Capitolo 3

19 2 0
                                    


La forte luce del sole che le premeva sulle palpebre, la costrinse ad aprire gli occhi controvoglia. Le ci volle un po' per abituarsi alla chiarore intorno a lei, poiché il bianco delle pareti non faceva altro che aumentare la luminosità della stanza. Sbatté più volte le palpebre, sbadigliando sonoramente, per poi liberarsi dalle coperte e mettersi a sedere sul letto. Sulla sedia, posta ancora di fronte alla finestra, vide appoggiata una camicetta azzurro chiaro e dei pantaloncini bianchi. Ringraziò mentalmente il dottor Peterson per aver dato ai suoi abiti un tocco di colore. Indossò in fretta i vestiti e, per quello che poteva, osservò il suo abbigliamento. La monotonia del bianco era stata finalmente spezzata dall'azzurro chiaro della camicetta. Era meglio di niente. Come ogni mattina, la porta della sua stanza si aprì, e la giovane infermiera che le era stata affidata entrò con il vassoio della colazione.

-Buongiorno Bianca-le disse la giovane. Era abbastanza alta, dal fisico un po' robusto ma nella norma. I suoi capelli erano del colore del miele, lisci e setosi, ed erano legati in una coda di cavallo alta e ordinata. Nel viso ovale e abbronzato, risaltavano gli occhi verde chiaro brillanti e vivaci, il nasò leggermente all'insù e le sottili labbra incurvate in un sorriso.

-Buongiorno Katie-rispose Bianca gentilmente. L'infermiera le si avvicinò porgendole un vassoio grigio scuro con sopra una tazza di te verde, una bustina di zucchero e un cornetto alla marmellata. Bianca sorrise grata, pregustando già il sapore del te.

-Oggi il dottor Peterson arriverà in anticipo. Dice di avere una sorpresa per te-le rivelò Katie mentre si accingeva ad uscire dalla stanza. Bianca aggrottò la fronte stranita. La sua curiosità fu però sopraffatta dalla fame, e senza attendere un secondo di più addentò con avidità il suo cornetto alla marmellata, sospirando di piacere al tanto amato sapore di pesca. La colazione era una delle poche cose, se non l'unica, che rendevano quel posto sopportabile. Aveva la possibilità di uscire da quelle quattro mura sono una volta a settimana. Si sentiva in trappola, in quella straziante monotonia. "Altri sei mesi qui, e divento pazza", pensò amaramente mentre finiva il suo cornetto. Si preoccupò poi di aprire la bustina di zucchero accanto alla tazza, e di versarlo cautamente nel te. Poi usò il cucchiaino per amalgamare il tutto. Bianca era solita considerare la colazione il più bello dei pasti. Per questo motivo, preferiva prestare attenzione a ogni cosa che mangiava. Non aveva gusti particolari, ma, ad esempio, voleva che il te non fosse né troppo dolce né troppo amaro. Oppure che il suo cornetto non fosse né troppo caldo, né troppo freddo o croccante. Aveva questa abitudine sin da bambina, e nonostante sua madre lo considerasse strano, faceva parte di lei. Il pensiero di sua madre con lo sguardo furente e le mani sui fianchi la fece improvvisamente rattristare. Non ebbe tuttavia tempo di rimuginarci sopra, poiché la porta si aprì leggermente, e il dottor Peterson entrò nella stanza con il consueto camicie e la cartellina. Quel giorno, sembrava essere più allegro del solito. Lo si vedeva dalla luminosità del suo sorriso, e dal modo in cui si guardava freneticamente intorno.

-Buongiorno Bianca-la salutò lui cordialmente.

-Buongiorno dottore-disse la ragazza abbozzando un sorriso- mi avevano avvisata che sarebbe arrivato in anticipo, ma non immaginavo così presto-. L'uomo lanciò una fugace occhiata al vassoio mezzo vuoto della colazione, e alla tazza di te che Bianca teneva in mano.

-Lo so, avrei dovuto avvisarti meglio. Vedo che stai ancora mangiando, se vuoi un po' di privacy, tornò tra dieci minuti-le disse gentilmente. Bianca arricciò il naso a quelle parole, e una leggera rabbia le montò dentro. Privacy? Viveva ventiquattr'ore su ventiquattro con una telecamera nella stanza, non aveva la privacy necessaria nemmeno per dormire, e le veniva a parlare di privacy?

-Non si preoccupi, non sono abituata alla privacy-disse con tono più duro di quanto volesse. Si schiarì la gola, sforzandosi di mantenere la calma, e posò la tazzina nel vassoio- comunque, il te si è raffreddato. Credo di aver finito-disse sforzando un sorriso.

The Mirror of DarknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora