Illumi

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Essere inespressivo ha un grande vantaggio: le persone non capiscono mai cosa ti passi per la testa.
Continuano a parlarti per ore credendo che tu li stia ascoltando mentre in realtà pensi a ciò che vuoi mantenendo l'espressione vuota di sempre. Ovviamente devi avere una vaga idea del discorso che ti stanno tenendo, giusto per rispondere con un cenno della testa ad eventuali domande. Per il resto sei libero.
Libero di non sentirli, di ignorarli, di stabilire tu le tue priorità e i tuoi problemi. Di decidere chi sei e chi sei stato.
A quei tempi, di solito, i discorsi che ininterrottamente mi esponevano tutti giorni, tutto il giorno erano semplici nozioni. Geografia, aritmetica, storia... miliardi di notizie perlopiù inutili ripetute allo sfinimento.
Noiose.
Così anche quando per la prima volta mi parlarono del mio nuovo compagno di stanza non stavo prestando troppa attenzione. Anche se avevo chiesto io il cambiamento di camera non avevo nessuna intenzione di star ad ascoltare la lista infinita di malefatte che aveva commesso il mio futuro coinquilino per finire alla Yancy.
In fondo mi sarebbe andato bene chiunque non fosse Chrollo.
A dir la verità i primi giorni il ragazzo mi era parso particolarmente sopportabile.
Silenzioso.
Passava il tempo a leggere, rispettava i turni delle doccia e non cercava di fare amicizia con me.
Non creava problemi.
Almeno finché non si metteva a convocare la sua banda di satanisti la notte per fottermi i compiti. Non è che non li facesse, a scuola era piuttosto bravo, semplicemente trovava divertente rubarmeli. Si giustificava dicendo che i miei schemi fossero particolarmente artistici.
Mi chiedo spesso come facesse lui ad innamorarsi di fogli scritti, semplice inchiostro su carta, file di lettere disposte ordinatamente. A differenza sua a me leggere è sempre stato indifferente. A dir la verità non è mi dia mai piaciuta un attività in particolare a parte stare con la mia famiglia ma quello non penso conti come hobby.
Se mi chiedevano di far qualcosa a scuola ovviamente lo facevo ma non riesco e mai sono riuscito a comprendere passatempi come lo sport o la lettura. Per me sono mondi sconosciuti. Proprio come allora non riuscivo a comprendere Chrollo anche lui era un mondo sconosciuto. Ricordo i suoi millemilla opuscoli su chissà quale nuova religione infilati perfino nella mia tazza da colazione. Il suo modo di fare, il suo rischiare tutto solo per rubare un mero oggetto, il suo colpo di fulmine momentaneo, per poi abbandonarlo dopo averlo ottenuto.
Insomma, credevo veramente di non poter avere un compagno di stanza peggiore di Chrollo, forse perché non avevo ancora incontrato Hisoka.
Ma sto divagando, torniamo all' ufficio del preside, io seduto davanti al vecchio, Netero, che aveva finito di parlare. Torniamo ai suoi sorrisi instancabilmente sempre presenti, ai suoi occhi indecifrabili puntati su di me.
《Sai come ci si sente ad essere nuovi no? Te lo ricordi? Sono tre anni che se qui alla Yancy e sei uno degli studenti più... diligenti, ci farebbe veramente piacere se tu riuscissi ad aiutare il nuovo arrivato》 sfoderò un altro dei suoi sorrisi e abbassò leggermente la voce, nel suo sguardo placido si era accesa una scintilla di ferocia 《chissà se ti comporti bene magari riuscirai a rivedere il tuo amato fratellino...》
Il vecchio sapeva fare molto bene i suoi ricatti e io dopo tre anni in quella scuola avrei dovuto incominciare a comprendere il suo gioco. Lo sapevo benissimo che qualunque cosa avessi fatto, il dolce sorriso del mio Kill non l'avrei più rivisto. Le mie mani non si sarebbero mai più posate tra i suoi capelli bianco-argentati per giocare con le sue morbide ciocche, non avrei mai più ricevuto sguardi sprezzanti dai glaciali zaffiri che erano i suoi occhi e le mie orecchie mai più avrebbero udito le minaccie di morte cantate dalle sue piccole labbra intrise di veleno.
Qualsiasi cosa avessi fatto per il preside, per la scuola o per chiunque sarebbe stata totalmente inutile. Lo sapevo, eppure non riuscivo a smettere di sperare che se mi fossi comportato bene sarei riuscito a salvarlo dall'istituto decadente in cui probabilmente era stato rinchiuso.

Quel giorno mi lasciarono libero dalle mie attività pomeridiane siccome non avevano trovato un sostituto per l'addetto che ci insegnava giardinaggio che aveva avuto una crisi di nervi e io mi ritrovai con niente da fare.
Avevo già terminato i compiti. Rifatto il mio letto. Sfogliato un libro senza alcuna ragione particolare e rimesso al suo posto.
Il mio nuovo compagno di stanza era in ritardo; avevo controllato l'ora un paio di volte, non perché lo stessi aspettando, temevo solo di perdere definitivamente la mia già scarsa cognizione del tempo. E non volevo essere in ritardo per la cena. I ritardi causano problemi.
Ma finché quello fuori orario non ero io non m' importava. I problemi sarebbero stati del preside o del nuovo arrivato.
Non avevo nient' altro da fare quindi decisi di lavarmi. I miei capelli lunghi si sporcavano facilmente di conseguenza dovevo dedicare più tempo alla mia igiene personale rispetto a quando ero bambino. In realtà era stata un'idea del mio ex-terapista, riteneva che fosse positivo provare interesse per qualcos'altro che non fosse la mia famiglia e quindi mi aveva proposto di provare a farmi crescere i capelli e a prendermi cura di questi. Io non credevo che la cosa avesse particolarmente senso, ma era sempre meglio che prendere pillole.

Entrato in bagno mi spogliai velocemente e riempii la vasca di acqua calda.
Nell' Istituto ci sono due tipi di stanze: quelle che hanno solamente il letto e sono costantemente controllate e quelle come la mia. Con il bagno, con le cassettiere, con le finestre...
Se ti comporti bene verrai premiato. Se frequenti le lezioni e le attività pomeridiane, se svolgi i compiti, se non tenti il suicidio un giorno sì e l'altro pure...potrai avere la bella stanza con la vasca da bagno senza un docente che ti controlli anche mentre fai la doccia. Il tuo tempo libero aumenta. Potresti anche partecipare a delle noiossisime gite per vedere i musei nazionali dell'associazione salviamo il bradipo multicolore dei monti tali. I turni per chiamare i famigliari ti verranno allungati di qualche minuto a meno che tu non sia un caso speciale.
Ed io ero un caso speciale visto che nei tre anni passati a scuola, in cui mi ero distinto con una condotta impeccabile, non avevo potuto chiamare nessuno della mia famiglia, nemmeno quell' inunitilità di Alluka.
A ridestarmi dai miei pensieri furono dei passi, qualcuno che fischiettava, la porta che si apriva. Ma i rumori raggiunsero le mie orecchie troppo tardi: tre anni senza allenamento avevano cominciato a farsi sentire.
Mi sembrava, quasi, di essere divenuto sordo.
La tenda della vasca venne tirata.
Un paio di occhi dorati mi fissavano.

Asso di piccheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora