Capitolo 6

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Fawynto condusse il piccoletto, che per volere del padre poteva ormai considerare come un fratello, in una stanza nella quale spalancò arrabbiato un vecchio armadio per cercare degli indumenti adatti da fargli indossare; ritrovandosi a razzolare fra polvere e antichi ricordi.

La camera era molto spartana: i pochi mobili situati lì dentro erano di legno scuro; opposto alla porta si trovava un letto basso e sopra di esso una finestra tonda senza persiane che filtrava la luce del giorno in quella stanza buia e polverosa. Si poteva vedere il pulviscolo che si era formato all'apertura dell'armadio volteggiare in aria.

All'apprendista non andava giù il fatto che, dopo aver studiato così duramente, fosse arrivato il tanto atteso Guardiano. Se si poteva considerare tale... Lui già si era immaginato la sua vita futura: dedicata solamente alla cura degli alberi. Ora cosa avrebbe fatto? Sarebbe ancora stato utile per qualcosa?

Alla fine delle sue riflessioni trovò quello che stava cercando e lo porse al bambino. Dopo un'energica percossa, per togliere i millenni di antichità di dosso, poté indossarli. Una volta cambiato, Fawynto lo condusse all'ingresso. Durante il tragitto si era fermato per prendere delle corde e alcuni sacchi di mangime, Zefirus, giustamente curioso, gli fece qualche domanda dalle quali venne a sapere che gli servivano per accudire gli animali dei quattro settori.

-Posso aiutarti?

-Volentieri! Però prima pensa a studiare i poteri dei Sette, se mio padre ti ha riconosciuto come Guardiano, tu prima di tutti li devi conoscere come il palmo della tua mano.- disse il ragazzo con falsa gentilezza: già gli aveva rubato le poche attenzioni che il padre gli riserbava e il posto come Guardiano, e ora voleva pure occuparsi degli animali?

Una volta usciti, Fawynto, felice di potersi ritirare da solo, si diresse verso la foresta ma notò che il bambino lo stava ancora seguendo tutto sorridente, a quel punto lo fermò ridendo e gli mise una mano sulla spalla.

- Dove credi di andare? Mio padre ti sta aspettando lì.- indicò con un gesto del mento.

Zefirus si girò spaesato e l'apprendista ne approfittò per andarsene tranquillamente, carico di roba. Oltrepassando la siepe scomparve dalla vista del fratellino che corse da Gilnie.

-Eccoti finalmente! Quanto tempo ci ha messo mio figlio per trovarti qualcosa di decente da indossare?-non ebbe tempo di rispondere che il vecchio continuò- Non indugiamo oltre, siediti pure per terra, ci aspettano delle lunghe lezioni.

L'idea di studiare non piaceva per niente a Zefirus, ma quel posto non era affatto male: padre e figlio lo avevano trattato benissimo anche se si era intrufolato in casa loro senza preavviso. Non avendo un posto o delle persone da cui tornare il fatto di poter disporre di un letto per la notte e tre pasti al giorno non gli dispiaceva.

- Questo possente albero che ti trovi davanti l'ho grossolanamente chiamato Albero del Cibo: si assicura che ci siano abbastanza risorse primarie nel mondo e regola il ciclo della vita.

-Cosa è il ciclo della vita?

-Riguarda l'equilibrio naturale: fa sì che non ci siano sovrabbondanze di specie animale o vegetale. Per esempio, il numero di insetti nel mondo è regolato dai pipistrelli e da altri animali che se ne cibano. Questi animali vengono mangiati a loro volta e perciò non eccederanno mai in numero e così via. Regola anche la crescita dei vegetali: ne stabilisce il periodo di fioritura e di raccolta. Dato che gli esseri viventi necessitano di nutrirsi sin dalla notte dei tempi, questo è molto più vecchio rispetto all'Albero del Denaro. Questo, fra tutti, è il più giovane perché le forme di pagamento vennero introdotte dall'uomo dopo millenni, nella storia.

Vedendo che lo sguardo dell'allievo si era dotato di un particolare scintillio, aggiunse che questo albero durante i secoli mutava raramente, perché l'ammontare totale della ricchezza mondiale variava sporadicamente, perciò se gli passava per la testa l'idea di arricchirsi per il tramite dell'albero, non faceva altro che privare una persona dell'esatta cifra di cui si era impossessato.

-L'unico cambiamento che potrai notare è la disposizione delle foglie nei rami: la loro quantità indica la ricchezza di una città, stato o paese; la distribuzione cambia, ma il numero totale di foglie è sempre lo stesso.

Il tempo scorreva e Zefirus imparò il necessario sull'albero del Cibo e del Denaro. Avrebbe approfondito ulteriori concetti da grande. Per il momento Gilnie contava di fornirgli un'infarinatura generale; così, se gli fosse successo qualcosa, sarebbe stato il figlio a spiegargli tali approfondimenti.

Anche Fawynto, in questo periodo, aveva iniziato a comportarsi come un fratello maggiore dedicandogli delle attenzioni durante la giornata: in parte per insegnargli alcuni incantesimi basilari, in parte per divertirsi assieme.

-Come è possibile fare queste cose?- domandò il fratellino alle prese con una magia.

-Mio padre ha ipotizzato che la nostra prolungata vicinanza ai Sette e alle loro "radiazioni", ha influenzato le particelle del nostro corpo. Per spiegartelo meglio dovrei inoltrarmi in un argomento troppo complesso per la tua giovane mente, perciò, fidati di me.- gli fece l'occhiolino -Diciamo che gli alberi ci hanno dotato di poteri speciali.- spiegandolo aprì di scatto la mano, rivolgendo il palmo verso il cielo, una piccola fiamma rossa danzava lì sfavillante.

Il giorno era ormai calato. Affaticati dalla pesante giornata si distesero sull'erba a riposare.

-Se non mi sbaglio il prossimo albero che affronterai è il più teorico fra tutti- disse il ragazzo guardando il cielo- È l'Albero del Tempo.

Il Guardiano degli AlberiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora