23.

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Harry non sapeva da quanto tempo si trovava nel parcheggio, sapeva solo che aveva freddo e che, oramai, era notte fonda.

Non voleva tornare a casa di Louis, non aveva la minima intenzione di farlo...

Avrebbe dormito in macchina e il mattino dopo sarebbe andato da sua madre e si sarebbe anche abbassato a pregarla in ginocchio, pur di ottenere un aiuto da lei.

Il suono del cellulare lo riscosse dai suoi pensieri, lo prese e rispose senza neppure guardare chi lo stesse chiamando.

" Pronto " disse con voce tremolante.

" Dove sei? "

" Non ti importa saperlo, Louis, ti importa solo che non sia a casa tua. Comunque sto bene, non preoccuparti, me la cavo alla grande "

" Harry, torna a casa, per favore, non fare il cretino, non hai un soldo in tasca..."

" Non temere, domani vado da mia madre e provo a chiederle ospitalità. Se me la concede, bene, se no troverò il modo di fare qualche soldo. Sono ancora abbastanza bello, posso mettermi sulla strada e vedere se qualcuno paga per fare sesso con me.
Del resto è l'unico lavoro che mi resta e forse l'unico che mi si adatta...."

" Harry, per favore, non dire stupidaggini. Vieni a casa...io....scusami per come mi sono comportato, ma....cerca di capirmi....non sono più abituato ad averti intorno e a ricevere gesti di affetto. Mettiti nei miei panni, come posso fidarmi di te? Come posso farlo?"

" Non puoi...non devi fidarti di me....per questo è meglio che vada via. Tu e Clarisse starete meglio, molto meglio...."

" Ascolta, ascoltami " disse Louis accalorato " vieni a casa, ne parliamo con calma, senza urlare. Per favore, non farmi preoccupare..."

Harry, però, non rispose, chiuse la comunicazione e gettò il telefono sul sedile del passeggero.

Questo prese subito a suonare e lo fece per diverse volte, ma lui non rispose nemmeno una volta, senza sapere neanche il perché.

Rivoleva la sua vita, rivoleva il suo bel lavoro, rivoleva essere felice, ma il suo desiderio faceva a pugni con la realtà.

Per lunghi minuti non seppe cosa fare o dove andare, poi, però, mise in moto la macchina e uscì dal parcheggio.

Raggiunse la sua destinazione in pochi minuti, posteggiò l'auto, scese e si avviò verso la porta, che sapeva sarebbe stata aperta.

Louis lo aspettava sul divano e, quando lo vide, sorrise sollevato.

Harry si sedette accanto a lui, lo guardò un istante, poi gli appoggiò la testa sulle ginocchia e sospirò.

Louis non esitò nemmeno un istante a passargli una mano fra i capelli e ad accarezzargli la cute.

Nonostante tutto...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora