Capitolo III: Lenta conquista
Un quarto d’ora dopo, puntualmente, Aileen si presentò in sala riunioni, dov’erano già presenti tutti i componenti del team di Hotchner. La maggior parte era seduta attorno al tavolo, ma due erano in piedi, Derek Morgan ed Emily Prentiss. Da questo, Aileen dedusse che sarebbero stati loro due quelli più difficili da conquistare.
“Salve a tutti”, disse in tono cordiale, precedendo Hotchner che indubbiamente stava per presentarla in modo formale, “Mi chiamo Aileen Balderi e sono una strizzacervelli.”
Penelope Garcia eruppe in un risolino, e sia JJ che Rossi sorrisero divertiti. Aileen ricambiò i loro sorrisi e prese posto su una delle sedie libere.
“Non so cosa pensiate di quelli che fanno il mio lavoro”, continuò, “ma credo che, qualsiasi cosa sia, vi sorprenderò. Come dicevo al vostro capo, l’agente Hotchner”, fece un cenno nella sua direzione, ma senza guardarlo, “molti miei colleghi definiscono originali i miei metodi, ma questo lo lascerò a voi giudicarlo”, fece una pausa, durante la quale il suo sguardo divenne sfuocato, come se stesse pensando intensamente, “Io parto avvantaggiata”, dichiarò poi, tornando a puntare quei suoi occhi straordinariamente verdi su ciascuno di loro, “perché ho studiato i vostri fascicoli. La situazione va quindi riequilibrata, perché l’elemento indispensabile ad una buona collaborazione tra noi è la fiducia reciproca. Non si costruisce un rapporto di fiducia in un giorno, o in una settimana: ci vuole tempo, e buona volontà. Quindi non partiremo in quarta con una qualche forma di terapia, di gruppo o individuale, a meno che non siate voi stessi a chiedermelo. Ci prenderemo il tempo necessario a conoscerci ed a guadagnarci la reciproca fiducia. Che ne dite?”
Ci fu un momento di completo silenzio, dal quale Aileen comprese che era riuscita nel suo intento di cogliere in contropiede gli addestratissimi profiler. Evitò di sorridere: non era così arrogante da sentirsi superiore a loro, per questo; in fondo, non stava facendo altro che il proprio lavoro.
Sorprendentemente, fu Reid il primo a parlare:
“Mi sembra una procedura molto corretta, dottoressa Balderi.”
Aileen fece una smorfia:
“Grazie… E gradirei molto se evitassimo le formalità eccessive. Chiamatemi semplicemente per nome, e se voi me ne date permesso, farò altrettanto con voi.”
“Per me va benissimo”, accettò subito Rossi, rivolgendole uno dei suoi affascinanti sorrisi da bel tenebroso che tanto successo avevano con le donne. Venne contraccambiato da uno luminoso come il sole. Beh, rifletté, colpito, dopotutto era proprio quello il significato del suo nome: Aileen era la versione scozzese di Elena, ovvero splendore del sole.
“David o Dave?”, indagò la psicologa.
“Solitamente Dave”, rispose l’agente.
“Io Pen, o Penny”, interloquì Penelope, con un sorriso che rivaleggiava per splendore con quello di Aileen. Aileen annuì per indicare d’aver capito.
“Hotch”, disse semplicemente Hotchner, ottenendo un cenno di conferma.
“Emily, o anche Em”, si aggiunse alla lista Emily. Morgan fece spallucce:
“Derek.”
“Qualcuno mi chiama Jenny”, intervenne JJ, “ma la maggior parte mi chiama JJ.”
“Vada per JJ, allora”, disse Aileen.
Reid era chiaramente perplesso.
“Ahh… di solito tutti mi chiamano Reid”, dichiarò. Aileen assunse nuovamente il suo sorriso rassicurante: quel giovane genio era davvero profondamente timido, come diceva la sua valutazione psicologica. Ma lei sapeva che poteva guarirne: lei stessa ci era riuscita.
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Aileen, o lo splendore del sole
Romance🥇Prima classificata nella lista dedicata nel contest *E il fandom parlò* 2021 di @freakdirectioner Per ordini superiori la squadra di Hotchner viene affiancata da una psicologa che ha l'incarico di alleviare il tremendo stress mentale a cui gli ag...