Capitolo 2

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Non potevo crederci, era passata la settimana più noiosa di tutta la mia vita. Non avevo fatto altro che passare dalla mia stanza, alla cucina, al soggiorno. Se non fossi uscita sarei sicuramente diventata pazza. Era quasi ora di cena, Christopher era sotto la doccia, era appena tornato dal lavoro, era un notaio o una cosa del genere, di sicuro non lavorava per 12 ore sotto al sole e portava un misero stipendio a casa, anzi. Non avrei dovuto lamentarmi, avevo un uomo ricco, una casa bellissima, non c'era bisogno che io lavorassi. Ma perchè non mi andava bene così?

Quella casa era grande e vuota, non avevo nessuno con cui parlare, con cui uscire, Christopher era sempre a lavoro e non gli era mai passato per la testa di portarmi a fare un giro per New York. Cavolo, ero in una città bellissima da una settimana ed io ho passato tutto il tempo chiusa in casa, ero la sua fidanzata o una prigioniera?

Scesi le scale ed entrai in cucina per preparare la cena, sentì dei passi dietro di me, ma non mi girai, sapevo chi fosse, si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla guancia, «Che profumo, lo sapevo che avrei fatto un bell'affare con te.» Ovvio per lui ero solo "un bell'affare". Mi bloccai e mi girai trovandomelo a pochi centimetri dal viso, da qui potevo notare tutte le sfumature dei suoi occhi grigi, sospirai e mi decisi a parlare «Voglio cercare un lavoro» lui sgranò gli occhi «Cosa?» «Hai capito, voglio lavorare» lui sorrise «Tesoro, ma non c'è bisogno che tu lavori, non ti manca niente.» sospirai, invece si, mi manca la libertà «Lo so che non mi manca niente, che non mi fai mancare niente. Ma ho bisogno di trovare qualcosa da fare, sto tutto il giorno chiusa in casa, da sola, e poi se ho bisogno di qualcosa non voglio chiederlo a te, sei gentilissimo con me, ma ho bisogno di un po' d'autonomia.» lui mi guardò per qualche secondo e poi rispose «Va bene, hai ragione. In effetti non avevo pensato al fatto che potessi sentirti sola e che potessi annoiarti qui. Se vuoi lavorare, lavorerai.» mi illuminai e mi buttai su di lui «Grazie, grazie, grazie. Ora dovrei solo trovare un lavoro» «Oh, no. Non penso ce ne sia bisogno. Un mio amico ha una caffetteria qui vicino, se ti va bene fare la cameriera, potrei chiamarlo e tu potresti cominciare già domani, che ne dici?» Sorrisi, ero felicissima «Dici davvero? Si, è fantastico, chiamalo» non riuscivo a smettere di sorridere, ricominciai a cucinare, non potevo crederci, avrei avuto la mia libertà, forse era quella che mi mancava, forse avrei potuto essere felice.

Entrai in salotto, ma non trovai Christopher, dov'era finito? Come facevo ad andare al lavoro? Mi avvicinai al tavolo e vidi che c'era un biglietto con vicino un pacchetto "Ho pensato che ora che hai un lavoro avrai bisogno anche di un mezzo per arrivarci, apri il pacchetto." Lo aprì e trovai dentro delle chiavi di una macchina, oddio non potevo crederci, corsi fuori e vidi parcheggiata una bellissima Yaris bianca. Mi aveva regalato una macchina, presi la borsa e mi misi in macchina, dove trovai un biglietto sul navigatore "Qui c'è l'indirizzo della caffetteria, così non farai fatica ad arrivare, spero che la macchina ti sia piaciuta, l'ho vista ed ho pensato subito a te" Sorrisi, era stupenda e lui era pazzo, però ero felicissima.

Entrai nella piccola caffetteria e vidi un ragazzo dietro il bancone, doveva avere poco più della mia età, appena mi vide mi sorrise «Buongiorno, cosa desidera?» ricambiai il sorriso «Buongiorno, mi chiamo Keira, oggi dovrei....» non mi fece finire e mi venne incontro «Ho capito, tranquilla, oggi inizi a lavorare qua, sarà molto divertente, qui sono tutti gentili e simpatici, sei la quasi moglie di Christopher, giusto? Cavolo se sei giovane e cavolo se sei bella, attirerai molti uomini con questi capelli biondi e questi occhioni verdi.» Mi fece l'occhiolino. Ma quanto parlava? Almeno non mi sarei annoiata, era simpatico. «Vieni ti mostro un po' in giro, ah, io mi chiamo Adrien, ho 28 anni ed io qui servo per attirare le donne.» Risi, si, era simpatico. Mi fece vedere tutta la caffetteria e mi spiegò che dovevo andare in giro per i tavoli, non sembrava male il posto, mi presentò Amelie, una signora sui 60 anni che stava in cucina, aveva quel sorriso materno che ti faceva sentire a tuo agio. Adrien mi spiegò che avrei inziato il lavoro il giorno successivo alle 9:00 e avrei finito alle 16:00 ed inoltre potevo scegliere un giorno di riposo, non potevo chiedere di meglio, restai un altro po' a prendere confidenza sia con lui che con il posto. Tornai a casa contenta di avrer trovato il mio piccolo ruolo lì. Erano le 13:00, decisi, quindi, di farmi un panino e di andare a farmi un bagno. Quando tornai in camera controllai il telefono e trovai una chiamata persa ed un messaggio, rimasi qualche minuto ad osservare quel nome sullo schermo Una chiamata persa-Adam, mi ripresi per un attimo e lessi il messaggio di Victoria "Adam è stato qui. E' tornato, stai attenta."

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Allora. Ciao a tutte/i. Non mi sono ancora presentata, io mi chiamo Jessica ed ho 16 anni.

Questa è la prima storia che scrivo, spero che vi piaccia e che non sia noiosa, essendo la prima volta, è molto importante per me, se c'è qualcosa che dovrei cambiare o che dovrei migliorare ditelo pure, ne sarei felicissima.

Un bacione, Jess. :)

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