Capitolo 8

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Fawynto era scomparso. A seguito della discussione con il padre non si era più fatto rivedere.

-Dove è andato Fawynto? Mi manca, quando torna?- nonostante la cattiva impressione che aveva avuto del fratello, nel vederlo così adirato, Zefirus ne sentiva la mancanza.

Non era la prima volta che il ragazzo spariva nel nulla, ma la sua assenza non durava mai per più di otto ore. Al terzo giorno dalla litigata Gilnie si vide costretto a sospendere le lezioni del suo nuovo apprendista per mandare quest'ultimo alla ricerca dell'amato figlio. Fra loro due c'era stato un terribile malinteso che andava chiarito immediatamente, a tutti i costi.

Zefirus era abbastanza grande per cercare il fratello nel Giardino e non appena il monaco gli diede il permesso iniziò ad ispezionare la foresta. Al suo arrivo in quel luogo, Fawynto gli consentì qualche volta di aiutarlo a prendersi cura del bosco e così imparò ad orientarcisi; inoltre sapendo come comunicare con gli animali, durante le sue ricerche non fu mai solo. Perlustrò il primo settore in quattro giorni e anche gli altri tre gli portarono via giù di lì lo stesso tempo.

Durante l'arco della giornata Gilnie attendeva seduto al tavolo della sala da pranzo, era la prima stanza a cui si accedeva per il tramite della porta d'ingresso. Aveva dato a Zefirus un coprifuoco da rispettare e nel caso non fosse rientrato in orario allora voleva dire che era successo qualcosa.

Quando la porta d'ingresso cigolava, il vecchio si drizzava subito in piedi speranzoso, ma ogni volta che Zefirus entrava, scuoteva leggermente la testa sconsolato.

Talvolta i gesti parlano da soli: "Non lo ho trovato".

Tutte le sere era la solita storia: a seguito di quel cenno l'anziano monaco aveva un tuffo al cuore, si voltava e si ritirava lentamente nelle sue stanze lasciando il figlio cenare da solo.

Al suo rientro, prima di richiudere la porta, in un ultimo tentativo, gli occhi di Zefirus brancolavano nell'oscurità del notturno paesaggio in cerca di qualcosa, in cerca di qualcuno. Come al solito non vide altro che il buio più totale.

La mattina aveva portato rabbia nel risveglio del giovane.

-Come mai non lo trovo?- urlò sbattendo violentemente la mano sul tavolo da pranzo. -Ho ispezionato tutta la foresta: ogni settore, ogni angolo, grotta, lago, albero e lui non c'era! Come è possibile?!- continuò fissando una carta geografica del Giardino.

-Probabilmente perché non si trova in questo mondo.- disse Gilnie facendo la sua entrata nella stanza.

Non aspettandosi la risposta di qualcuno storse la faccia perplesso.

-Non ti sarai mica dimenticato del posto da cui provieni, vero? Rammenta: un uomo deve sapere da dove viene, per sapere dove arriverà.- aggiunse seriamente.

-Ma come ha fatto a sparire con tanta velocità?

-Molto probabilmente ha usato l'Albero dalle Infinite Porte.- gli rispose sedendosi a tavola.

Zefirus continuò a ripetere quel nome dentro di sé, sperando di ricordare qualcosa ma non ci riuscì -È probabile che non lo abbia ancora studiato...- fece notare al maestro.

-È l'albero che ha la corteccia tendente al verde e al blu acceso, quello che al posto dei rami e delle foglie ha dei flussi continui in movimento che vanno dissolvendosi alle estremità.

Avendo intuito a quale pianta alludesse il padre, si grattò la testa per sforzarsi di ricordare meglio. -Non ho mai visto alcuna porta sull'albero...

-L'albero stesso è una porta. Il mondo da cui provieni è ricolmo di alberi identici a questo, ma si differenziano da quello qui presente perché sono mobili. Per evitare il libero accesso a chiunque nel Giardino, gli alberi si muovono; sono estremamente veloci e non stazionano mai nello stesso posto. Difficilmente le persone li vedono e quando ciò accade, dato che l'azione dura pochissimo, immaginano di aver intravisto esseri divini che magari venerano, o qualcos'altro... A questo punto Fawynto potrebbe essere ovunque.- concluse addolorato.

-Come funziona?- domandò interessato l'allievo.

-Non mi sembra particolarmente difficile- ripose accigliandosi. La sua calma era messa a dura prova da quella situazione -Devi attraversare l'albero come una porta. È così complicato?!- riprese il controllo di sé, dandosi un contegno. Continuò. -Guardando l'Albero dalle Infinite Porte puoi sapere dove sono e dove saranno dislocati gli alberi mobili nel corso del tempo; lo attraversi focalizzandoti sulla destinazione e il più è fatto. Quando invece attraversi uno degli alberi presente nel tuo mondo d'origine, sempre se hai avuto l'accortezza di calcolare la loro posizione prima di lasciare il Giardino, esso ti ricondurrà direttamente qui. Oh! Quasi dimenticavo: gli alberi mobili si trovano nei posti più impensabili: in aria, sott'acqua, nelle grotte sotterranee... Sfrecciano via come il vento e i pochi che li vedono di sfuggita dovrebbero ritenersi molto fortunati.

C'era poco da fare, quando Zefirus si metteva qualcosa in testa niente gli faceva cambiare idea. Perciò nemmeno l'ipotesi di dover ispezionare ogni angolo del mondo lo scoraggiò. -Ci sarà pure un luogo a lui caro nel quale si reca ogni tanto! Voi siete suo padre... Ditemi, dove lo posso trovare?

-Nei suoi ricordi.

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