Capitolo 12

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Abbracciai Victoria e lei mi stritolò promettendomi che sarebbe tornata presto per togliermi dall'ansia pre-matrimonio.

La guardai mentre spariva tra la folla pronta a prendere il volo per ritornare a casa. Christopher mi aveva accompagnata all'aeroporto, dicendo di voler passare più  tempo con me visto che il matrimonio era vicinissimo ed ultimamente mi aveva trascurata a causa del lavoro. In realtà non avevo sentito molto la sua mancanza e mi sentivo terribilmente in colpa. Beh, ovvio, c'era Ian a farti compagnia.

Cavolo. Keira toglietelo dalla testa.

Da quella sera non abbiamo parlato molto, ho sempre cercato di non trovarmi mai da sola con lui, non per un motivo in particolare, ma avevo paura. Di cosa avessi paura non lo so, ma non volevo trovarmi ad affrontare qualsiasi tipo di argomento con lui. Per questo quando c'era Ian con me c'era anche Victoria. Ma ora che era tornata a casa non so come avrei potuto cavarmela.

«Allora, come stai ultimamente?» eravamo in macchina, stavamo tornando a casa nostra.

«Bene.» sorrisi.

«Mi dispiace tanto non esserci, sono sommerso dal lavoro e non ho neanche un po' di tempo da passare con te.» sospirò.

«Insomma, stai organizzando il matrimonio da sola, deve essere difficilissimo. Meno male che c'è Ian, ti trovi bene con lui?»

Abbassai lo sguardo «Non preoccuparti Christopher. Ormai è quasi tutto pronto, e si.. Mi trovo bene con Ian, è.. In gamba.»

«Già. Da quando sua madre è morta ci siamo allontanati molto e mi sento in colpa per questo, a volte lo tratto come se non fosse mio figlio. Ma in realtà non è così, è la mia famiglia.» Ricordai la nostra conversione avuta tempo fa.

«Dovresti dirglielo o dimostrarglielo in qualche modo»

«Per me è difficile, è come se mi odiasse.»

«Non ti odia, perchè dovrebbe? Sei suo padre e non hai fatto niente che possa portarlo ad odiarti.» lui sospirò.

«Voglio che lui sia felice, è un ragazzo fantastico e ha sofferto troppo.» gli misi una mano sul braccio. «Tutti un giorno saranno felici.» gli feci un sorriso e lui mi guardò dubbioso.

«Anche tu?» lo guardai con gli occhi spalancati.

«Cosa vuoi dire? Io sono felice. Perchè non dovrei? Ho tutto quello di cui una donna possa aver bisogno.» scosse la testa e fece un mezzo sorriso.

«Senti, voglio farmi perdonare per quast'ultimo periodo. Stasera ti porto a cena fuori.» alzai la testa di scatto, eravamo arrivati e lui mi fece quella proposta.

«Oh, certo.» sorrisi.

«Alle 7 e mezza devi essere pronta. Vestiti in modo elegante.» mi fece un sorriso e scese dalla macchina.

Erano le 7 ed ero appena uscita dal bagno. Cominciai a truccarmi, con un filo di eyeliner sugli occhi e del mascara. Sulle labbra un rossetto rosso, così da risaltare i miei occhi verdi ed i miei capelli biondi. Aprì l'armadio per cercare qualche abito elegante da poter mettere. Avevo così tanti vestiti ma ero così in dubbio.

Presi un vestitino nero stretto sopra e con uno scollo a cuore e che scendeva morbido sotto. Lo indossai e mi guardai allo specchio, poteva andare bene. Presi un paio di scarpe con il tacco rosse ed uscì dalla stanza, 19:34. Vabbè dai non era neanche tanto.

Mentre stavo raggiungendo le scale Ian uscì dalla sua stanza, era in tuta con una maglietta che faceva risaltare il suo corpo. Dio, riprenditi.

«Ehi.» dissi.

Ricomincio da meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora