Soulmate! Ichirouta Kazemaru|Inazuma Eleven

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☁Requested by Stefania_kiyama

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☁Requested by Stefania_kiyama.

⭐⭐⭐

Kazemaru Ichirouta
16:38

Questo era scritto sul mio polso destro, in un bel corsivo, nero.
A dieci anni, miei genitori dissero che il nome scritto apparteneva alla mia anima gemella. L'ora, invece, era il momento esatto in cui ci saremo incontrati. A dieci anni non davo tanto peso alla cosa, essendo ancora "piccola" per queste cose.
Dopo quattro anni, iniziai a capirne l'importanza e il...dolore.

"BRUCIA!" urlai dalla stanza, mentre cingevo il polso con il pollice e il medio e mi contorcevo su me stessa.

Sentivo il polso andare in fiamme ogni secondo di più, ed era insopportabile.
Sentii dei passi avvicinarsi, fino a quando mia mamma non spuntò dallo stipite della porta.

"[Nome], é la decima volta urli oggi. La. Decima." disse, quasi come se fosse esaurita.

"Ma brucia!"

"Lo so! Vuol dire che la tua anima gemella é qui vicino." spiegò lei.

La guardai incuriosita.
Sentimmo il campanello suonare, e lei subito andò ad aprire la porta.
Io, curiosa, scesi con lei e rimasi vicino le scale, con ancora il polso tra le mie due dita.

"Oh, ciao Kazemaru." salutò mia mamma un ragazzo.

"Salve signora [cognome]! Sono qui per darle questa busta." disse il ragazzo, porgendo a mia mamma una busta di plastica piena di cibo.

Il ragazzo aveva circa la mia età e altezza, dei capelli verde acqua tirati su grazie ad una coda di cavallo e degli occhi marroni. Uno di questi era coperto da un ciuffo che ricadeva sul viso.
Aveva le dita avvolte attorno al suo polso destro, e un'espressione che trasmetteva dolore, anche se cercava di nasconderlo.
Soffrivo silenziosamente guardando il ragazzo, stringendo la presa al polso man mano che il dolore aumentava.

"Oh, grazie. Ma...ti senti bene, Kazemaru?"

"Certo, signora [Cognome]. Mi fa solo male il polso, forse una storta, ma nulla di...che."

"O-oh, okay. Ringrazia anche tua mamma, Kazemaru. Ciao!"

Il ragazzo mi guardò un istante, per poi sorridermi, anche se debolmente.
Entrai in uno stato di trance per pochi secondi, ma fui risvegliata dal dolore che provavo al polso.
Mamma chiuse la porta mentre il ragazzo si voltava e riprendeva a camminare.
Posò la busta per terra.

"Lui é Kazemaru Ichirouta, il figlio di una mia amica, non é adora-" si voltò e notò la mia espressione sofferente.

"-che hai, tesoro?" domandò, avvicinandosi a me e guardandomi con un accenno di preoccupazione.

"Il polso...brucia." mormorai.

Lei sorrise ampiamente, battendo le mani. Guardò l'orologio, seguita da me.

"Le...16:38..."

Guardai poi il mio polso, che non faceva più male.

"La scritta...! É...sparita!"

⭐⭐⭐

"Non ci credo!" urlò con entusiasmo [migliore amica], sorridendo ampiamente.

"Kazemaru é la tua anima gemella?!" proseguì, quasi cadendo dalla panchina del parco.

"Tu...lo conosci?"

"Ovviamente. É il centrocampista dell'Inazuma Japan!"

Posai lo sguardo sul l'erba verde e sospirai, poggiando i gomiti sulle ginocchia.

"Non do conto a queste cose, lo sai..."

"Dovresti. É una cosa che ti porti per tutta la vi-" fu interrotta da qualcosa.

Guardava davanti a sé, immobile. Seguii il suo sguardo.

"M-ma é-!"

Coprii con la mano la sua bocca.

"Puoi cercare di non gridare?!"

"Mmph." tentò di dire, ma fermata dalla mia mano che pressava le sue labbra.

Lentamente, tolsi la mano dalle sue labbra.

"É Kazemaru!" sussurrò.

"Lo so! Lo vedo!"

Guardai il ragazzo, che era in compagnia dei suoi amici, e rideva.
Sentii un vuoto allo stomaco e il battito accelerare.

"Ohhh, [Nome], non mi dire. Stai arrossendo!"

Istintivamente, portai una mano su una guancia, sentendola, effettivamente, più calda del normale.
I miei occhi [c/o] erano ancora puntati sul ragazzo dai capelli verde acqua.

"Basta fissarlo, o se ne accorgerà."

Scossi la testa piano, e tornai a guardare [migliore amica], sospirando.

"Che dovrei fare?" domandai, quasi disperata.

"Parlargli no? Prima o poi dovrà capitare."

"Non ho molte alternative."

Guardai di nuovo Kazemaru, notando che era rimasto da solo, con lo sguardo sul suo cellulare.

"É da solo! Vai!"

[Migliore amica] mi buttò letteralmente dalla panchina, facendomi barcollare, ma recuperai subito l'equilibrio.
Con sicurezza, iniziai a camminare verso il ragazzo. Schiarii la mia gola, e notai di aver attirato la sua attenzione. Infatti, alzò lo sguardo dal suo cellulare e lo puntò su di me.
Improvvisamente, tutta quella sicurezza che avevo era svanita, da un momento all'altro.

"Ciao." disse lui, facendo un piccolo cenno con la mano.

Ricambiai il saluto con un semplice cenno e gli mostrai un leggero sorriso.

"Tu sei la figlia della signora [Cognome]?" domandò, posando il cellulare nella tasca dei suoi jeans.

"Sì. [Nome]."

Ci furono alcuni secondi di silenzio tra di noi. Cercai con lo sguardo [migliore amica], per tutto il parco, ma di lei nessuna traccia.

"Oh bene, mi ha lasciata da sola." pensai.

"Che...ci fai qui?"

"Sai ero...di passaggio... sì..." mormorai. "Per...quello che é successo ieri-"

"Tu saresti la mia anima gemella?" domandò, più a sé stesso che a me.

"Sì... vedi, dopo che te ne sei andato, la scritta sul mio polso é sparita." dissi, porgendogli il polso destro, ormai senza alcuna scritta sopra.

Lui fece altrettanto, e anche il suo polso non aveva scritte.

"Prima c'era scritto '[Nome] [Cognome]
16:38'. E quando tua mamma ha chiuso la porta, non sentivo più dolore e la scritta era sparita." spiegò.

"Quindi...che si fa?" domandai, timidamente, sentendo le guence diventare calde.

"Potremmo...fare una passeggiata, che dici?" disse, porgendomi la sua mano.

La afferrai con un sorriso stampato in volto.

"Mi piacerebbe molto."

I Love You, Idiot » reader insertDove le storie prendono vita. Scoprilo ora