Capito Cinque 2/2

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Lo aiuto ad entrare facendolo stendere sul divano. Chiudo la porta dietro di noi e corro in bagno a prendere il kit d'emergenza.

Lui non si muove dal divano, un braccio a coprirsi gli occhi e l'altro a toccarsi le costole. Prendo subito il disinfettante e gli pulisco il sangue vicino al labbro. Non dice una parola ed io non chiedo. Gli sposto il braccio dalle costole, aprendogli la camicia. Sul fianco destro c'è un taglio, credo sia abbastanza profondo.

«Nick credo tu abbia bisogno di punti. Ti porto in ospedale». Mi alzo per andare a vestirmi, ma mi trattiene il braccio.

«Non andiamo da nessuna parte. Non fa niente se resterà la cicatrice». Non credo sia il caso di controbattere. Vado al mobile dei liquori e gli verso un bel bicchiere di Jack Daniel's con ghiaccio.

«Bevi questo, ti aiuterà col dolore». Una breve pausa mentre beve «Se vuoi posso metterteli io i punti». Toglie il braccio dagli occhi e mi guarda perplesso. «Non sono ammattita, ho l'attestato di pronto soccorso, mettere i punti è una delle prime cose che ti insegnano».

«Sei piena di sorprese!» mi prende il volto e mi bacia, il sapore del suo sangue è dolce, riaccendendo il desiderio, ma non è il momento per lasciarsi andare ad istinti primitivi.

«Non ho l'anestetico, ti farà male, sicuro di non voler andare in ospedale?» ci provo ancora una volta. Lui butta giù il whiskey.

«Un altro di questo basterà, grazie». Obbedisco riempendogli nuovamente il bicchiere. Vado a lavarmi le mani e a mettermi i guanti chirurgici, preparo ago e filo da sutura ripassando mentalmente quello che mi hanno insegnato. Punto la lampada sul taglio e dopo aver disinfettato a dovere, comincio a ricucire. So di fargli un male cane, non ho neanche lontanamente la delicatezza di un'infermiera, eppure lui non batte ciglio. Neanche un gemito, è completamente assorto nei suoi pensieri. Una volta dato l'ultimo punto taglio il filo, pulisco la ferita e metto tutto a posto. Prendo dall'armadio alcuni vestiti da uomo di mio fratello che lasciò qui durante un week-end.

«Qui ci sono alcuni vestiti di mio fratello, devi cambiarti così controlliamo se hai altre ferite». Non risponde, si alza e lentamente inizia a spogliarsi. Lo aiuto per evitare che si strappino i punti. Man mano che escono le abrasioni, le disinfetto e copro con dei cerotti. Chissà cosa diavolo è successo. Si cambia i pantaloni mentre sopra decide di restare con la camicia aperta, credo che il costato gli faccia male.

«Vuoi che ti preparo qualcosa da magiare?».

«Grazie ma ti ho già dato fin troppo fastidio. Non so perché sono venuto qui. Ma non sapevo dove altro andare. Forse dovrei andare via».

«Tranquillo Nick hai fatto bene, nessun disturbo e in queste condizioni non ti lascio andare da nessuna parte. Poi non ho mangiato neanche io. Due panini, un paio di birre e passa tutto». Gli faccio l'occhiolino e inizio a preparare. Fortuna che in casa mia non mancano mai gli ingredienti per un bel panino.

Insalata, prosciutto, provola e salse fresche. Neanche cinque minuti e torno a sedermi sul divano con lui. Metto un po' di musica a farci compagnia e apro le Heineken.

«Allora dimmi un po', hai incontrato Rocky Balboa in qualche vicolo? Eppure credevo facessi boxe». Ride e quasi si affoga con la birra.

«Rocky Balboa? E poi chi ti ha detto che faccio boxe?».

«Con i muscoli che ti ritrovi non puoi solo andare in palestra. E dato che hai sviluppato molto anche le gambe, sicuramente fai boxe o qualche disciplina di arti marziali».

«Entrambe. Pratico il Muay Thai. L'arte delle otto armi».

«La conosco, come il pugilato ma combatti molto anche con i piedi. È thailandese se non sbaglio».

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