Capitolo Tre 2/2

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  Questa parte è davvero lunga...lo ammetto!

Ma non potevo dividerla, va letta tutta d'un fiato!   

La serata è volata. Dopo il bacio sono corsa via come una bimba impaurita da Sam. Adesso le sto raccontato tutta la situazione, dalla tensione sessuale ai baci.

Forse è merito dell'alcool, non importa. Meglio così, mi sono tolta un bel peso!

«Sapevo che nascondevi qualcosa, ti si leggeva negli occhi!

Spero solo che tu non finisca in lacrime, come già successo».

«Non ci sarà nulla per cui piangere, continuo a non aver alcuna intenzione di cascarci. Te l'ho già detto, lui è troppo bello per qualunque cosa. Io voglio un uomo ed una storia vera. Poi ora non è il momento adatto. Ci sono troppi cambiamenti in vista. Ho bisogno di pensare solo a me stessa».

«Hailey, ti voglio bene, ma lo sai anche tu che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Tu a lui già ci tieni e tanto». La odio in questo momento ma ha ragione. Chi voglio prendere in giro? Sono una che si affeziona subito, dando purtroppo il cuore.

«Secondo te allora che dovrei fare?» finalmente do voce alla mia confusione.

«Vivitela» deve essere impazzita.

«Vivermela, ma sei ammattita? Ti rendi conto che qui è in gioco anche la nostra carriera? Non posso gettare all'aria tutto solo per un uomo».

«Lo so, credimi. Ma ti conosco, so già che non riuscirai a stargli lontana, da quanto ho capito neanche lui ce la farà. Tanto vale che ve la godiate. Alle conseguenze cercheremo di far fronte dopo».

«No. Sam, non ho intenzione di sprecare quest'opportunità!» ora sono arrabbiata. La adoro per le sue parole e la sua comprensione, ma non voglio accettare di buttare tutto. Questione di principio. Basta. Metterò fine a questa situazione ancor prima che se ne crei una.

«Come vuoi. Io ti starò comunque accanto. Poi chi vivrà vedrà!». Ecco, ora va meglio. Con questa frase è ufficialmente chiusa la conversazione su Nick. Finiamo il cappuccino al cioccolato che abbiamo ordinato mentre parlavamo e ci mettiamo in auto dirigendoci verso casa.

«Fortuna che Salvatore per farsi perdonare dell'agguato di venerdì ti ha dato il lunedì mattina libero. Almeno hai un po' di tempo per farti passare i postumi della sbornia e rimetterti in sesto».

La voce di Sam mi riporta alla realtà.

«Giusto, ma così non posso più togliermi la soddisfazione di fargli la ramanzina!». Mi imbroncio pensandoci. Discutere vivacemente con lui mi avrebbe fatto distendere i nervi.

«Che ti frega! Ci pensi che probabilmente domenica o data l'ora lunedì prossimo, sapremo già se dobbiamo preparare le valigie per New York?!». Gli occhi di Sam si perdono nel vuoto, sognanti. Mi lascio trasportare dalla sua emozione. «Già ci vedo fare colazione a Central Park, camminare sulla Fifty avenue come in Sex and the city, uscire per locali e magari rincorrere qualcuno in taxi, dicendo: "Autista segua quel taxi!"». Sta delirando, non riesco a trattenere una risata.

«Credo tu abbia visto troppe serie tv, Sam!».

«Hai ragione! Ma non ci posso far nulla, è il mio lavoro» dice strizzando l'occhio e scoppiando anche lei a ridere. Accosto davanti casa sua. Un saluto veloce e scappo via. Sam abita vicino a me, così pochi minuti e sto già parcheggiando nel garage difronte casa. «Ha fatto troppo tardi o troppo presto, signorina Esposito?».

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