Capitolo 9

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A quella rivelazione il ragazzo pensò che il padre iniziasse a sentire il peso di tutti quei secoli vissuti sulle spalle, ma poi una scintilla gli attraversò la mente illuminandolo. -Giusto perché non ci ho pensato prima?- Lasciò il monaco ancora a bocca aperta senza lasciargli aggiungere nient'altro e corse fuori dalla sala da pranzo a per di fiato verso l'Albero del Tempo. Se quest'ultimo si poteva considerare come una finestra che si apre sulla visuale di tutte le persone, collegandosi all'albero Zefirus poteva guardare ciò che il fratello vedeva in quell'istante, riconoscere, in qualche modo, il posto in cui si trovava e riportarlo finalmente a casa. Non perse tempo e appena giunto sul luogo entrò in sintonia con la pianta mistica: cerca e ricerca, cerca e ricerca.

Niente.

Non riusciva a trovare il ramo giusto.

"Che lo abbia tagliato prima di andare via?"

Preoccupato per il suo pensiero tornò dal maestro esponendogli la domanda che lo assillava.

-Se qualcuno dovesse mai rimuovere un solo germoglio dall'Albero del Tempo, la vita di quella persona verrebbe totalmente alterata o addirittura cancellata dalla memoria globale: fatti e gesta compiuti verrebbero persi nel nulla. Persino quando una persona muore il suo ramo non cade, per questo l'Albero ha quell'immensa chioma. Cambia un solo particolare dei Mistici e il mondo intero crollerà.

-Allora come mai non sono riuscito a trovare il ramo di Fawynto?

L'atmosfera agitata si calmò in attesa della risposta che tardava a venire. Il vecchio sapeva come replicare alle mille domande del giovane e lo faceva con molto piacere: la possibilità di trasmettere il proprio sapere a qualcun altro era appagante. Eppure, questa volta fu diverso; sul suo volto si dipinse disperata tristezza e amaro rimpianto.

Gilnie decise di alzarsi dalla sedia, e la fatica non mancò. -Perché hai cercato nell'albero sbagliato...- Le braccia gli tremavano per lo sforzo di sollevarsi. -Seguimi furia.- gli fece cenno di andargli dietro. La sua tenacia, dedita in tutto quello che faceva, colpì tanto il padre, da attribuire a Zefirus l'appellativo di furia.

Erano diretti dietro il maniero, il ragazzo aveva capito a che pianta stavano andando in contro, quindi, si affrettò a superare il maestro, però a un certo punto si bloccò. Non riusciva a muoversi. Non un muscolo rispondeva ai suoi comandi e più si dimenava, più si irrigidiva.

-So che fremi tanto quanto me nel trovare tuo fratello, ciò nonostante devi darti un contegno. Devi riuscire ad incarnare l'ordine stesso, non puoi permettere alle emozioni di prendere il sopravvento. L'equilibrio perfetto è la chiave di tutto.- lo superò per guardarlo dritto negli occhi. -Specialmente in momenti come questo. Sia ora, che nel futuro.- gli sussurrò.

Con un gesto circolare del braccio Gilnie tolse la morsa magica che attanagliava il corpo di Zefirus.

-Quello laggiù,- puntò il dito contro il soggetto di cui stava parlando. -a un miglio di distanza circa, è l'Albero dei Ricordi.

Enfatizzò la frase gesticolando. -Ma se l'albero è laggiù, come mai noi siamo quaggiù?- Dopo una breve pausa, il giovane aguzzò la vista in direzione dell'Albero.

Scorse solo una macchia rosa confetto rettangolare. -L'albero è dietro quella cosa là?- domandò l'apprendista.

-Ciò che vedi è una foresta. L'Albero è quella foresta.- sottolineò il maestro. -Noi non proseguiremo oltre questo punto per il momento. Guarda.- Abbassò lo sguardo al suolo e il ragazzo fece lo stesso, si chinò sulle ginocchia e accarezzò l'erba con la mano.

-Sono...

-Germogli.- lo anticipò Gilnie -e permettimi di aggiungere: estremamente delicati. Non vanno calpestati per nessun motivo, ognuno di questi è unico nel suo genere. Essi sono in continua espansione. Non a caso l'Albero ha una diversa locazione rispetto agli altri Mistici. I germogli sono i desideri e i pensieri delle persone, noi li identifichiamo come ricordi. Sono molto fragili perché come i pensieri nascono da un qualcosa di fugace che può perire o continuare a svilupparsi in un istante di tempo. È nostro dovere contenere questa rapida diffusione selezionando e abbattendo ricordi futili. Questo vale anche per i ricordi antichi, quelli che formano la foresta che vedi lì in lontananza.

-È impossibile arrivare fin là senza creare danni.- si lamentò. -Nella porzione di spazio uguale al mio piede, saranno dislocati una miriade di germogli!- Zefirus cadde a sedere in depressione. Ogni volta che il padre gli diceva come trovare Fawynto, si ritrovava punto a capo.

-Puoi raggiungere l'Albero danzando.

Alzò la testa e corrugò la fronte credendo di aver frainteso. -Come prego?

-Per giungere ai ricordi antichi devi scivolare da un germoglio all'altro, da un ricordo a quello successivo. Devi essere leggero come l'aria e il tuo andamento immutabile, come il flusso di un fiume. Mille e più colori brillanti si paleseranno davanti ai tuoi occhi sottoforma di scie. Ti ritroverai immerso in un oceano di ricordi, ognuno appartenente a una persona diversa. Per non affogarci dentro dovrai farli fluire all'interno del tuo corpo, e a guidarli saranno le tue mani, le tue gambe, il tuo respiro.

L'idea di dover danzare ogni volta per occuparsi di un albero pareva ancora eccessiva, ma ora come ora la furia avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di riabbracciare suo fratello.

-Per uscire illeso il tuo corpo deve essere in forma smagliante e il tuo equilibrio eccellente. Da domani inizierai un allenamento intensivo. Farò di te un vero Guardiano.

Il Guardiano degli AlberiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora