Illumi

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Hisoka sarà stato al settimo giro di qualsiasi cosa ci fosse dentro a quei bicchierini di plastica colorata, quando Kuroro si alzò in piedi.
Io, invece, non avevo bevuto quasi nulla, volevo restare sobrio a tutti i costi. Non mi stavo divertendo ed ero ansioso di lasciare la festa il prima possibile.
Mi avvicinai ad Hisoka per dirgli che dovevamo tornare subito alla nostra stanza ma non ebbi il tempo di parlare perché il ragazzo si era già messo ad urlare:

《Signori e ehm...signori, questa festa è un assoluto mortorio, ma anche alle feste peggiori si deve sempre rispettare la tradizione!》

Ovviamente doveva succedere una cosa simile. Sapevo di dover fermare Hisoka prima che facesse l'ennesima cazzata, anche se non avevo idea di quali fossero le sue intenzioni lo conoscevo fin troppo bene. Nella sua testa non c'era un singolo pensiero che non fosse in qualche modo estremamente perverso.
Nel frattempo dalle persone sedute intorno a me si levò solo qualche commento sparso e delle risatine ma Hisoka non si fece intimorire, anzi sembrava quasi a suo agio. Amava stare al centro del palcoscenico, come il pagliaccio che era.
《Una festa non è una festa se non si gioca ad obbligo o verità!》
Proclamò infine, balzando al centro della piccola folla di persone, io sbuffai gettando la testa indietro. Quasi avrei preferito che tirasse fuori un coltello e iniziasse una rissa, piuttosto che rispolverare la più delle squallida tradizioni tipiche delle feste dei sedicenni. Stavo per alzarmi e andarlo a prendere di peso, quando  un ragazzo biondo dall'aria familiare catturò la mia attenzione.
Se fossi più interessato al mondo, forse, avrei notato prima la presenza di questo giovane dagli occhi di un colore così strano a scuola, soprattutto perché era tra le persone con cui Hisoka era più in confidenza. Ma per qualche strana ragione mi accorsi di lui solo allora. Restai per un attimo in silenzio a fissarlo e quello fù l'errore che mi costò la serata.
《Ti stai offrendo volontario?》 Mi chiese il ragazzo biondo del quale ero certo di sapere il nome. Dovevo averlo guardato veramente malissimo perché Hisoka era scoppiato a ridere e mettendomi una mano sulla spalla mi aveva costretto a risedermi a terra.
《Suvvia, suvvia, capisco l'eccitazione ma non mi piace quando mi rubano la scena. Nemmeno se a farlo sei tu, mio caro. Quindi incomincio io!》
Esordì Hisoka .
Poi guardò molto intensamente come se stesse per chiamare il mio nome ma si girò invece all'ultimo verso un altro ragazzo, dietro di lui.
《Obbligo o verità?》
Il ragazzo imprecò in una lingua a me sconosciuta e fissando il mio compagno dai capelli rossi in maniera intimidatoria, mugugnò un flebile "verità".
Hisoka gli fece il verso, palesemente infastidito dal fatto che non avesse scelto obbligo. Poi gli chiese la domanda più scontata che una persona si potesse immaginare, ovvero quale persona gli sarebbe piaciuto "farsi" tra i presenti. Ero abituato ai  livelli di squallore di Hisoka ma questo era troppo perfino per lui. Praticamente aveva preso la sua dignità, gettata a terra e c'era saltato sopra diverse volte. Sempre ammesso che Hisoka avesse una dignità. Cosa che dubitavo fortemente.
Feitan gli rispose nessuno aggiungendo diversi insulti omofobi che l'avrebbero fatto sparire dall'internet più velocemente di quanto non sparisce un Hisoka alla Yancy quando è lasciato senza supervisione. E se state pensando che io sia sarcastico vi sbagliate. Non ho assolutamente idea di cosa sia il sarcasmo né tantomeno sarei capace di farne uso. In ogni caso Feitan continuò dicendo che la cosa più eccitante che avrebbe mai fatto con un ragazzo sarebbe stato riempirlo di botte, trattamento che avrebbe riservato più che volentieri anche ad Hisoka. I due si stuzzicarono ancora un po' poi il ragazzo più alto fece spallucce e si arrese, andandosi a sedere di fianco a  Kurapika, il giovane biondo di cui mi ero finalmente ricordato il nome.
Sapevo la sua storia e non mi stupivo che fosse finito in un istituto come questo.
Sapevo che non aveva una famiglia perché era stata sterminata e quando uno non ha i genitori è facile finire sulla brutta strada, rinchiusi in un posto del genere.
Ripensai con nostalgia alla mia di famiglia ma venni improvvisamente distratto quando notai, di fianco a me, la figura di Kuroro che osservava gli altri ragazzi silente, leggermente in disparte, con fare enigmatico.
Non mi ero nemmeno accorto che mi fosse seduto vicino. Nel frattempo gli altri ragazzi si alternavano a turno del gioco, con domande cretine e obblighi ancora più imbarazzanti. Di tanto in tanto le loro voci esplodevano in schiamazzi più alti e due o più persone rischiavano di venire alle mani. Ogni qualvolta che questo accadeva però un'occhiata di Kuroro bastava a farli risedere. 《Non facciamo le  teste di cazzo dai, siamo tutti amici qui, restiamo tranquilli...》
Diceva qualcuno, strattonando pesantemente i ragazzi coinvolti.  E aveva ragione. La maggior parte dei presenti conosceva bene la violenza. Alcuni( Hisoka) magari apprezzavano anche le risse da bar ma la maggior parte delle persone associate ad un intellettuale come Kuroro le considerava solo la manifestazione più patetica del basso ego di qualche sconsiderato. Non mi sarei aspettato di meno che quella spietata freddezza dal figlio del capo di una delle bande criminali più influenti del paese...
Quando fu chiamato il mio nome, da un ragazzo che nemmeno conoscevo,
mi astenni dal partecipare e come pena mi toccarono tre bicchieri di plastica da svotare.
Se avessi scelto di partecipare magari avrei potuto obbligare Hisoka a tornare in camera con me ma il gioco non valeva tale rischio. C'erano molte cose che non ero pronto a fare o ad ammettere di fronte ad altre persone, quindi era giusto che scontassi la mia pena.
Buttai giù il primo bicchiere in un sorso solo ma fu una pessima scelta perché mi trovai presto a tossire e con altri due bicchieri da finire.
Hisoka mi sorrise divertito dall'altra parte della stanza e la mia abituale voglia di ucciderlo aumentò esponenzialmente.
Poi, iniziai a sentirmi strano, leggero, quasi divertito.
Un'emozione che raramente mi permettevo di provare.  Mi scoprii più loquace, soprattutto con Kuroro.
《Che strano che non ci abbiano ancora scoperto...》gli dissi stupendo perfino me stesso.
Non avevo mai avuto grandi capacità oratorie e non comprendevo perché avessi incominciato a parlare così casualmente in quel momento.
Kuroro mi fissò a lungo prima di rispondere:
《Alla maggior parte degli insegnanti non importa.
Non possiamo fuggire. Questo posto è circondato da kilometri di bosco. Non abbiamo una cartina per orientarci. E se anche c'è l'avessimo moriremmo di stenti prima di raggiungere il primo centro abitato. E se ciò accadesse, se noi morissimo, a nessuno importerebbe ....un criminale in più, uno un meno...》
Ma proprio mentre stava dicendo questo, venne pronunciato il suo nome nel gioco.
Tutti i presenti si erano fatto improvvisamente silenziosi e una bottiglia al centro del cerchio in cui eravamo disposti indicava proprio lui, il mio ex compagno di camera dai capelli corvini.
Non avendo prestato attenzione, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. Poi sentii la voce di Hisoka dietro di me.
《Kurapika ha accettato un obbligo di Uvogin che dopo la quasi rissa dell'altro giorno non vede l'ora di potersi vendicare》rise il ragazzo dai capelli rossi.
《Che cosa deve fare?》
Chiesi preoccupato di come la situazione potesse degenerare.
Ma Hisoka rise ancora più forte.
《Che cosa gli deve fare semmai....》 disse guardando in direzione di Kuroro《 Kurapika deve ricevere un bodyshot da Kuroro 》
Gli stavo per chiedere cosa fosse un "bodyshot" poi decisi che non lo volevo sapere.
Osservai da lontano la gente che urlava e si esaltava, il ragazzo biondo che si toglieva la maglietta per lasciare che gli rovesciassero il contenuto di un intero bicchiere addosso.
Kuroro, nel frattempo gli si era avvicinato.
Improvvisamente capii quello che sarebbe successo e mi trovai... curioso.
Mi immaginai di essere io al posto di Kurapika, sdraiato con quel disgustoso liquido trasparente sulla pelle ad aspettare che fossero le labbra di qualcun'altro a ripulire il mio corpo. Mi vennero  i brividi e non permisi alla mia mente di indulgiare oltre, dovevo assolutamente riprendere controllo della mia testa. Gli effetti dell'alcool erano veramente spaventosi.  Mi allontanai dal gruppo con la vaga sensazione di star dimenticando qualcosa, o meglio qualcuno.
Non dovevo controllare Hisoka?
Ma in quel momento non mi sembrava più una priorità... mi sentivo leggero. Volteggiavo un passo dopo l'altro... mi ero dimenticato totalmente di cosa dovessi fare.
Improvvisamente un ostacolo si parò sul mio cammino. Mi scontrai con petto scolpito e  alzando lo sguardo, riconobbi un sorriso insolente e un paio di maliziosi occhi dorati.

Angolo d'autrice:
Beh....non sono ancora morta. Strano ma vero. Ieri sera sono riuscita a finire di pensare la trama di questa storia, ma non so se avrò le forze di finire di scriverla. Magari tra tre o quattro anni...

Asso di piccheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora