16. Ricominciare

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Tornare alla normalità non fu facile per Harper. In momenti difficili concentrarsi sullo studio l'aveva sempre aiutata. Così lo fece, ci si buttò a capofitto per settimane, evitando il più possibile distrazioni. Le uniche persone che voleva vedere erano Violet e Ben. Avrebbe voluto vedere anche Remus, ma sarebbe stato difficile nascondergli la verità. La ragazza, infatti, non aveva detto a nessuno della rottura. L'unica a saperlo era Violet, a cui aveva chiesto di non dire niente.

«È incredibile! È da Halloween che non organizzo una festa del F.U.N. Devo fissare subito una data.» disse Violet sedendosi al tavolo dei Corvonero per colazione. E cominciò ad appuntarsi date e idee per il tema della festa.

Harper le sorrise «Se vuoi di do una mano ad organizzarla...» propose.

Violet e Ben rizzarono la testa, come se avesse pronunciato le parole più assurde del mondo.

«Cosa?» dissero all'unisono.

Lei sorrise «Avete capito bene.»

Ben cominciò a toccarle la fronte «Ti senti bene?» disse melodrammatico. Mentre Violet la guardava con aria indagatrice.

«Mi sento meglio.» rispose sincera.

Il volto dell'amica si allargò in un ampio sorriso «Bene! Allora certo che sì!» rispose con entusiasmo.

Avevano lezione di Cura delle Creature Magiche. Così si diressero fuori, fino ai margini della Foresta Proibita. Il professor Kettleburn aspettava la classe a una trentina di metri dalla capanna di Hagrid; davanti a lui c'era un lungo tavolo carico di bastoncini.

«Salve, ragazzi! Iniziamo subito. Chi sa dirmi come si chiamano questi?» Indicò il mucchio di bastoncini. Questi balzarono in aria rivelandosi minuscole creature di legno simili a folletti, ciascuna dotata di braccia e gambe nodose e marroni, e di una buffa faccia piatta di corteccia.

Harper alzò la mano. Ma lui le disse «Signorina Geek, ultimamente è un po' troppo partecipe. Facciamo rispondere qualcun'altro» e così dicendo scrutò gli studenti «Smith!»

Violet non amava fare la studentessa modello, ma se interpellata rispondeva sempre. Alzò la testa dalla lista di cose da fare e rispose «Asticelli. Sono guardiani di alberi, di solito vivono sugli alberi da bacchette.» poi tornò alle sue faccende.

«Cinque punti per Corvonero! E di cosa si nutrono?»

La mano di Harper svettò di nuovo in alto, ma la tirò giù appena il professore gli scoccò un'occhiataccia.

«Vediamo... ah, ecco! Signor Black, ben arrivato. Sa cosa mangiano gli asticelli?» chiese.

«Onischi» rispose inaspettatamente.

«Bene.» rispose il professore cupo, come se fosse turbato dalla risposta.

«Niente punti?» chiese Sirus contrariato.

«È arrivato tardi, ringrazi che non glieli tolga.» rispose asciutto. «Comunque la risposta è incompleta. Mangiano anche uova di fata...» disse continuando la lezione.

Harper perse la concentrazione appena il suo sguardo si posò su Sirius, che non faceva altro che parlare e ridacchiare con una ragazza di Grifondoro. Ripensò al primo giorno e si sentì una stupida ad aver riso delle sue battute. Chissà se anche lei era sembrata sciocca come quella ragazza. Scosse la testa e cercò di non pensarci. Violet notò che l'amica si era rabbuiata. Osservò Sirius e andò su tutte le furie «Si può sapere che problema ha?» chiese a Remus sottovoce.

Lui guardò l'amico e sospirò.

«Fa così ogni volta che c'è lei!» continuò lei adirata, fissandolo con uno sguardo di fuoco.

Remus, che cercava di ascoltare il professor Kettleburn, sbuffò «Sai perché fa così. È Sirius. Non esattamente la persona più matura del mondo. Ora lasciami sentire la lezione.»

Lei gli fece il broncio «Va bene. Secchione!»

La lezione finì e Violet avrebbe anche lasciato correre, se Sirius non avesse ricominciato a fare lo stupido non appena Harper gli passò davanti. Lo afferrò per un braccio e disse, rivolta alla ragazza «Scusami tanto, carina, scommetto che state affrontando dei discorsi davvero profondi, quindi te lo rubo solo per un minuto.» e così dicendo lo trascino via.

«Si può sapere che problema hai?» disse furiosa.

Lui era confuso «Che problema hai tu...»

«Tu sei il mio problema. Ti comporti come un idiota quando c'è Harper. Smettila!»

«È stata lei a mandarti?» chiese lui.

«Certo che no! Sono venuta di mia spontanea volontà, perché sono stufa di vedere queste scenette patetiche.»

«Io non sto facendo proprio...» tentò lui. Ma lei continuò «Sei così impegnato a fare l'idiota per mostrare quanto sei forte che non ti accorgi nemmeno di quello che ti sta davanti.»

«Di che parli?»

Sarebbe andata dritta all'inferno per quello che stava per dire, ma qualcuno doveva farlo «Lei e Adam si sono lasciati!»

Lui si fece serio «Cosa? Quando?»

«Il giorno dopo il rientro dalle vacanze.»

«Scherzi?» chiese lui sgomento.

«No! Ed è imbarazzante che tu non te ne sia accorto.»

«E perché si sono lasciati?» chiese lui avido.

Lei lo guardò esasperata «Stai scherzando, vero? Smettila con questo comportamento infantile e va' a parlarle, idiota!» ordinò rabbiosa. E raggiunse gli altri.

Lui rimase lì, immobile.

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Per fortuna che c'è Violet.

Fatemi sapere se vi piacerebbe avere una playlist delle canzoni che ho ascoltato scrivendo questa storia. A venerdì. Ciaooo! :)

Missing moment  °°[Sirius Black]°°Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora