Capitolo 14

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ZAYN'S POV

<< Zayn... Zayn dove cazzo sei? >>

Louis si richiude la porta del mio appartamento alle spalle e mi cerca con lo sguardo.

Sono sdraiato sul divano e sto ancora sonnecchiando, quando la sua voce mi trapana i timpani.

<< sono qua >>

Borbotto e mi stroppiccio gli occhi.

<< ciao Zayn. Come stai? >>

Si infila la copia delle mie chiavi di casa in tasca e si siede accanto a me.

Mi appoggia una mano sulla spalla e mi guarda negli occhi.

<< allora, come va? >>

<< va >>

Rispondo con un sorriso forzato.

<< Forza Zayn... Devi essere forte per lei >> 

Gia.

Forte per Valerie.

Che é il coma da un mese ormai.

I medici non danno speranze positive. Dicono che non c'é nessun segnale che faccia capire che possa riprendersi. Alcune aree del suo cervello hanno subito un trauma e alcune potrebbero essere anche danneggiate.

Ho paura.

<< hai ragione. Adesso vado a vestirmi e andiamo a fare due passi >>            

Mi alzo, raccolgo i jeans e una maglia stroppicciati, che erano finiti a terra la sera prima.

<< Ehi, ma oggi abbiamo noi il turno, te ne sei dimenticato? >>

Oh cazzo, il turno.

Mi ero completamente scordato. Ma questa settimana tocca a noi spacciare. E solo al pensiero mi faccio schifo.

Avevo promesso a Valerie un sacco di cose, ma sono solo un debole e non riesco a mantenerle.

<< no, basta. Io ho chiuso con sta roba >>

<< ma sei imapzzito?! >>

<< lo avevo promesso a Valerie >>

<< non credo volesse che ti finissi in mezzo ad una strada. Con che soldi pagherai l'affitto? E le bollette? E la tua famiglia? >>

<< mi troveró un lavoro onesto >>

<< andiamo Zayn! Sii obbiettivo. Chi ti prenderebbe? Sanno tutti che tipo sei e cosa fai... per quanto tu possa impegnarti ti vedranno sempre come uno spacciatore >>

<< voglio provarci... tentar non nuoce infondo... >>

<< Valerie ti ha cambiato. Sei diventato un altro >>

<< sono diventato migliore, per lei. E se tu non lo capisci non so che fare >>

Sono nervoso. Per Louis, per la mia ragazza, per tutto. Sono un fascio di nervi e scatto ad ogni minima cosa.

<< va bene, va bene... ma poi ricordati che non potrai tornare dal capo in ginocchio per entrare di nuovo nel giro. Spero tu riesca a diventare il bravo ragazzo che sogni di essere >>

Si alza e mi abbraccia.

Resto piuttosto imbarazzato e stranito da questo gesto. Avevamo appena litigato ed ora era qui ad abbracciarmi.

<< promettimi che continueremo a vederci e che non diventerai moscio come quel Liam >>

<< oh quello mai, stanne certo >>

Rido pensando che l'aggettivo "moscio" si addica proprio bene a Liam. 

Louis allora se ne va sbattendo la porta, con la delicatezza di un bufalo.

Non lo perderó mai.

Ci vogliamo troppo bene per permettere che anche una sola e stupida lite possa rovinare tutto. Lui é il fratello che non ho mai avuto e io lo sono per lui. 

Oggi pomeriggio andró da Valerie e le racconteró che ce l'ho fatta. Che sto uscendo dal giro della droga definitivamente. E che ho smesso di fumare. Solo una sigaretta a settimana. Quindi posso dire che ho quasi smesso no?!

Sono sicuro che se ci fosse sarebbe fiera di me.

Ho anche riavuto la mia moto, aggiustata dall'ammasso di rottami che era diventata, dopo l'incidente. E avevo comprato due caschi nuovi. Per me e per Valerie.

Ero poco convinto che si sarebbe svegliata. Ormai ogni sicurezza stava crollandi, ma pianificavo lo stesso ogni cosa come se lei ci fosse.

Sarei già stato in grado di guidarla, la moto, dato che mi avevano tolto il gesso alla gamba, ma non avevo il coraggio di rimontare in sella.

*In ospedale*

Entro nel reparto con la malinconia sul volto. Lo sguardo percorre la trama del pavimento, che ormai sapevo a memoria.

Poi eccola lì.

La stanza 34.

<< buongiorno amore >>

Le dico e mi avvicino per darle un bacio sulla fronte. Posso farlo perché sono venuto presto, come sempre, e non rischio di sembrare uno psicopatico agli occhi dei suoi genitori.

Mi siedo accanto al suo letto e le prendo la mano. La bacio e accarezzo la pelle delicata.

Poi mi metto a parlare con lei. Le racconto la mia giornata, e il mio fermo intento di trovarmi un lavoro vero, uno che sia onesto sta volta.

" bravo amore, sono fiera di te".

Mi sembra di sentire questa frase uscire dalla sua piccole labbra perfette.

Appoggio la testa sul letto d'ospedale, con la mia mano vicino alla mia bocca e chiudo gli occhi. Mi aggrappo agli ultimi ricordi di lei. All'ultima notte e all'ultimo "ti amo" che mi aveva detto.

Poi niente.                              

Mi addormento, cullato dal suono flebile del suo respiro e dal silenzio della stanza.

Ormai nemmeno il macchinario rumoroso mi disturba. Ci ho fatto l'abitudine al suo bip assillante.

Ho imparato ad amare quel bip perché segna il battito del cuore di Valerie. Della persona a cui appartengo.

Sonnecchio un po'. Non so se per qualche minuto oppure per ore.

Ma poi vengo svegliato da una stretta sulla mano.

Apro gli occhi sicuro di vedere Ann che mi sorride e mi dice di andare a casa a riposarmi, e che mi preoccupo troppo per sua figlia. Ma non é lei.

Nom c'é nessuno.

Guardo la mano ed é intrecciata a quella di Valerie. Possibile che... no é da escludere. Non puó essere stata lei.

Le sue palpebre vengono mosse da un fremito improvviso e io scatto in piedi spaventato. Ancora con la sua mano stretta alla mia.

Ma stretta nel vero senso del termine. Stretta nel senso che sta stringendo con forza la mia mano.

Poi spalanca gli i suoi occhi blu cielo e mi guarda confusa.

Non ci posso credere.

Si é svegliata. Così, in modo inaspettato.

Nessun medico ci avrebbe scommesso. E anche io avevo cominciato a perdere le speranze.

- to be continued -

Ray of Light (sequel of Shadows)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora