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Era sera. Marinette era tornata a casa stanchissima dopo aver combattuto contro un nuovo akumizzato.
"Sei sicura di voler uscire stasera?" le chiese Tikki, con un sospiro.
"Certo Tikki. L'ho promesso a Chat. Sai che ci rimarrebbe molto male se non mi presentassi."
"E va bene!"

***

Chat non era ancora arrivato. Ladybug si sedette sul solito tetto. Ma Chat non si faceva vedere, così cominciò a preoccuparsi e senza accorgersene, aveva cominciato a camminare avanti e indietro agitata.

Era persa nei suoi pensieri quando un braccio le cinse in fretta la vita. Provò a urlare ma una mano le tappò la bocca. Si stava divincolando, quando sentì una voce dolce e conosciuta. Quindi si fermò. Era Chat.
"Ma sei matto?!" lo rimproverò appena lui le tolse la mano guantata dalla bocca.
"M'lady, mi dispiace...." si scusó lui, era sincero ma la sua voce era agitata.
"Cosa c'è Chat Noir? Mi sembri strano stasera. E poi...cos'è questo comportamento?"
"Mi dispiace molto Ladybug. Ma io...io ci stavo pensando oggi."
"A cosa stavi pensando?"
"A te m'lady..." disse Chat dopo una pausa. La stava fissando e i suoi occhi verdi e luminosi la puntavano. Ne era incantata.
Ladybug abbassò lo sguardo. Probabilmente Chat Noir se ne era accorto.
"Oh m'lady mi dispiace! Lo so che tu non provi lo stesso per me...e me ne sono fatto una ragione ormai. Mi dispiace di averti rovinato la serata" disse questo abbassando gli occhi e le orecchie, in un'aria di sconforto totale.
"No Chat! Io non volevo offenderti! Io non volevo!" dice tutto d'un fiato lei.
Il ragazzo stava per aggiungere qualcosa ma un rumore davanti a loro lo fermò.
"Salve ragazzi!" disse una voce allegra "oh no! Ho disturbato qualcosa?..." aggiunse dispiaciuta Volpina.
Solo ora i due si accorsero della posizione in cui si trovavano. Chat Noir la teneva stretta a se con un braccio e i loro visi si erano leggermente avvicinati con la confusione del momento.
"No niente di che" sussurrò Ladybug scostandosi senza trovare il coraggio di guardare il compagno. Lui sorrise alla nuova arrivata, anche se sotto a quel sorriso si celava uno sguardo cupo e deluso.

Ciò che non doveva accadere Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora