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La mente di Adrien non lavorava più.
Il suo corpo non lavorava più.
Il ragazzo non aveva più sentito niente da quando era entrato in coma, nessuna sensazione, nessuno stimolo, niente.

Ma di sicuro quel pomeriggio era successo qualcosa di strano.

Prima la sensazione di essere sospeso nel vuoto. Tutto era bianco e si accorse che anche se non vedeva niente era steso sulla schiena.
Poi sentì che una mano forse conosciuta si univa alla sua.
Dapprima sentì calore, come se tutte le sue forze, per quante ne avesse oramai, si fossero concentrate nella sua mano sinistra.
Poi sentì la sua voce. Era Gabriel, suo padre. Ma quindi gli importava di lui..

Adrien voleva fargli capire che stava bene, che era contento. Voleva far capire a suo padre che l'avrebbe perdonato per tutte le volte che l'aveva trascurato.

Si concentrò e si sforzò come non aveva mai fatto in vita sua. La sua mente e la sua mano sinistra erano collegate, poteva sentirne il collegamento. Sapeva ce l'avrebbe fatta. Voleva raggiungere il suo scopo.
Lentamente sentì di nuovo le dita e riuscì a stringerle attorno alla mano di suo padre.
Il cuore cominciò a battere forte. Forse per lo sforzo?
Adrien non lo sapeva, sapeva solo che la mano di Gabriel non c'era più. Se n'era andato. L'aveva abbandonato di nuovo.

Si lasciò andare, sentì le forze abbandonare il suo corpo e perse la consapevolezza di qualsiasi cosa.

Ciò che non doveva accadere Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora