresentante scoppiò a ridere. Decise poi di lasciarli soli, in modo che si godessero le poche ore che avevano prima di partire.

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