11. Novembre

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Le settimane trascorsero lente, dopo la festa del F.U.N. Harper provò a parlare con Adam, ma lui la evitava e quando finalmente riuscì a scovarlo lui le disse di volere del tempo per pensare e per smaltire la rabbia. Lei gli aveva spiegato come fossero andate le cose, ma lui si ostinava a dire che vedeva un interesse da parte della ragazza nei confronti del giovane Black. Lei gli rispose che era con lui che voleva stare. E lui le fece notare che quella non era una vera risposta. Forse se lei gli avesse spiegato la situazione di Sirius lui sarebbe stato più comprensivo. Ma non lo fece. Non lo fece mai.

Così si concessero del tempo. A tre settimane da Halloween ancora non si rivolgevano la parola.

Le cose tra Harper e Sirius erano cambiate. Non parlarono mai di quanto si erano detti quella sera, entrambi conservavano il ricordo, ma parlarne era troppo difficile. Era stato come guardarsi allo specchio e vedere la devastazione che i loro traumi avevano causato. Per lenire quelle ferite era sufficiente sapersi vicini, le parole le avrebbero fatte sanguinare di nuovo. Tuttavia, c'era una strana tensione tra di loro, come qualcosa di non detto, qualcosa che, nonostante il silenzio, si faceva sentire. Si era destata una sensazione in Harper dopo le parole di James e il confronto con Adam. Loro avevano espresso a parole quei sentimenti che lei provava da settimane, ma che aveva sempre tentato di far tacere. Che ancora non voleva ascoltare. Continuava a dire a se stessa che erano solo amici, che ciò che provava per lui era del semplice affetto.

«Remus!» urlò impaziente Harper attraverso il buco che conduceva alla torre di Grifondoro. Avrebbe potuto tranquillamente entrare, ma non osava farlo.

Una testa corvina sbucò fuori ridendo «Si è svegliato dieci minuti fa!» disse Sirius.

Harpe attese un istante prima di rispondere, cercando di placare la fitta che le aveva stretto lo stomaco appena aveva visto il suo viso. Era solo Sirius, doveva darsi una calmata!

«Cosa? È stato lui a dirmi di venire presto, così che Violet non se ne accorgesse!» puntualizzò lei.

Sirus alzò le spalle. «Il problema è che non gli piace alzarsi presto di domenica.»

«Non piace a nessuno. Eppure eccomi qui! È lui quello che deve fare il regalo per i due mesi d'amore!» disse lei seccata.

«Che romantico!» disse, portandosi la mano al cuore e avvicinando il volto a quello di lei.

Harper arrossì leggermente e rise. «Voi venite?»

«James e Peter sì. Io sto troppo male.» disse con espressione mesta.

«A me sembri stare bene» rispose lei scettica.

«Oh, no, no. È stata una notte d'inferno. Stavo praticamente per morire.» disse serio.

«Mettiti le scarpe e vieni! Smettila di fare tante storie. Un po' di nausea non fa di te un malato terminale.» rispose James, uscendo dal buco. Peter si limitò a sorridere, il volto ancora gonfio di sonno. Remus era proprio dietro di lui e ansimava «Eccomi! Eccomi! Scusami tanto.»

Harper gli lanciò un'occhiataccia. Lui le sorrise. E lei non riuscì a prendersela. «Allora? Che fai tu, vieni?» chiese rivolta a Sirius, sperando in cuor suo in una risposta affermativa.

Lui li guardò con espressione sofferente e rispose «Va bene. Ma se muoio sarà colpa vostra!»

«Sopravvivremo!» disse James, alzando gli occhi al cielo.

Andarono ad Hogsmeade, comprarono dei fiori e una stramba maglietta che riportava una scritta che cambiava, passando dal "F.U.N sta per fidanzata unicamente narcisista" a " Il mio sole sei tu". Harper trovava l'idea carina e un po' sdolcinata, ma i suoi amici lo presero in giro fino allo sfinimento.

«Sirius, secondo te cosa le regalerà per il primo anniversario?» chiese James ridendo. Sirius non rispose.

«E tu cosa regalerai a Lily? Ah, no. Non state insieme.» rispose acuta Harper in difesa dell'amico.

James sgranò gli occhi, non credeva alle sue orecchie «Sirius! Hai sentito cosa mi ha detto? Dovresti spiegarle il mio piano di conquista. Geniale!» disse entusiasta. Sirius non rispose.

«Amico! Si può sapere cosa stai combinando?» ma non appena si voltarono lo videro in ginocchio, pallido che si contorceva dal dolore. Il primo istinto fu quello di pensare ad uno scherzo, ma la sua faccia smunta non lasciava spazio a dubbi.

«Amico!» Urlò James.

«Sirius!» urlarono gli altri tre. Il ragazzo cominciò a contorcersi dal dolore, lanciò urla disumane. Sangue fuoriuscì dalla sua bocca e dal naso, gli occhi grigi rotearono all'indietro, come volessero guardare l'interno del cranio. Ma la cosa peggiore fu quando cessò di urlare e svenne esanime.

«Qualcuno ci aiuti!» gridarono. Erano tutti e quattro in preda al panico. Harper aveva gli occhi colmi di lacrime. Lo teneva stretto tra le braccia e continuava a scuoterlo cercando di rianimarlo in qualche modo. Il volto di lui era pallido, inespressivo. Smise di respirare: sembrava morto. Il cuore di lei sembrò fermarsi, un dolore familiare le colpì con violenza il petto lasciandola senza respiro. Non poteva sopportarlo di nuovo. 

Sirius Black giaceva esanime tra le sue braccia e lei comprese in quel momento che non sarebbe sopravvissuta al dolore di perderlo.

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Grazie a tutti coloro che leggono la mia storia!

Buon anno!

Missing moment  °°[Sirius Black]°°Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora