Capitolo 26

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Il polso che, con forza, stringeva nel proprio palmo, Bakugo, scivolò dalla presa.

Il corpo di Izuku, privo di sensi, cadde violentemente a terra, battendo il capo, nonostante lo sguardo vuoto e vitreo attraverso le piccole fessure delle palpebre, ormai chiuse, segnasse fosse distante anni luce da quel mondo.

Shoto si precipitò in suo soccorso, non sapendo come agire, gli occhi spalancati, colmi del terrore della morte che giungeva rapida per Midoriya.

Sfiorò il suo busto e le sue dita si macchiarono del liquido scarlatto provocato dagli spari.

Le mani di Todoroki tremarono, mentre sollevava Izuku dalle ginocchia e dalla schiena, non intendendo abbandonarlo in quello squallido buco.

"apri la porta" sbraitò, a Bakugo, il quale paralizzato, scattò, eseguendo il suo comando, senza obbiettare il tono di voce in con cui si era rivolto a lui, Shoto.

La piccola stanza era illuminata da una luce tenue.

Katsuki prese a bloccare la porta, spostando gli armadietti e le panche sistemate all'interno, contro di essa.

"che diavolo facciamo?" colto nel panico, il nervosismo di Bakugo si fece limpido, mentre Todoroki sistemava, in un gesto totalmente folle, i capelli scompigliati di Midoriya, il quale, con la pelle pallida, non dava cenno di vita.

"quel muro" indicò, Shoto "è sottile, nasconde una fessura che ci permetterebbe di uscire da sotto l'edificio che vi è posto sopra le nostre teste" spiegò, senza distogliere lo sguardo da Izuku, accarezzandogli debolmente, tremante, la guancia colma di costellazioni.

"ho capito" rispose rapido il biondo, arrangiandosi a frantumare la zona elevata del muro con un tubo in ferro, spezzato con prepotenza, facendo fuoriuscire dal suo corso interrotto del gas.

La porta veniva percossa da tempestivi tentativi di sfondamento.

Cocci di intonaco cadevano a terra, frantumandosi, disperato Bakugo credette fosse la fine, finché non vide la luce di un lampione, e una fessura in grado di far uscire tutti e tre da quell'incubo che gli opprimeva.

"muoviti" gridò, Bakugo "porta lontano Midoriya" incitò, Shoto, a smuoversi dal suo stato di completo panico.

Egli annuì, sorreggendo Izuku, facendogli attraversare la fessura, ma nel mentre che le loro possibilità di fuga aumentavano, la porta venne spalancata, e la sagoma di Endeavor, tra il fumo che avvolgeva la stanza, comparve.

Todoroki si voltò per il chiasso, incrociando gli occhi del padre, sgranando lo sguardo, quasi avesse visto un fantasma, la morte stessa soccombergli contro.

"Shoto" chiamò, il padre, tra lo sgomento e l'incredulo.

Ma il figlio non gli diede attenzioni, focalizzato sulla salute del compagno, fuggì.

Bakugo scattò, grazie all'imprevisto che amareggiò l'ufficiale, acquisì piccoli secondi di differenza che lo avrebbero, forse, salvato.

Si arrampicò, assaporando l'aria fresca e gelida della notte, finché una presa, talmente violenta da potergli spezzare o, semplicemente, rompere la caviglia.

Trascinato di nuovo, all'interno di quell'inferno, Bakugo sbatté il capo, notando come la figura di Enji si fece sfocata, ma era a un passo dall'uscita, e nulla gli avrebbe impedito di tornare da Kirishima.

No type // KIRIBAKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora