Capitolo XV: Reazioni

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Capitolo XV: Reazioni

"Come vuoi che ci comportiamo, al lavoro?", Aileen interrogò Hotchner mentre attaccava il suo uovo strapazzato, che lui aveva cotto senza grassi nella padella antiaderente, proprio come piaceva a lei. In che modo avesse saputo che lo preferiva così, non aveva idea, ma dopotutto era un agente dell’FBI...

Hotchner la guardò; era la prima volta che la vedeva senza un filo di trucco e pensò che l’aspetto acqua e sapone la faceva apparire ancor più giovane di quanto già non paresse. L’età anagrafica sembrava non aver proprio alcun significato, per lei.

"Non ho alcuna intenzione di nascondere la nostra storia", rispose poi alla sua domanda, con la quieta, ma ferma determinazione che lo contraddistingueva, "Tecnicamente, non siamo colleghi che lavorano insieme, dato che tu sei una consulente esterna, quindi non stiamo infrangendo nessun regolamento. Inoltre”, aggiunse, con un luccichio divertito negli occhi scuri, “pensi che il resto della squadra non ci leggerebbe come libri aperti?"

"I migliori profiler del Paese?", rise la psicologa, "Scommetto quello che vuoi che si sono accorti da un bel pezzo che eravamo innamorati cotti l’uno dell’altra..."

Come dalla sera prima gli sarebbe ormai accaduto spesso, Hotchner sorrise:

"Sono d’accordo", confermò, "per cui, anche volendo, nasconderci sarebbe del tutto inutile."

Aileen sorbì lentamente un sorso del caffè hawaiano da lei prediletto, il Kona 100%, assaporandone con piacere l’eccellente aroma. Poi all’improvviso posò la tazza ed emise quel che sembrava in tutto e per tutto un grugnito. Hotchner la guardò sorpreso:

“Che c’è?”

“Anche se la Strauss non potrà obiettare alla nostra relazione”, disse Aileen a bassa voce, “la regola deontologica della mia professione mi impone di rinunciare a te come paziente. Un legame di questo genere compromette l’efficacia del trattamento, perché il paziente non vede più l’analista, ma l’amante.”

Hotchner annuì lentamente:

“Questo è certamente vero, in genere. Ma è una regola che non tiene conto di un fatto: anch’io, in quanto criminologo profiler, sono uno psicologo. E sono molto bravo a compartimentalizzare, a separare lavoro e vita personale. Propongo di fare un tentativo: se non funziona, mi rivolgerò ad un altro analista. In fondo, ce ne sono molti che lavorano per l’FBI, assumendo te come consulente esterna la Strauss ha voluto fare una cosa del tutto senza precedenti.”

Aileen non era completamente convinta, ma non poteva negare che l’argomentazione di Hotchner era valida.

“D’accordo”, accettò, “Anch’io sono molto brava a separare professione e vita personale: proviamo.”

Risolto il problema, tornarono alla colazione. Mentre finivano di mangiare, lei osservò Hotchner di sottecchi e concluse che, con l’ombra della barba mattutina, aveva un’aria tremendamente sexy. Sentì le proprie viscere formicolare: non c’era stato tempo di fare nuovamente l’amore, avevano dormito finché la sveglia non aveva suonato, ed ora avevano i minuti contati. Avrebbe dovuto contenere la propria voglia di lui fino a sera.

Si chiese come avrebbe fatto.

Come leggendole nella mente, o più probabilmente facendole involontariamente il profilo, Hotchner emise un sospiro:

"Sarà dura arrivare a stasera..."

Poi fece una smorfia improvvisa.

"Accidenti", imprecò in modo ben poco caratteristico per lui, "ho promesso a Jack di passare tutto il fine settimana con lui, a partire da stasera."

Aileen, o lo splendore del soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora