Capitolo 32

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"potevi ucciderlo" sbraitò, alle spalle di Katsuki, Kirishima "sempre che non muoia tra pochi minuti" allentò il tono "che diavolo ti è preso?" lo afferrò per il polso, facendo in modo che frenasse quella sua rabbiosa marcia verso casa.

"per colpa tua" si liberò dalla sua presa, con disgusto sul volto "è ancora vivo" rispose, respirando rapido.

"dimmi cosa è accaduto per farti reagire in questo modo" tentò "lasciati aiutare" sussurrò, disperato dai cambiamenti repentini di Bakugo.

"portami indietro Kaminari" rispose "o esci dalla mia vita" lo avvertì "perché, in un modo o nell'altro, ti ferirò" informò, di una crudele realtà, Katsuki "non c'è un noi, non esiste un noi" gridò "la nostra vita assieme è morta prima che ci incontrassimo" e si voltò, pronto ad andarsene, a rinunciare.

"lo fai perché hai paura" rispose, a tono, il rosso "hai paura che possa morire e ti tormenti" procedette "ma la mia vita non grava sulle tue spalle" ma ogni parola sembrò vana.

Bakugo frenò i propri movimenti, tornando dal rosso, quasi fosse in collera con egli, quasi avesse l'intenzione di colpirgli il volto.

"ma la mia grava sulla tua" fece, secco "se muori tu, se muori, anche, tu" marcò le parole "io non avrei motivo per ribellarmi a questa città" terminò, con il proprio sguardo incatenato a quello di Kirishima.

"ti sei innamorato di me sino a quel punto?" sbraitò "ho, per caso, chiesto di essere il tuo motivo di esistenza?" si avvicinò di un passo.

Bakugo lo colpì, facendo di Kirishima un corpo sfinito al suolo, mentre con il polso tentò di levare il sangue che lo macchiava all'angolo inferiore del labbro.

"ti ho chiesto di seguirmi?" fece, Katsuki, respirando affannosamente "ti ho chiesto di amarmi?" e la punta delle sue scarpe, incontrò lo stomaco di Eijiro, facendogli annaspare aria "ti ho chiesto di rovinarmi con la tua esistenza?" afferrò, violentemente, le ciocche rubine di Kirishima, alzandogli il volto, colpendolo un'ultima volta, tramortendolo "perché non te ne vai? perché non decidi di morire e basta?" e lo abbandonò, a denti stretti, se ne andò.

Kyoka bussò alla porta dell'amica, Yaoyorozu, con indifferenza, noia.

Ella aprì, rivolgendo all'altra un accogliente sorriso, con alle spalle timore e falsità.

"posso entrare?" chiese, Jirou, abbassando timidamente lo sguardo.

"certamente" ma, la propria voce, non esprimeva alcuna sicurezza.

All'interno dell'appartamento predominava tranquillità e armonia, un profumo dolce, quasi caramellato.

Jirou si sedette sul divano, composta, portando entrambe le mani, unite, sulle proprie gambe.

"è accaduto di nuovo?" chiese, la proprietaria di casa.

"non sono venuta per una seduta" la liquidò, avvolgendo il proprio tono in una sfumatura che la ragazza non aveva mai usato nei suoi confronti.

"dimmi pure, allora" sorrise, Momo, nervosamente.

"vedi" alzò il mento, Kyoka "mi stavo chiedendo" compiendo con il collo un movimento fluido "a te non infastidisce il semplice fatto che altre persone posseggano il tuo identico nome?" chiese, tornando con lo sguardo su quello dell'amica.

"è normale che accada" rise, alla sciocchezza di tale domanda "non esistiamo solo noi in questo mondo" terminò.

"non hai manie di egocentrismo?" procedette, Jirou, innocentemente, alzando leggermente le sopracciglia.

"decisamente no" rispose, rilassata, Momo.

Kyoka sorrise, allungandosi, alla ragazza che sedeva di fronte a lei, chinando leggermente la schiena "io sì" assottigliò le palpebre "mi innervosisce tremendamente quando il mio nome viene utilizzato da persone altrui" terminò.

Momo si alzò di scatto, colta nel panico, pervasa dal terrore "non sei Kyoka" affermò.

"cielo" roteò gli occhi, Jirou "sei così noiosa" alzandosi.

"cosa vuoi?" chiese, allontanandosi ogni qualvolta che Kyoka compieva un passo in sua direzione.

"ho scoperto che lavori per la polizia investigativa, nel caso della mafia che avvolge questa città" informò la ragazza "più precisamente sul leader che ha dato vita a questa fitta rete" sorrise "hai capito che non poteva essere Tomura" e il suo viso mutò, volgendo severo "rappresenti un pericolo, la tua intelligenza, rappresenta un pericolo" terminò.

"se mi uccidi, la polizia capirà che ero nella direzione giusta, non conviene a te e neppure al tuo supremo Leader" avvertì, Momo.

"io non ho alcun Leader, non ho alcuno che mi possa mettere i piedi in testa" e con passo rapido, avvolse le proprie braccia, e mani, sul capo della reale Yaoyorozu.

"tu-" e presto, la giovane laureata, cadde a terra, con il collo spezzato.

"tesoro" parlò al vuoto "il nostro segreto muore con te" sorrise.

Il cellulare prese a squillare nella propria tasca.

"pronto" rispose, osservando il volto pallido e privo di vita di Momo.

"Kyoka" un sussurro "sono Denki" avvolto da tremori e disperazione "devi dire a Bakugo che sono vivo, dev-" ma presto, un suo grido interruppe le sue parole, e il telefono, dalla parte opposta a quello della giovane ragazza, venne frantumato.

Scusate il ritardo ♡

Visto poi che Pikachu è ancora vivo, eh eh eh? Non sono crudele quanto sembra- o forse sì?

Spero vi piaccia ♡ al prossimo capitolo

No type // KIRIBAKUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora