Capitolo XIX: Genitori in visita

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Capitolo XIX: Genitori in visita

Rossi praticamente obbligò Hotchner a prendersi il resto del pomeriggio libero per accompagnare a casa Aileen e rimanere con lei.

“Dille che si faccia una bella doccia per rilassarsi”, gli raccomandò, parlandogli a quatt’occhi, “e magari falla insieme a lei. Poi portala a letto e falle l’amore: è il sistema più efficace per superare traumi come questo, per entrambi. Poi cenate, e poi fate di nuovo l’amore. Resta con lei, stanotte. E se domani vieni a lavorare con la barba lunga e gli stessi abiti di oggi, capiremo…”, concluse, sogghignando. La sua battuta maliziosa strappò un mezzo sorriso al collega più giovane.

“Farò come dici, Dave”, annuì Hotchner, consapevole che l’altro gli aveva dato ottimi consigli, “Ci vediamo domani.”

Recuperarono la Toyota di Aileen e Hotchner si mise alla guida, permettendo alla psicologa di riposare sul sedile del passeggero; giunti a casa di lei, parcheggiò e l’accompagnò di sopra.

“Una bella doccia ti aiuterà a rilassarti”, le disse, seguendo il suggerimento di Rossi.

“Buona idea”, concordò Aileen, che si sentiva ancora addosso le manacce del rapinatore, “Anzi no, meglio l’idromassaggio con aromaterapia.”

“Giusto”, approvò Hotchner, che non aveva preso in considerazione la grande vasca attrezzata del bagno principale, “Te lo preparo io.”

“Grazie, sei un tesoro”, gli sorrise lei, grata per l’attenzione, “Usa sette gocce di essenza di lavanda e sette di melissa”, lo istruì, prima di sparire oltre la soglia della camera da letto.

Hotchner si recò in bagno ed aprì l’acqua, miscelando la calda e la fredda per ottenere una temperatura tiepida: era estate, ed un bagno troppo caldo era decisamente fuori luogo. Mentre la vasca – progettata per due persone, come indicavano i due schienali contrapposti – cominciava a riempirsi, scelse dalla mensola le boccette con le essenze che gli aveva indicato Aileen e ne fece cadere in acqua la quantità che gli era stata detta. Gli sembravano poche, per una tale massa d’acqua, ma Aileen ne sapeva molto più di lui in tema di aromaterapia, così come di fitoterapia, per cui non si azzardò a cambiare le dosi. In pochi istanti, nella stanza si diffuse il gradevolissimo profumo delle due essenze mescolate.

Aileen entrò ed aspirò con piacere; indossava un leggero accappatoio di microfibra di color violetto e si era arrotolata i capelli in cima alla testa in un nodo fissato con un fermaglio.

“Sette più sette gocce, come da istruzioni”, disse Hotchner, l’ombra di un sorriso sulle labbra. Lei annuì, approvando, e provò la temperatura dell’acqua con la mano.

“Perfetto”, mormorò, azionando il dispositivo per l’idromassaggio; poi fece cadere a terra l’accappatoio. Hotchner l’aveva vista nuda ormai un numero sufficiente di volte per non rimanere più sorpreso, tuttavia continuava ad apprezzare grandemente la visione della sua amabile figura priva di indumenti, e sospettava che l’avrebbe apprezzata vita natural durante.

La vasca non era ancora piena, ciò non di meno Aileen entrò e si sedette, poi chiuse l’acqua; voltandosi, squadrò Hotchner da sotto in su.

“Non avrai intenzione di rimanertene lì impalato, vero?”, lo apostrofò con finta ruvidezza, “Spogliati e vieni a fare il bagno con me…”

Ecco perché non aveva aspettato che la vasca si riempisse, pensò Hotchner.

“Molto volentieri”, disse, sfilandosi la cravatta già allentata. Poco dopo si sedeva di fronte ad Aileen nell’acqua gorgogliante, appoggiandosi contro lo schienale dal proprio lato. Non ricordava neanche più l’ultima volta che aveva fatto un idromassaggio rilassante; e mai in vita sua l’aveva fatto in compagnia di una donna.

Aileen, o lo splendore del soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora