Capitolo 6

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Quando l'orologio segnò le cinque, Bianca era sola in casa. Sua madre era stata chiamata d'urgenza al lavoro e suo fratello, come era solito fare, si trovava fuori con degli amici. Aveva provato a chiamare Ethan, ma a quando pare anche lui era impegnato. Per cui, si ritrovò di nuovo sola immersa nel silenzio. Da quando, la sera precedente, era venuta a sapere che suo padre voleva conoscerla, lei e Cole non si erano più rivolti la parola. Quel comportamento così schivo da parte del fratello poteva significare due cose: o era particolarmente arrabbiato con il padre e non voleva riversare la sua collera su di lei o, ipotesi molto più probabile, si stava impegnando ad evitarla perché nascondeva qualcosa. Tuttavia Bianca non aveva avuto molto tempo per rimuginare sulla faccenda, per decidere quale fosse il motivo di tale segretezza. Infatti dopo essere entrata in quello specchio il giorno prima, non aveva fatto altro che pensare a quanto fosse strano quel luogo e a quanto, stranamente, fosse curiosa di scoprire cosa si celasse dentro la misteriosa foresta. A dire il vero pensava di tornarci. Un idea che le era parsa piuttosto folle all'inizio, ma che più tardi era diventata quasi elettrizzante. La curiosità di spingersi oltre era tale da farle dimenticare la paura provata quella sera. Perfino l'inquietante arco e il ponte traballante sembravano adesso le porte di un'emozionante avventura. Se lei poteva passare attraverso lo specchio, pensava, forse sarebbero potuti passare anche alcuni oggetti insieme a lei. Una torcia, per esempio, in caso fosse rimasta lì dentro fino a tarda sera. Sua madre non sarebbe tornata prima delle otto, e suo fratello probabilmente anche più tardi, quindi aveva tutto il tempo per entrare nella foresta e uscire prima che facesse buio. Nonostante la sua fosse una decisione piuttosto avventata, ora sapeva a cosa andava incontro e il tutto le appariva molto meno terrificante. Così, mezz'ora più tardi, Bianca si trovava in camera sua pronta a partire. Aveva indosso dei pantaloni militari, una maglietta a maniche corte dallo scollo a v, degli scarponi neri adatti a camminare nella melma e una giacca pesante per proteggersi dal freddo pungente della notte. Quando si avvicinò allo specchio, stranamente non avvertì più quella sensazione di inquietudine che la accompagnava quando si rifletteva. Cercò di non curarsene e allungò un dito verso lo specchio, ma rimase delusa quando la sua pelle entrò in contatto con la superficie liscia a fredda del vetro.

-Be? Cosa ti prende adesso?-chiese esasperata incrociando le braccia. Dopo svariati tentativi, tutti palesemente falliti, la ragazza si arrese e si buttò a capofitto sul letto indispettita. I suoi occhi vagarono per la stanza annoiati, e si posarono sul cassetto aperto del suo comodino dal quale era ben visibile la busta bianca della lettera di suo padre. Aggrottò la fronte in un'espressione infastidita, e desiderò con tutta se stessa di non dover vedere quella lettera. Nemmeno un secondo più tardi, il cassetto si richiuse all'improvviso con un rumore sordo, quasi fosse stato spinto da una forza invisibile. Dopo un attimo di confusione, Bianca si riprese. Non provò nemmeno a chiedersi come fosse possibile una cosa del genere: dopo tutto quello che aveva visto dentro lo specchio niente riusciva più a sorprenderla. Sentì l'improvviso bisogno di parlare con Ethan, e afferrò il cellulare componendo il suo numero in fretta e furia. Dopo pochi squilli, il ragazzo rispose.

-Ehi-disse Bianca allegra.

-Ciao-rispose lui- tutto bene?-.

-Si...alla grande-affermò cercando di nascondere l'angoscia nella sua voce- sei ancora impegnato?-.

-Dovrei liberarmi tra un'oretta, più o meno, perché?-.

-Se non hai altro da fare, ti va di raggiungermi a casa? Mi sento un po' sola-disse arricciandosi una ciocca di capelli intorno al dito.

-Va bene, non c'è problema-rispose semplicemente- tra un'oretta passo da te-aggiunse poi. Bianca sorrise, e le venne in mente di raccontargli della strana telefonata di suo padre e del fatto che avesse deciso di conoscerla. Ma un attimo prima che potesse accennarvi, un forte e rimbombante colpo attirò la sua attenzione. Il suo sguardo corse allo specchio: delle onde concentriche increspavano la superficie riflettente, e poco dopo un altro colpo fece tremare l'intero oggetto.

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