13. Bentornato!

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Sirius Black tornò ad Hogwarts poco prima di Natale. Harper aveva saputo che era migliorato molto negli ultimi tempi, ma non aveva idea di quando sarebbe tornato. Nessuno ce l'aveva. Il giovane Black voleva fare loro una sorpresa, per questo tornò senza dir nulla.

Gli piacevano le entrate ad effetto, così fece in modo di entrare nella Sala Grande quando era colma di studenti: all'ora di cena. Aprì le pesanti porte d'ingresso e avanzò raggiante. Centinaia di teste si voltarono nella sua direzione, tra cui, ovviamente, i suoi amici.

«Sirius!» urlò James «Ragazzi guardate! Sirius è tornato!» e tutti e tre corsero ad abbracciarlo.

Cominciarono a sollevarlo e a fargli le feste, come se non lo vedessero da mesi. Peter gli rimase avvinghiato ad un fianco per tutto il tempo, Remus lo riempiva di domande e James non faceva che studiarlo, palpandolo in volto.

«Sto bene, Ramoso!» rise lui.

«Perché non ci hai detto che ti avrebbero dimesso? Saremmo venuti a prenderti.» chiese Remus.

«Perché le entrate ad effetto sono la sua specialità. Ecco perché.» rispose James, guardandolo divertito.

«Come mi sei mancato! Non è la stessa cosa senza di te» piagnucolò Peter.

«Modestamente, ragazzi, il re è tornato!» disse, facendo un inchino. I suoi amici cominciarono a dargli pacche affettuose. Erano così felici.

D'un tratto Sirius si fece serio e cominciò a scrutare la Sala Grande con attenzione. Remus lo notò e disse sottovoce «Non è qui.»

«Chi?» rispose lui, preso in contropiede.

Remus gli lanciò un'occhiata esasperata «Lei.»

Sirius sembrava un po' deluso.

«Sono giorni che non si vede. Sta studiando come una pazza, dice di avere molti compiti da recuperare. Ha anche sequestrato Violet per farsi aiutare. Credo sia in biblioteca.» disse. Gli diede tutte le informazioni necessarie, consapevole che lui non le avrebbe chieste mai.

Sirius sorrise. Poi guardò i suoi amici e disse «Sapete, sono un po' stanco. Credo che andrò a riposare. Ci vediamo in Sala Comune più tardi.»

«Se vuoi ti accompagno.» propose Peter.

James gli diede una gomitata «Credo proprio che voglia andare da solo.» sorrise. Peter, che non capiva di cosa stessero parlando, si limitò a prendere per buone le parole di James.

«Buon riposo!» gli urlarono dietro, mentre si allontanava.

Avanzò con passo incerto fino alla biblioteca. Era terribilmente agitato, chissà come sarebbe stato rivederla dopo tutto quel tempo. Era ferito dal fatto che lei non fosse andata a trovarlo, ma aveva bisogno di vederla, per capire se la sua assenza volesse dire che non le importava. Doveva sapere se ciò che aveva sentito tra loro negli ultimi tempi fosse solo nella sua testa. Le prove non erano a suo vantaggio: lei non era andata a trovarlo e si era riavvicinata ad Adam. Forse era stupido sperare. Stava per fare marcia indietro, quando la porta della biblioteca si aprì.

«Ehi!» disse lui.

«Sei tornato, finalmente! Era ora...» sorrise Violet raggiante. «Lei è dentro.» aggiunse.

«Oh. Io veramente stavo andando...» provò lui, ma la ragazza gli lanciò un'occhiataccia «Io vado a cena. Tu va a salutarla!» ordinò.

Il ragazzo fece un profondo respiro ed entrò. Non riusciva a vedere dove fosse: non c'era nessuno e la luce era poca. D'un tratto vide un lume in lontananza e una testa color cioccolato che si muoveva tra gli scaffali in cerca dell'ennesimo libro. Avanzò cauto fino ad un certo punto, poi si fermò, incapace di continuare.

Lei si voltò e vide una sagoma ferma a diversi passi da lei. In un primo momento ebbe paura, ma poi lo riconobbe, vide quegli occhi grigi che le trafiggevano il cuore ogni volta che si posavano su di lei.

«Sirius...» disse in un sussurro, avvicinandosi. «C...cosa ci fai qui?» il cuore le batteva fortissimo nel petto, sembrava volesse uscire fuori.

Lui la guardò, sembrava nervoso «Sono tornato!» sorrise.

Lei non capiva, lui stava male... nessuno le aveva detto che sarebbe tornato. Stava tremando.

«M...ma p...perché? Stai bene?» balbettò confusa.

«Sono guarito. Sto bene ora.» la guardò intensamente, vide quegli occhi blu e qual viso angelico e preoccupato, avrebbe voluto solo baciarla e dirle che ora era tutto ok, ma non lo fece.

"Sta bene!" pensò Harper. Non era morto. Era guarito ed ora era davanti a lei, e la fissava come solo lui sapeva fare: facendole mancare il respiro. Era vivo. Era lì con lei. La gioia invase il suo cuore, non pensò nemmeno per un istante a ciò che stava facendo, il suo corpo si mosse senza avvertire la sua testa, attratto da quel giovane come una calamita. Gettò le braccia intorno al collo di lui e posò le labbra sulle sue. Lui restò immobile per un istante, incapace di capire cosa stesse accadendo. Poi le prese il volto tra le mani, e cominciò a baciarla a sua volta, avido, bramoso di quel contatto che attendeva da mesi. Fu questione di pochi attimi. Poi lei si irrigidì e si allontanò con violenza da lui. Sul volto il terrore di ciò che aveva fatto. Gli occhi colmi di lacrime.

«Oh, Merlino!» disse in un sussurro, e cominciò a raccogliere la sua roba, tremante.

«Harper...» tentò lui.

«Non dire nulla. Ti prego.» disse, asciugandosi una lacrima.

Corse via, ma prima di uscire riuscì a dire, con un sorriso «Bentornato!»

Lui restò lì, incredulo.

 Lo aveva baciato. E adesso?


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Finalmente! Non vedevo l'ora di condividere questo capitolo con voi. "E adesso?" con questa domanda vi lascio. Ci vediamo venerdì con "Ritorno ad Hogwarts"

Grazie a tutti coloro che leggono e apprezzano la storia! 

Ciaooo!

Missing moment  °°[Sirius Black]°°Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora