ZAYN'S POV
Bip bip, bip bip.
Allungo la mano oltre la sponda del letto e spengo la sveglia fastidiosa. Ritorno sotto il piumone caldo e sento il cellulare sotto la mia pancia.
Lo tengo sempre con me, anche di notte, nel caso Valerie si decida a rispondermi, o nel migliore dei casi a chiamarmi.
Non credevo che "non vedersi per un po' " significasse ignorarmi comletamente. Forse mi odiava per non essere stato attento e averla cacciata in questa situazione.
Prendo il cellulare e lo sblocco. La luce mi ferisce gli occhi e li socchiudo. Niente chiamate e niente messaggi.
<< perfetto >>
Dico con rabbia e appoggio con rabbia il cellulare sul comodino.
Valerie mi manca tantissimo e sapere che aspetta un figlio da me rende tutto piú difficile. Vorrei starle vicino in questo momento delicato e vorrei che non abortisse perché ha comunque una vita dentro. Non può essere cosí senza pietà.
Mi alzo e vado a farmi una doccia, un po' svogliato.
Domani é il mio compleanno e pensavo che lo avrei passato con Valerie. Ma mi ero sbagliato.
Mentre sono sotto la doccia rifletto su quello che potrei fare per occupare la giornata ora.
Un'idea mi illumina e corro fuori dalla doccia. Voglio trovare un lavoro.
Cosí Valerie potrà capire che mi sto impegnando, che voglio veramente fare il padre e far vivere nella stabilità lei e il bambino.
Spero che non abbia gia abortito. Solo a pensarci mi tremano le gambe. Ma me lo avrebbe sicuramente detto, quindi per ora posso stare relativamente tranquillo.
Mi vesto con un paio di jeans neri e una calda felpa grigia.
Se devo andare a cercare un lavoro non posso vestirmi come un barbone. Mi strofino il mento e sento un po' di barba pungere, ma non é eccessiva e poi a Valerie piaceva.
Scendo in strada e giro un po' per la città. Mi sembra strano passeggiare da solo, senza nessuno a farmi compagnia. Infilo le mani nelle tasche della felpa e mi stringo nelle spalle.
Fa abbastanza freddo. Il cielo é grigio, appena qualche raggio di sole riesce a oltrepassare la coltre di nuvole scure. Tira un venticello pungente che mi ferisce la faccia facendomi arrossare leggermente le guancie.
Qua e là per le strade e sulle vetrine posso vedere i residui degli addobbi natalizi. Qualche lucina colorata, degli angioletti di plastica e luminarie spente sui davanzali.
La gente cammima veloce stringendoso nei capotti. Alcuni vanno a lavorare e altri sono ragazzino che hanno bruciato a scuola.
Trovo una sigaretta in fondo alle cuciture della tasca destra. Una solitaria sigaretta, l'ultima forse, che avevo.
Dopo il coma di Valerie stavo seriamente smettendo. Adesso non piú nulla fumavo da qualche settimana ed ero convinto di potercela fare. Se avessimo tenuto il bambino non avrei voluto dare un cattivo esempio. Quindi la prendo dalla tasca e la butto in un cestino. Non ho busogno della nicotina, non voglio piú essere piú dipendente da nessuno, tranne che da Valerie.
Camminando attraverso il centro, arrivo nella periferia, la mia parte preferita della città. Era vissuta, non perfetta e piena di illusioni come il centro. Qui c'é la vita vera, qui, in queste strade avevo vissuto la mia adolescenza con Louis.
Guardo distrattamente la vetrina di una piccola panetteria e vedo un foglio. Mi avvicino per leggere meglio e leggo proprio quello che cercavo. Hanno bisogno di un ragazzo che dia una mano a fare il pane o a servire i clienti.
Non ho nessun tipo di esperienza in nessuno campo. La probabilità che mi assumano, dato questo e la mia reputazione poco pulita, scende di tanto.
Apro la porta di vetro e dei campanellini suonano avvertendo il fornaio del mio arrivo. Il negozio é deserto ma le luci gialle e l'odore di pane fresco mi fanno sentire a casa.
<< Buongiorno. Mi scusi per l'attesa, cosa desidera? >>
Chiede una donnina anziana al di là del bancone. Mi giro e le sorrido, ma al contrario le sembra un po' spaventata da me.
Quasi tutti sanno chi sono e di quello che faccio, ma quasi nessuno sa che grazie a Valerie sono cambiato.
<< mi scusi, ho letto fuori che avete bisogno di assumere un ragazzo che vi dia una mano... >>
La donna fa segno di no con la mano e fa per allontanarsi.
<< vogliamo qualcuno di cui poterci fidare, un bravo ragazzo >>
<< può fidarsi di me, le posso assicurare che non le darò alcun tipo di problema >>
Lei si ferma un attimo e mi guarda. Mi scruta attentamente e io resto solo fermo a farmi analizzare dai suoi occhietti vispi. Ho un bisogno disperato di quel lavoro e sono disposto a tutto.
<< un attimo >>
Gracchia e se ne torna nel retro. Chiama qualcuno e la sento discutere con una voce grossa da uomo.
Infatti poco dopo arriva un vecchietto grasso che mi squadra da capo a piedi.
<< ragazzo, non siamo disposti ad assumerti. Mi dispiace >>
Solo per degli stupidi pregiudizi? Davvero la gente si fermava solo a quelli e non sapeva andare oltre?
<< la prego. Ho bisogno di soldi e voglio trovare un lavoro onesto. Sono anche disposto a spazzare a terra, a fare qualsiasi cosa >>
Non ho mai supplicato nessuno, lo ritenevo una cosa da mosci. Quando volevo una cosa me la prendevo sempre, amche con la forza se necessario. Ma adesso sono disperato.
Il silenzio sta cominciando ad essere pesante. Mi appoggio le mani sul petto, sul cuore precisamente. Per far capire loro quanto bisogno ho di questo lavoro.
<< due settimane di prova. Ma se sparisce qualcosa o ti assenti senza avvisare sei fuori >>
Sputa la donna, ma sempre mantenendo quei pregiudizi su di me, che mi sarei scollato a fatica.
<< grazie mille, grazie mille >>
Ripeto avvicinandomi e stringendo la mano ad entrambi.
<< domani alle sei >>
Dice l'uomo prima che esca. Io annuisco e una volta uscito in strada riverso tutta la mia gioia.
Cammino con ritrovato vigore e non riesco a smettere di sorridere. Non vedo l'ora di dirlo a Valerie. Di dirle che adesso una minima stabilità ce l'abbiamo che tutto può andare al meglio, deve solo fidarsi di me.
VALERIE'S POV
Il telefono vibra. Aspetto che finisca e poi guardo lo schermo. Era Zayn. Ho anche cinque messaggi non letti, sempre suoi. Riappoggio il telefono senza nemmeno leggerli.
Cosa non era chiaro del "non vediamoci per un po' "?
Scuoto la testa e scarto la seconda pillola. La ingoio velocemente e torno a concentrarmi sui libri di scuola. Se devo tornare domani voglio sapere piú o meno le cose fatte. Già non é facile tornare dopo due mesi.
E poi posso distrarmi piú facilmente dai sensi di colpa. Posso ignorare la mia coscenza che mi ripete ogni minuto che sono solo una schifosa assassina. Che sto uccidendo una vita innocente.
- to be continued -
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Ray of Light (sequel of Shadows)
FanfictionZayn e Valerie. Il buio e la luce. Sono apparentemente diversi, ma meno di quanto pensino. Hanno bisogno d'amore e l'hanno trovato l'uno nell'altro. Hanno superato la distanza e le difficoltà, i pregiudizi e le diversità. Ma ancora non basta. Ancora...