Capitolo Sette 3/3

209 12 2
                                    


Faccio un respiro lasciando entrare l'aria fresca nei polmoni. Che uomo meraviglioso. Quando mi tamponò notai subito la sua bellezza ma non avrei neanche minimamente immaginato che dietro quella stupenda copertina si nascondesse un carattere tanto dolce, premuroso, simpatico, intelligente e complicato. Ho osservato il modo in cui mi guarda e anche il modo in cui a volte abbassa lo sguardo pensieroso, quasi triste. Oggi l'ho visto felice e soddisfatto quando mi guardava entusiasta per il giro panoramico della città eppure so che c'è qualche demone che lo attanaglia in una specie di morsa dalla quale non riesce a scappare. Vorrei riuscire a superare quella muraglia, andare lì e tirarlo fuori dai suoi problemi. È una persona fantastica, vorrei poter fare di più ma mi ha spiegato bene i limiti. Purtroppo.

Per stasera chissà cosa avrà in mente, ma a giudicare dall'orario in cui mi verrà a prendere suppongo sia una cena. Meglio cominciare a salire, devo anche farmi sentire in Italia, è tutto il giorno che ignoro il cellulare! Ora saranno all'incirca le tredici, i miei staranno per mettersi a tavola.

Salgo in camera e mi sdraio sul soffice materasso. Prendo il telefono e chiamo prima Salvatore per aggiornarlo, anche se c'è poco da dire. Certo non vado a raccontargli della giornata in moto.

Infatti la telefonata è breve e formale.

Subito dopo compongo il numero di casa mia.

«Amore della mamma, come stai, ti ho chiamata stamattina ma non mi hai risposto!».

«Ciao mamma, tutto bene, tranquilla, ero in giro per la città e mi sono fatta trasportare dall'entusiasmo!».

«Ho capito, allora racconta com'è questa città? Come te l'aspettavi?».

«No. Molto meglio. Quasi un paradiso». La mia voce sembra troppo sognante persino a me! Meglio cambiare argomento «Voi state per mangiare?».

«Sì ho fatto la parmigiana di melenzane, è venuto anche tuo fratello». Ottimo, così posso aggiornarlo sulle novità che ho per lui. Farà i salti di gioia.

«Mi passi Luca per piacere» neanche il tempo di rispondermi che sento mia madre che urla il nome di mio fratello per chiamarlo. Certe cose non cambiano mai.

«Ehi sorellina, allora com'è New York?».

«Stupenda ma pensavo che magari potresti dirmelo tu stesso». «In che senso?».

«Oggi ho parlato con un collega che conosce un tale che lavora alla Apple. Per farla breve hai un colloquio martedì». Attendo una risposta ma non lo sento neanche più respirare. «Luca, ci sei?».

«Giura che non è uno scherzo».

«Giuro».

«Non ci posso credere Sara! Non so che dire, sei fantastica!

Quando parto, vado a preparare le valigie?».

«Ti ho già comprato il biglietto. Parti lunedì e torneremo insieme nel fine settimana. C'è solo una pecca».

«Quale?».

«Non ho potuto prenderti una camera al mio albergo perché è carissimo!».

«Non fa niente, posso dormire anche sotto un ponte. Oh mio Dio, ho un colloquio alla Apple!». Sento mia madre urlare di gioia mentre ormai mio fratello ha smesso di ascoltarmi.

«Okay, tranquillo. Ci vediamo lunedì, più tardi ti invio anche l'email col biglietto. Salutami tutti! Vi voglio bene!».

«Non sai quanto te ne voglio io in questo momento. Buona giornata!». Che dolce. Sapevo che gli avrebbe fatto piacere! Nick è stato davvero un angelo a procurargli quest'occasione, speriamo vada tutto per il meglio. Avere qualcuno della mia famiglia qui mi aiuterebbe senz'altro a sentirmi più a casa.

Tornerò Per TeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora