Capitolo 6

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«Potremmo chiamare una di quelle lì, che organizzano matrimoni.» «Cioè una Wedding Planner?» ridacchiai. Eravamo seduti in macchina, cercando di capire cosa dovevamo fare, in teoria lui avrebbe dovuto aiutarmi, in pratica eravamo lì da mezz'ora perchè non avevamo idea di cosa fare. «Sisi, quella, almeno lei saprebbe cosa fare.» «Considerando che non possiamo fare altrimenti si, dovrei cercare su internet.» Cosa dovevo aspettarmi infondo? E' comunque un uomo. «Faccio io, tranquilla.» prese il cellulare nello stesso istante in cui suonò il mio. Il nome di Vic appariva sul mio cellulare, risposi subito: «Vicky.» Quanto mi mancava. «Ah, ma allora sei viva» «Mi dispiace così tanto Vic, sto diventando pazza qui e mi manchi tantissimo.» «Mi manchi tantissimo anche tu sciocca.» Oh, Vic, non immagini neanche tutto quello che sta succedendo qui, guardai Ian con la coda dell'occhio, era impegnato a cercare qualcuno per organizzare il matrimonio. Victoria ricominciò a parlare «Comunque, ho una sorpresa» Sorpresa? «Quale sorpresa?» lei sospirò. «Due settimane a New York, parto domani.» restai sconvolta, ed urlai «Che cosa?» Ian si girò di scatto spaventanto ed io gli feci un sorriso come per scusarmi, «Hai capito bene, vengo a trovarti.» rise. «Oddio, non posso crederci Vic, sarai qui. Domani sarai qui. Sono felicissima.» «Anche io, così potrò aiutarti nella scelta dell'abito da sposa, ed ovviamente sceglieremo anche quello della testimone, cioè il mio.» Non le avevo chiesto se volesse farmi da testimone, lo avevo dato per scontato e a quanto pare anche lei, risi. Continuò a parlare «Key ora stacco, devo finire la valigia, ci sentiamo domani.» La salutai e chiusi la telefonata molto più felice di prima.

Eravamo fuori dall'auto, fuori una piazzola ad aspettare l'oranizzatrice, ci eravamo dati appuntamento qua e proprio ora una macchina si fermò vicino a noi. «Tu devi essere Keira, giusto? Io sono Lucy.» Era una donna di 40 circa, bassa, magra, con dei capelli biondi e gli occhi scurissimi. «Tu, invece, sei lo sposo?» spalancai gli occhi e per poco non mi strozzai con la mia saliva, ero ancora in queste condizioni quando lui rispose, «Io sono Ian, il testimone, piacere.» fece uno di quei sorrisi mozzafiato, abbassai lo sguardo, era davvero bello, si, ma cosa mi prendeva? Lucy ridacchiò, «Oh, scusatemi.» io le feci un sorriso per tranquillizzarla e ci dirigemmo verso un bar, per poter parlare del matrimonio.

«Allora, potrei mostrarti le varie location dopodichè sceglierai quella che preferisci, vorrei sapere una cosa, vuoi sposarti in chiesa?» «Se è possibile si, preferirei la chiesa.» lei mi guardò per un istante, «Ok, allora, io ti consiglio la cattedrale di Saint John the Divine» mi mostrò le foto, era davvero bella. «Mi piace.» esclamai «Per quanto riguarda la location invece..» Ian la interruppe «Per lei andrebbe bene se la location fosse l'Empire State Building?» io e Lucy lo guardammo sconvolte «Beh, in.. in realtà dovremmo verificare la disponibilità, e poi vi verrebbe a costare una cifra altissima.» io restavo in silenzio e continuavo ad osservare Ian con aria scettica. «Non si preoccupi dei soldi, pensi solo a prenotare.» «Oh, si.. Certo» balbettò un po', dopo qualche secondo si riprese e si rivolse a me «Bene, ora devo proprio scappare, ci sentiamo domani per decidere i fiori, i colori, gli anelli e il resto.» se ne andò e ci lasciò lì, da soli. Mi girai verso di lui «L'Empire State Building? Ma sei pazzo?» lui sorrise e se ne andò. Mi alzai di scatto e lo seguì verso l'auto. «Ehi, rispondimi.» mi aprì lo sportello della macchina «Entra, dai.» entrai in macchina e lui fece lo stesso, rimasi in silenzio per tutto il viaggio. Quando arrivammo a casa lui aprì la porta ed io ero dietro di lui, stava per salire le scale ma lo chiamai «Ian.» si girò e finalmente si decise a parlare «Prendilo come un regalo da parte mia, una cosa in più per rendere il tuo matrimonio un sogno.» finì di parlare e si girò di nuovo mentre io sussurrai a me stessa «Ovvio, usiamo i soldi per compensare con quello che manca al cuore.» lui si girò di scatto e si riavvicinò a me «Cos'hai detto?» scossi la testa, «Niente, stavo pensando ad alta voce.» Lui mi guardò negli occhi e avvicinò il suo viso al mio, mi mise una mano dietro la testa, tra i capelli, mentre io posai la mia sul suo petto e strinsi la sua maglietta, mi guardava con uno sguardo intenso continuando ad avvicinare le sue labbra alle mie, mentre io lo osservavo con uno sguardo spaventato, sapevo che se mi avrebbe baciata non mi sarei fermata. Sfiorò le mie labbra nello stesso momento in cui il mio cellulare iniziò a squillare, si spostò di scatto, come se si fosse appena risvegliato ed andò via, lasciandomi lì, sentendo ancora il suo respiro sulle mie labbra.

Ricomincio da meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora