Capitolo Sei

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Marco Masini canta: "Abbiamo solo questa eternità per raccontarci tutti i nostri lividi, ma restiamo in silenzio io e te. Perfetti sconosciuti in sintonia... due linee parallele che si incontrano".

«È incredibile sia già passato un mese dalla nostra ultima cena». L'affermazione di Simone mi fa quantificare il tempo trascorso, portandomi in un luogo remoto della mia mente.

«Un mese dall'inizio di tutto». Le parole mi escono involontariamente. Piene di nostalgia, tristezza e ansia. Lasciando non indifferenti i miei due amici che adesso mi guardano con sospetto. Il pezzetto di torta Oreo che sto mangiando mi si ferma in gola.

«Che c'è?» si guardano tra di loro sbigottiti. Fino a che Sam non trattiene più la lingua.

«Nell'ultimo mese ogni volta che si tocca l'argomento "Nick" diventi vaga come se perdessi contatto con il presente. Si può sapere che diavolo è successo tra voi due?». Mi alzo mettendo i piatti nel lavandino. Non riesco a sostenere i loro sguardi inquisitori.

Ora devo scegliere se raccontargli tutto, il che mi aiuterebbe tantissimo, o nascondere tutto, continuando a combattere i miei demoni da sola. Però anche se decidessi di raccontargli tutto, non sarebbe mai tutto, ci sono cose che non posso dire a voce alta ad altre persone. Ma ho comunque bisogno di parlarne. Doserò le parole. Sfogandomi senza bilanciarmi troppo sui dettagli. «Siamo andati a letto insieme». Bomba sganciata.

Simone quasi si affoga con la birra e Sam lascia cadere il cucchiaino pieno di torta nel piattino che produce un bel suono stonante. Esattamente la reazione che mi aspettavo. Segue un lungo silenzio.

«In verità più di una volta, praticamente per tutta la settimana! Ed è stato grandioso!». Ho firmato la mia condanna a morte. Ma ne vale la pena, è una liberazione dirlo a voce alta.

«Hailey James» dice Simone.

«Sara Esposito» continua Sam.

Le cose si mettono male se iniziano a chiamarmi per intero, entrambi.

«Ragazzi lo so, avete ragione ma è una lunga storia. Ed è stato lui a infilarsi nel mio letto, non io nel suo. Non capiterà mai più!» mi giustifico sedendomi di nuovo al tavolo.

«Peggio per te se non dovesse capitare più!» le parole di Simone mi confondono. «Fossi in te appena arrivata in America mi infilerei nel suo letto. O meglio, lascerei che lui entrasse nuovamente nel mio» aggiunge facendomi l'occhiolino.

«Quindi non siete arrabbiati?».

«Arrabbiati?» si guardano e poi scoppiano a ridere.

«Hailey ci hai portato sulla vetta dell'azienda più importante di Napoli, in questo settore, ci hai procurato un posto d'onore e guidato nella fusione americana, il tutto senza mai chiedere nulla e sopportando svariate difficoltà e ostacoli. Ci fa solo un immenso piacere che tu ti sia fatta il più bel strafigo di tutti i tempi». Mi si riempie il cuore di gioia. Ho davvero degli amici unici. E finalmente potrò condividere questa esperienza con loro. Inoltre tra meno di quarantotto ore sarò su un aereo diretto a New York. Ho bisogno dei loro consigli.

Gli racconto tutta la storia evitando di parlare dei discorsi che abbiamo fatto, la storia del suo nome e la scazzottata dell'ultima notte. Fino ad arrivare al bacio in aeroporto, seguito dal: "Non sono l'uomo per te".

I miei amici restano scioccati, ci ho messo un'oretta buona per raccontare tutto grazie anche alle loro continue interruzioni con frasi del tipo: "Come bacia?", "È bravo a letto?" e altri particolari assurdi, che mi hanno imbarazzata non poco.

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