Hisoka

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《Sei andato dallo psicologo? Ci hai messo molto.》
Freddo e disinteressato come al solito, Illumi mi aspettava sulla porta della nostra stanza vestito con un cardigan grigio con un leggero scollo a v e i capelli raccolti. Un normalissimo outfit casalingo che, come tutti i capi d'abbigliamento che portava, mi faceva ribollire il sangue nelle vene.
《Che ne dici di incominciare fare la mogliettina preoccupata dopo che ci siamo sposati ?》Gli sorrisi sardonico.
Certe volte mi chiedevo come mai gli rispondessi con ironia quando Illumi aveva seri problemi a comprendere il sarcasmo. Infatti alle mie parole inclinò la testa di lato e riuscì quasi a esprimere stupore. Dico "quasi" perchè per quanto la sua bocca si spalancasse i suoi occhi restavano vuoti e privi di emozione, come se fosse in uno stato catatonico.
《Sto scherzando~ 》mi affrettai ad aggiungere, sbattendo la porta della nostra camera dietro di me. Fu allora che mi accorsi di un piccolo dettaglio che prima mi era inspiegabilmente sfuggito: non aveva i pantaloni. La mia lingua accarezzò  le labbra mentre ammiravo lo spettacolo le sue gambe erano slanciate e il colore diafano della sua pelle metteva in risalto il reticolato violaceo delle sue vene. Feci un passo verso di lui senza rendermene conto, ero talmente preso dalle mie fantasie che quando indossò i pantaloni, dovetti sbattere un paio di volte gli occhi per tornare nel pieno delle mie facoltà mentali.
Che lo stesse facendo apposta per provocarmi? Conoscendolo si stava semplicemente vestendo ma nella mia mente avevo già deciso che in realtà era tutto un suo piano per sedurmi. Ma avrei pensato a quello più tardi, domenica era passata fin troppo veloce ed ero sfinito. Mi feci rapidamente una doccia rigorosamente fredda e, una volta raggiunto il mio letto, meditai su come fosse triste e monotona una notte alla Yancy: niente feste, niente discoteche e... alla mensa non servivano neanche la pizza.
《Illumiii》gli sussurrai suadente appena spense la luce《Sai, ho veramente tanta, tanta voglia di andare ad una festa.》
《Mhh...》rispose lui.
Decisi di continuare, sentendomi il serpente dell'Eden che tentava Eva:
《 È vietato uscire dalle stanze durante l'orario notturno, ma se noi fossimo casualmente in un un'altra camera e poi, per sbaglio, per assoluta coincidenza non guardando l'ora-》
《No. Dormi.》fu la sua glaciale risposta.
Lo maledissi mentalmente e decisi di attuare una piccola vendetta il più presto possibile: cercando di fare poco rumore mi spostai dal mio letto al suo.
《Cosa stai facendo?》la sua voce fredda fu pervasa da una punta di frustrazione che, probabilmente, non avrei percepito se non fossi ormai così abituato alla sua presenza.
《Dormo. 》sussurrai stringendomi a lui, cercando di far aderire il più possibile i nostri corpi. Lo sentii irrigidirsi sotto il mio tocco ma non disse niente. Quando era arrabbiato era davvero carino.

La mattina successiva mi aspettava la solita routine: Illumi che mi trascinava a forza fino alla sala da pranzo ma arrivavamo comunque in ritardo e trovammo la porta chiusa. Allora ci intrufolavamo in cucina, dove rubammo un panino al volo, per poi correre in aula prima che gli insegnanti cominciassero la caccia all' uomo nell'intero istituto. Quando quella mattina entrammo in classe, interrompemmo una noiosissima lezione di italiano di cui successivamente non ascoltai una parola troppo preso da un'improvvisa ispirazione artistica, ovvero disegnavo le caricature dei miei compagni di classe. All' inizio, quindi, non mi accorsi della stranezza della situazione ma, dopo qualche minuto, notai che c'era qualcosa che non andava. Nonostante fosse lunedì mattina nessuno dei miei compagni sembrava vagamente stanco. Appena il professore si voltava tutti si giravano e componendo piccoli gruppetti incominciavano a sussurrare e ridacchiare tra loro.
Cosa strana visto che nella maggior parte delle lezioni vigilava la regola del silenzio aggressivo. Ovvero: "parlo solo se il professore mi parla e se lo fa è una buona occasione per urlargli contro."
Appena suonò la campana tutti corsero fuori dalla classe incuranti del fatto che vi fossero severe sanzioni per coloro che non camminavano ad un' adeguata velocità nei corridoi. (Due o tre caddero anche e vennero pestati dai coetanei affrettati. Che deficienti!) Curioso, tentai di estorcere informazioni ad Illumi sulla strana vitalità dell' istituto il quale però mi rispose con un'alzata di spalle.
Stavo ancora sistemando i miei libri scocciato dalla mia ignoranza al riguardo quando notai con la coda dell' occhio Kurapika che mi fissava intensamente. Si avvicinò al mio banco continuando a scrutarmi intensamente coi suoi grandi occhi limpidi.
《Hai gli appunti della scorsa lezione?》mi chiese prendendo il MIO quaderno dal MIO banco. Quasi mi sentii insultato. Gli sembravo il tipo di persona da prendere appunti?? E pensare che mi era sembrato pure intelligente la prima volta che l'avevo visto. Kurapika, ancora con il mio quaderno in mano, corrugò la fronte con espressione vagamente disgustata.
《Sembra di no. Faresti meglio a rigurdarli comunque, potresti trovare qualcosa che non coincide soprattutto con la lezione di oggi.》
Disse con un tono di voce piuttosto strano, calcando invisibilmente alcune parole. Come se nella sua frase stesse cercando di farmi intendere qualcos' altro che non aveva esplicitato. Ripresi il mio quaderno sospettoso e sfogliandolo trovai in mezzo alle pagine piene di scarabocchi e stropicciate, un bigliettino piegato meticolosamente. Che l'avesse nascosto lì dentro l'angioletto biondo? Strano che non me ne fossi accorto. Con un sospiro lo aprii:
" Troviamoci alla toilette guasta del terzo piano. Ore 6. Vieni da solo. Distruggi questo biglietto una volta che l'hai letto "
Nessuno firma, ma l'identità del mittente mi era certa. Anche perché chi se non Kurapika chiamerebbe il bagno "toilette".
Illumi di fianco a me si sporse leggermente dal suo posto per vedere cosa ci fosse scritto ma, svelto,richiusi il foglietto nel mio pugno. Quando riaprii la mano non vi era nulla. (vecchio trucchetto di magia imparato al circo, in realtà il bigliettino era in salvo dentro la manica della mia camicia)
《Che cos'era?》mi chiese il ragazzo corvino guardandomi di sottecchi.
《Una proposta di appuntamento da parte di un mio ammiratore segreto.》risposi e per la seconda volta in meno di ventiquattr'ore un' espressione di quasi stupore attraversò il pallido volto di Illumi che come al solito restò in silenzio.
《Ma non devi essere geloso》 continuai io 《possiamo sempre fare una cosa a tre!》non avevo ancora finito di parlare che Illumi si era già alzato dirigendosi fuori dall'aula spazientito.
Un sorriso mi ghermì le labbra, non solo perchè Illumi era dannatamente carino quando era arrabbiato ma pareva anche fosse giunta l'ora di divertirsi.

Nota d'autrice:
Questa storia non è morta, giuro! Ho solo avuto un piccolo momento di "blocco" credo...ringrazio nuovamente tutti i lettori per il supporto e al prossimo capitolo.

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