Capitolo Tre 1/2

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Lucas Scott una volta ha detto: "Non voltarti indietro a rimpiangere il passato, perché tanto non esiste più. Non affliggerti per il futuro, perché tanto deve ancora arrivare. Vivi il presente e fa in modo che sia così bello che valga la pena ricordarlo".

Il Napoli calcio sta vincendo due a zero, doppietta di Insigne, era da un po' che il ragazzo non andava in rete. Sono felice per lui ma soprattutto per la squadra. Abbiamo cominciato questo campionato in modo disastroso! Era ora che cominciassimo a vincere.

Mentre guardo mio padre con la fronte corrugata dalla concentrazione, noto che i suoi cappelli sono diventati ormai sale e pepe, il tempo sta davvero volando ma la sua classica tenuta da casa con pantaloncini e canotta, non è mai cambiata! Mentre la partita si sta per concludere mi rendo conto di essere anni luce da qui. Ancora non ho detto ai miei di New York, ancora non ho detto a Sam del messaggio criptato di Salvatore: "È fatta!". E ancora non riesco a comprendere il comportamento di Nick. Quanti pensieri, quanti cambiamenti e quanti interrogativi che ho in mente.

Prince mi guarda con i suoi occhi da cucciolo, ignaro di ciò che mi tormenta, iniziando subito a scodinzolare non appena si sente osservato. Guardare la partita con mio padre come i vecchi tempi è bellissimo. Ma pensarci adesso mi mette tristezza, se andrò via, non avrò più domeniche così. Un magone mi si ferma in gola.

«Massimo, ecco il caffè» arriva mia madre, per fortuna, con le tazzine fumanti in mano. «Per te Sara, il tuo preferito invece, il Baileys». Che strano essere chiamata con il mio vero nome. A lavoro ormai tutti mi chiamano "Hailey James".

«Grazie mamma! Ci voleva, mi sento piena come un uovo! Dovevi fare meno carne».

«Sì così scompari del tutto, ti rendi conto che sei dimagrita ancora?» ci risiamo.

«Mamma me lo dici ogni volta che mi vedi, ma non è vero, sono cinquantadue chili ormai da anni».

«Sarà, ma io ti vedo sempre più magra!». Alzo gli occhi al cielo e mi bagno le labbra con la crema al Baileys.

«Parlando di questioni più importanti, Luca dove sta?».

«Tuo fratello ha deciso di venire subito dopo la partita, sai che a lui non interessa il calcio!».

«Giusto, fin da piccolo non gli è mai piaciuto! Lo seguo più io di lui».

Poco dopo si sentono i tre fischi di fine partita. Abbiamo vinto! Finalmente. Tiro un sospiro di sollievo e festeggio con papà. Ma l'euforia dura poco, mia madre menziona le novità su lavoro a cui avevo accennato per telefono.

Prendo un bel respiro. Sto per affrontare la conversazione più impegnativa della mia vita.

«Allora come è andata con i tuoi?». Sam mi guarda entusiasta dallo sgabello della mia cucina mentre sgranocchia i biscotti al cioccolato.

«Come avevo previsto, è stata durissima!» ripensandoci faccio una strana smorfia, incomprensibile anche per me. «All'inizio sono stati felicissimi, gli ho detto che Salvatore stava pensando di farmi dirigente di una nuova filiale, sono partite le urla di gioia, le congratulazioni, per poco non chiamavano la banda comunale, ma quando mi hanno chiesto dove, è morto tutto l'entusiasmo! Credevano che stessi scherzando». Mi porto anche io un delizioso biscotto alla bocca. «Mi sono rimasti impressi gli occhi di mio padre quando ha realizzato che sarei potuta andare oltreoceano. Non so se fosse la faccia di un uomo distrutto o di un padre orgoglioso. Credo entrambe!».

«Immagino, i tuoi sono sempre stati molto legati a te e a tuo fratello!». Annuisco distratta. Concentrata sulle gocce di cioccolato del biscotto.

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