Il cuore mi batteva così forte, era tornato, non potevo crederci. Ma cosa voleva da me? Mi aveva chiaramente detto che non mi amava, i miei pensieri furono interrotti dal telefono, Adam. Eccolo lì, cosa dovevo fare rispondere o non rispondere? E cosa gli avrei detto? La chiamata terminò ma dopo alcuni secondi ricominciò a squillare, presi il telefono e risposi «Cosa vuoi?» sentivo il suo respiro, ma non voleva decidersi a parlare «Va bene, ho capito, riattacco.»
«No, Kei» sospirò, la sua voce. Da quanto tempo era che non sentivo la sua voce? Sembrava distrutto, cosa gli era successo? No, Keira, cavolo. Non farti prendere in giro, non pensare che sia cambiato o che tenga a te. «Allora dimmi cosa vuoi, ho da fare.» di nuovo silenzio, fino a quando sussurrò «Sono a New York.» sgranai gli occhi, cosa ci faceva lui a New York? Cosa voleva da me? «E allora? Vuoi un posto dove stare? Mi dispiace ma hai scelto la persona sbagliata a cui chiederlo.» «Non mi serve un posto dove stare, Keira sono venuto a New York per te.» feci una risata amara, ora le avevo sentite davvero tutte. «Adam, anche se fosse vero non voglio avere più a che fare con te, mi hai fatto soffrire così tanto ed ora vieni qui e cosa pretendi? Che io faccia finta di niente e ritorni come prima? Ti sbagli, non sono più la piccola, dolce e ingenua Keira, non mi prenderai in giro un'altra volta, forse se avessi fatto tutto questo un po' di tempo fa ci sarei anche ricascata, ma ora no, ora sto iniziando una nuova vita e tu non ne fai parte.» lo sentì sospirare «E chi ne farebbe parte? Quel vecchio con cui presto ti sposerai? Stai facendo un grosso sbaglio, lui non ti renderà felice, non sarai mai felice, Keira io ti amo.» «Forse sto sbagliando ma sono fatti miei, hai ragione, non sarò felice, ma tutto questo è colpa tua, lo sai vero? Sai che mi hai distrutto e che mi sono ridotta così solo per colpa tua?» «Lo so Kei, sono stato un coglione. Ti ho detto un sacco di cazzate, ho avuto la mia crisi ma ti amo, giuro che ti amo, amo la tua bocca, amo i tuoi occhi verdi con quelle sfumature blu, amo i tuoi capelli dove ogni volta affondavo le mie mani, amo il tuo sorriso, le tue fossette, dio quelle fossette. Amo tutto di te Keira, lo capisci? Perchè vuoi continuare a farci del male? Se mi ami anche tu, ritorna, ti prego.» mi supplicò. Wow, che dichiarazione, a questo punto dovrei sentire qualcosa muoversi dentro di me, avrei dovuto avere un sorriso a 32 denti, e invece? Sorrisi, «Adam, ho appena capito una cosa. Mi manchi.» Mi presi una pausa e lo sentì sorridere. «Dopo tutto quel tempo passato insieme, sentire che non sei più vicino a me mi ha fatto provare una strana sensazione, mi ero abituata alla tua presenza. Quindi direi che non mi manchi tu, piuttosto mi manca quella routine. Mi hai detto un sacco di cose che un po' di tempo fa mi avrebbero fatto sciogliere, invece ora, non ho sentito proprio niente, ed ho capito io non sono innamorata di te, io l'ho superato. Adam, io ti ho superato.» Era nata questa nuova consapevolezza in me, mi sentivo meno vuota, avevo finalmente capito che non non mi mancava lui, ma mi mancava il ricordo di lui, sorrisi ancora, mi sentivo libera. «Addio Adam.» staccai la telefonata, mi sentivo diversa, mi sentivo bene.
Uscì dalla mia stanza, sentivo l'acqua scorrere in bagno, possibile che Chistopher fosse già tornato? Controllai l'orologio, erano le 17:30 di solito non tornava mai prima delle 19. Non ci pensai più di tanto, andai in cucina a controllare in frigo cosa avrei potuto cucinare per la cena. Non c'era molto, forse avrei dovuto dire a Christopher di fare la spesa, o forse avrei potuto farla io. Ritornai in camera nello stesso istante in cui lui stava uscendo dal bagno e gli andai incontro, cominciai a scusarmi nello stesso istante in cui alzai la testa «Scusami Christ... E tu chi diavolo sei?» Rimasi ferma a fissare quel ragazzo, mezzo nudo, d'avanti a me con la bocca aperta. Lui rise «Io chi sono? Io ci abito qui. Piuttosto, tu chi sei?» Lui abitava qui? Ma che..? Christopher aveva bevuto il siero della giovinezza? «Io sono Keira, la futura moglie di Christopher, che vuol dire che tu abiti qui?» lui prima mi guardò un po' sconvolto poi scoppio a ridere, io lo guardai male, ma era pazzo? «Aspetta, fammi capire, tu dovresti essere la mia matrigna? Ma quanti anni hai? Sei una bambina. Mio padre aveva detto che eri giovane, ma non immaginavo così tanto.» Occristo, che cosa? Lui era il figlio di Christopher? Non potevo crederci, non poteva avere di più se non un paio d'anni in più di me, e mi aveva chiamata bambina? «Non sono una bambina. Ho 24 anni, non penso che tu ne abbia così tanti in più di me.» lui fece un mezzo sorriso «Calma gattina. Non intendevo in quel senso, sei una bambina per mio padre, io ho 27 anni, potresti essere sua figlia.» ora che ci facevo caso aveva anche lui gli occhi grigi, simili a quelli del padre, solo più intensi. Era un bel ragazzo, come il padre era un bell'uomo d'altronde, ed ora che mi stavo riprendendo notavo che era a petto nudo davanti a me. «Forse dovresti andare a vestirti, io stavo uscendo, devo andare a comprare alcune cose.» Sorrisi, ma il mio viso era in fiamme. Lui mi guardava con uno sguardo serio, mi stava squadrando, ed io arrossivo sempre di più, alzo lo sguardo ai miei occhi e mi sorrise, andando in camera sua. Io arrivai nella mia stanza, avevo il corpo che andava a fuoco e mi resi conto solo ora che avevo trattenuto il respiro fino a quel momento. Era il figlio del mio quasi marito, non poteva guardarmi in quel modo, cavolo. Corsi in bagno e mi lavai il viso, guardai il mio riflesso allo specchio cos'altro doveva capitare oggi? Uscì dal bagno, presi le chiavi e scesi in salotto dove trovai Christopher e suo figlio, del quale non sapevo il nome, seduti sul divano, appena il primo mi vide mi venne incontro e mi diede un bacio sulle labbra, lo trovai più fastidioso del solito, ma sentire lo sguardo di quel ragazzo su di noi mi faceva bruciare «Tesoro, vedo che hai già conosciuto mio figlio, mi dispiace che non ci sia stata la possibilità di conoscervi prima, lui era partito e mi sono completamente dimenticato di dirti che tornava oggi.» sorrisi «Non preoccuparti, l'ho già conosciuto oggi pomeriggio, anche se non so come si chiama.» lui rise «Mi chiamo Ian, mi ero dimenticato di dirlo, scusami» risero tutti e due, mentre io feci un sorriso, poi Chistopher si rivolse a me e mi chiese «Stai uscendo?» «Si, esco un attimo a comprare alcune cose e torno subito per preparare la cena.» feci un sorriso e mi diressi verso la porta. Entrai in macchina e mi poggiai al sedile. Christopher aveva un figlio, Ian, di 27 anni, era bello, con un fisico da paura e due occhi che ti catturavano. La sua voce era calda, sexy e non vorrei essere volgare, ma faceva provare molte strane sensazioni. Ed io ero una stupida perchè era il figlio del mio quasi marito, e non potevo pensare certe cose.
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Allora, ciao gente ahah.
Che malsana idea mi è venuta in mente? Non lo so. Ma l'ho pensata, quindi sbam, eccola. Se vi piace fatemelo sapere. Se non vi piace fatemelo sapere. Se non l'avete letta non me lo fate sapere anche perchè vi viene un po' difficile farlo.
Un bacio a tutti quelli che leggono e boh, spero davvero che vi piaccia, Jess. :)
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Ricomincio da me
RomanceKeira, rimasta delusa dalla sua ultima relazione con Adam decide di non avere più delusioni, promette a se stessa di non innamorarsi, di cambiare vita e quindi di sposare Christopher, un uomo molto più vecchio di lei. Una relazione senza sentimenti...