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P.o.v. Piton

Va fermato, quegli occhi intrisi di dolore e sangue non porteranno mai niente di buono, ogni volta che ricompariranno io dovrò farglieli chiudere, dovrà dimenticare, e per questo io lo faró dimenticare, faró tutto ciò che posso ,anche se alle sue spalle,senza il suo permesso e per quanto sembri immorale e sbagliato non posso fare nient'altro, a volte bisogna saper mentire a una persona per tenerla al sicuro , é per questo che non dovrai odiarmi Harry, io l'ho fatto per proteggerti, non avevo altra scelta... Come potevo perdere anche te?

Mi dispiace, mi dispiace ma non ho scelta <Obliviate>...

P.o.v. Harry

Sento un dolce profumo, profumo di casa...chissà cos é?comincio a camminare senza metà,ma seguendo quel familiare odore.
É tutto bianco qua in torno...Chissà dove sono.
Sembra tutto così uguale.
Mi sento leggero, quasi una nuvola, senza pesi, senza ancore, é come volare.
Ma sono a terra, cammino, che strano...
L'odore si fa più forte e vedo una macchiolina in lontananza che fa capolino dalla linea dell'orizzonte.
Corro, corro verso quel puntino misterioso.
L'odore si fa sempre più pungente.
Ed ecco la meta.
Con la sua folta chioma e i rami possenti il platano picchiatore é l'unico punto di riferimento che ho in questa landa desolata.
La mia attenzione viene attratta da una scia di minuscole macchie rosse che portano proprio dall'altra parte dell'albero.
Le seguo, proprio come al secondo anno io e Ron seguimmo i ragni... La storia non ha avuto un bel finale, e allora perché sto seguendo questa scia di colore?
Troppo tardi per i ripensamenti.
Alzo gli occhi sulla figura posta a poco più di mezzo metro da me.
É un uomo,anzi no un ragazzo, é di spalle, ha una camicia bianca sgualcita,i pantaloni graffiati ,i capelli arruffati,e una sciarpa di Grifondoro mezza scucita che gli pende da una spalla.
É chino su qualcosa.
Il rosso si fa più intenso,tutto é rosso,ogni cosa ,tutto intorno a lui si sporca.
Non voglio ,voglio che la smetta con questo irritante colore,cerco di afferrarlo per la sudicia spalla.
Si gira verso di me, mi guarda negli occhi, mi guardo negli occhi, come in uno specchio.
Sono io... Quello... Sono io.
É la mia copia con la leggera differenza nelle iridi, le mie verdi speranza, le sue rosso sangue.
Sposta poi lo sguardo e ritorna a fare quello in cui era impegnato.
Come se non mi avesse visto.
Anche io mi incuriosisco e porto lo sguardo tentando di riconoscere la cosa su cui sta seduto e in cui sembra affondare la faccia come se fosse non ci fosse un domani.
I miei occhi si irrigidiscono a quell'orrore, mi porto le mani alla bocca per non vomitare.
Quella cosa, é un corpo, quel corpo é il mio,ne sono certo, anche se il volto é solo vagamente riconoscibile e il resto e un ammasso di budella e interiora spappolare... Che lui ...che io... Sto mangiando.
Come é possibile?
Come?
No no non può essere...

<NO !>URLO ,urlo, e urlo... Mi guardo intorno. Ma dove sono? Dove sono finiti gli altri me ?Che sta succedendo? Non capisco più niente, non c'é nulla che abbia senso?
Comincio a piangere, le lacrime mi offuscano tutta la vista, sento il sudore colare dalla mia fronte, e il mal di testa martellante non vuole darmi tregua.
All'improvviso sento una mano poggiarsi con delicatezza sulla mia e un altra cominciare a massaggiarmi lentamente la schiena.
Un po'mi tranquillizzò, ma il mio corpo non smette lo stesso di tremare.
Alzo gli occhi verso il viso del uomo che mi sta aiutando.
Mi soffermo a osservare quel suo naso adunco, forse un po' troppo.
<ehm ehm Harry che stai facendo?>chiede lui con un sopracciglio alzato.
Cazzo non mi sono accorto di essermi imbambolato ad osservarlo così a lungo.
<Scusi mi ero solo distratto>
<Scuse accette ,e adesso Harry non é che ti andrebbe di parlare di quello che ti sta succedendo?>mi domanda lui con voce calma, tranquillizzandomi ancora un po'.
<Sai perché ti trovi qui?>aggiunge poi con voce più roca, che trovo quasi seducente.
<N..no>rispondo deglutendo, mentre inizio a sudare sotto lo sguardo sensuale dell'uomo.
<Bé presumo che ti debba una spiegazione ,vieni,seguimi di là in sala >
Decido di fare come mi dice, seppur ancora in pigiama, e con i capelli arruffati probabilmente in uno stato pietoso.
Sistemo gli occhiali sul naso e mi alzo dal letto, raggiungendo l'uomo nel salotto, dove mi aspetta seduto su una poltroncina.
Mi siedo nella poltrona che gli sta davanti, lui dopo aver mandato giù quello che sembra whisky incendiario inizia a parlare...





Phobia || SnarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora