La notte sembrò tacere, dopo lo sparo improvviso, dopo il secco tonfo del corpo, di un giovane, caduto al suolo.
Midoriya lo vide cadere, lentamente, vide le sue iridi spegnersi, vide il suo riflesso in esse, le ciocche di egli galleggiare nell'aria satura di polvere da sparo, vide Todoroki Shouto andarsene, lo vide rivolgere un'ultimo sguardo all'amore che credette non lo avrebbe mai accolto, ma che a quel punto, non avrebbe più potuto conoscere la risposta ai suoi dubbi.
E quando dalle labbra di Izuku il nome del compagno gridò, il cielo si squarciò in un tuono, mentre si illuminava di lampi e lacrime.
Si smosse di un passo, volendo raggiungerlo, volendo credere che ciò che destava alle sue iridi non fosse che illusione, volendo vedere, ancora una volta, il viso vivo e roseo di Shoto, ma cadde, le ginocchia batterono rudemente al suolo, mentre le gambe non lo ressero, mentre le proprie labbra tremavano, mentre le lacrime scorrevano bollenti lungo le proprie guance.
"figlio mio" e dalla mano, dell'ufficiale di polizia, cadde, sull'asfalto, l'arma da fuoco, con la quale aveva posto fine, alla vita, del proprio sangue.
E quando cadde, Todoroki, si pentì, quando quella singola, minuscola, punta di metallo, lo sfiorò alla fronte, desiderò tornare indietro, desiderò rimanere al fianco di Izuku, e quando la vita scivolò, quando l'ultima cosa che vide fu il viso di egli, credette che non sarebbe stata la fine, che per Midoriya, in vita e non, vi sarebbe sempre stato.
Izuku si portò i palmi in volto, mentre le iridi tremavano, scrutando la sagoma di Todoroki inerte sull'asfalto.
Per un secondo, credette di non riuscire a respirare, credette di essersi dimenticato come accadesse il processo, credette che mai avrebbe trovato alcuno capace di amarlo quanto Shoto facesse, quanto Shoto gli donò.
Strisciò, incapace di reggersi, sino al suo volto, poggiando il capo di egli sulle proprie gambe, accarezzandogli le ciocche fradice dalla violenta pioggia che investiva le strade.
"mi dispiace" sussurrò, consapevole del fatto che non lo avrebbe mai udito, che le sue parole, che le sue azioni, sarebbe state, in futuro, fonte di senso di colpa e rabbia "avrei dovuto dirtelo prima" sorrise, amaramente, mentre le lacrime di Izuku rigavano il volto di Shoto assieme alle gocce giunte dalle nuvole "ma non credevo sarebbe potuto accadere questo" avvicinò la fronte alla sua, a quella di colui che aveva sempre amato, ma che non era stato abbastanza acuto da poterlo notare "perdonami" perse il fiato, mentre il petto emetteva tremolii costanti "perdonami il ritardo" spalancò le labbra in cerca di aria "perdonami la cecità" e lo avvolse, per un'ultima volta, tra le braccia, volendo una sua reazione, desiderando un suo risveglio.
"ma mi sono innamorato di te" confessò.
"mi sono innamorato del tuo viso" pianse "mi sono innamorato delle tue iridi" alcun battito percepì, dal petto dell'altro "mi sono innamorato del tuo leggero e sincero sorriso" e mai come allora avrebbe desiderato tornasse da lui, accorresse in sua difesa, stringesse tra le proprie braccia "torna" sussurrò, mentre lentamente si dondolava "ho bisogno di te, ne ho sempre avuto" terminò, a palpebre serrate.
"tu che sei la Luna della mia vita"
Kirishima udì dei passi, farsi numerosi nei corridoi della struttura.
"stanno tornando" informò Bakugo, Eijiro.
"andiamo" lo afferrò per il polso "ora" incentivò, strattonandolo, Katsuki.
Conosceva particolarmente bene il luogo, ogni sua porta, ingresso e uscita, Katsuki, ma in quel momento, la soluzione plausibile sembrò essere una, dato che i passi gli circondavano, in modo da metterli all'angolo, ma qualsiasi cosa fosse accaduta, non ne sarebbero usciti illesi.
Bakugo condusse entrambi a un'immenso magazzino, dove venivano scaricate le merci con il quale Tomura riusciva ad arricchirsi con facilità e discrezione.
Il portone che dava all'uscita, e entrata, non aveva che le ante spalancate, mostrando la furia di una tempesta avventarsi all'interno.
Improvvisamente, Katsuki, si voltò ad affrontare lo sguardo fiducioso di Eijiro nei suoi confronti, portando entrambi i palmi ai lati del suo viso, accarezzandone gli zigomi, con i pollici.
"ricordi?" chiese, Katsuki, accennando un sorriso debole "ciò che accadde ad entrambi in passato?" accettò l'idea che entrambi avessero vissuto in una seconda epoca lontana.
Kirishima non comprese, osservando attentamente il comportamento del biondo, annuendo ad ogni modo.
"tu desti la vita per altri" e il pollice scivolò sino alla sua bocca, accarezzandone il labbro inferiore, osservandolo con attenzione e bramosia "per un popolo, per un regno" sorrise, lieve "e quando lo venni a sapere" tornò a incrociare il suo sguardo "tutto ciò che rappresentavo, si dissolse" spiegò.
"Bakugo" sussurrò, visibilmente preoccupato da quelle improvvise confessioni.
"tu desti la vita per loro" procedette "io diedi la vita per te" informò "non ero nulla privo della tua presenza prima" e unì le loro labbra, in un movimento lento, come a rappresentare un addio, un arrivederci che non sarebbe mai giunto "non sono nulla privo della tua presenza ora" confessò.
"perdonami" e le nocche bianche di Bakugo, giunsero, prepotenti, alla bocca dello stomaco del rosso, il quale, piegatosi in due dall'urto, si appoggiò alle braccia di Katsuki, le quali lo sostennero, trascinandolo in un angolo remoto del magazzino, dietro a quelle scatole di merce illegale che sostavano al suo interno.
Tornò al centro dell'imponente deposito, attendendo l'arrivo dei suoi inseguitori.
Kirishima non riuscì a muovere alcun muscolo, posizionato alle spalle di massicce scatole.
Strisciò nel tentativo di raggiungere Katsuki, di capire per quale motivo non aveva permesso che fuggissero assieme.
Vi trovò tra due scatole una fessura, capace di far intravedere ciò che accadeva all'interno del luogo.
Vide Bakugo, ma la voce per chiamarlo non raggiunse la propria gola, rimanendo bloccato nella sua attuale posizione.
Ma ben presto la situazione mutò, Katsuki si voltò, mentre all'interno del magazzino degli uomini muniti di armi da fuoco, della polizia, fecero il loro ingresso.
Bakugo gli attirò, fuggendo oltre il portone, confondendosi nella fitta pioggia che colpiva violenta l'asfalto.
Finché uno sparo, non mise a tacere l'udito di Eijiro, e un corpo cadde placido, nel mantello d'acqua che ricopriva il suolo esterno.
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Spero vi piaccia ♡ al prossimo capitolo
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No type // KIRIBAKU
ФанфикBakugo non rincorre l'amore, non lo cerca, non lo desidera. Preferisce lasciarsi trovare da esso, nonostante lui non veda che colui che merita è sotto il proprio sguardo. Kirishima non è il ragazzo che cerca l'amore nei dettagli, capelli soffici, ca...