Capitolo 8

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Cavolo! Non riuscivo a dormire, ero al buio nel letto, ma niente, non dormivo. Presi il telefono e controllai l'ora. 3:37. Bene, notte insonne. Accesi la luce e mi alzai.

Andai prima in bagno e poi in cucina, non riuscivo a dormire, almeno avrei mangiato qualcosa.

Scendendo le scale vidi la luce della cucina accesa, almeno non ero la sola che non riusciva a chiudere occhio. Sceso l'ultimo gradino mi diressi verso la luce e quando arrivai alla porta mi fermai a guardare la schiena nuda di Ian, era seduto su uno sgabello e poggiato all'isola,che si trovava al centro della stanza, con una tazza in mano e lo sguardo perso nel vuoto. Decisi di entrare e appena feci qualche passo lui si girò di scatto verso di me, come se lo avessi appena risvegliato, «Scusami, ti ho disturbato.» restai ferma nel punto in cui ero con lo sguardo basso. «Non mi hai disturbato per niente, vieni.» mi invitò a sedermi con lui, io sorrisi e andai a prendere una tazza versandomi del caffè, dopodiché andai a sedermi difronte a lui, restai con lo sguardo basso per tutto il tempo, mi vergognavo da morire. «Non riesci a dormire neanche tu?» lo guardai un secondo e poi risposi «No, troppi pensieri, il matrimonio mi sta mettendo ansia.» «Come mai? Di solito le spose non vedono l'ora di organizzare il proprio matrimonio.» sospirai «Già.» lui mi guardò e poi riprese a parlare «Ma tu ami mio padre?» alzai la testa di scatto e lo guardai non sapendo cosa rispondere «Ma che domande fai? Sono molto affezionata a tuo padre, si.» lui scosse la testa e sorrise «Come mai hai deciso di sposarlo? Potrebbe essere tuo padre, tuo zio.. Tuo suocero.» Abbassai la testa imbarazzata per l'ultima cosa, ma un piccolo sorriso mi scappò «Beh..» mi rigirai la tazza tra le mani «Sii sincera.» sospirai «Dopo essere stata tradita dal mio ex Adam.. Io sono entrata in uno stato di apatia, non mi importava di nulla, siamo stati insieme per un sacco di anni, hai presente quando sei così innamorato da voler passare il resto della tua vita con quella persona?» mi fermai un attimo quasi aspettando una risposta che lui mi diede facendo di no con la testa, allora io continuai «Beh, lui era il centro della mia vita, credevo che lo fosse, volevo sposarlo e vivere felici, ma lui era un bastardo. Quando ci siamo lasciati stavo malissimo e non mi importava nulla di me stessa, incontrai tuo padre e non lo so cos'è successo di preciso, ma mi chiese di sposarlo ed io accettai. Con il tempo ho capito che l'amore che provavo per Adam era solo una convinzione, non mi mancava lui, ma ero così abituata alla sua presenza che quando se ne andò sembrava che mi avessero tolto tutto. All'inizio era per ripicca nei suoi confronti, un riscatto, forse per dimenticarlo, ma ora che ho capito tutto questo, forse..» lasciai la tazza che avevo in mano «Forse?» chiese lui alzando un sopracciglio «Niente» feci una risatina «Forse niente.» lui mi guardò e poi disse «Neanche mio padre, comunque.» lo guardai dubbiosa «Anche lui è affezionato a te.» annuì consapevole. «Tu invece?» chiesi, lui sorrise «Io cosa?» «Ti ho raccontato parte della mia vita, raccontami un po' di te.» «La mia vita non è niente di che. Quando ero piccolo la mia vita era perfetta, avevo tutto quello che volevo, una madre e un padre che adoravo, finché all'età di 12 anni mia madre morì. Dopo quello la mia vita peggiorò, non mi importava niente di nessuno, mio padre era completamente cambiato con me, quasi mi odiasse, quasi non mi volesse. Io ero diventato uno stronzo, con tutti, ragazze, amici. La mia adolescenza passò così, finché non finì la scuola e andai all'università, lì continuai ad essere stronzo con tutti, come ora, ma ero più adulto e avevo anche la ragione. E niente, ora sono qui a vagabondare come un idiota perchè ho lasciato l'università e non ho una laurea, mio padre è ancora freddo con me, anche se quando ci sei tu non lo da a vedere, mi reputa un fallito non è una cattiva persona, anzi. Ma credo solo che di me non gli importi molto.» fece un sorriso amaro «Con me non sei stronzo.» affermai, «In teoria tra un po' sarai mia madre.» «Non sono tua madre.» «Beh, considerando che sei più piccola di me, mi sembra un po' improbabile.» rise. «Vabbè, cambiamo argomento va.» risi anche io.

«Di cosa vuoi parlare? Il tempo? Dicono che in questi giorni ci sarà sole, anche se non farà caldissimo.» lo guardai e sorrisi «Mi piace il tuo nome, Ian.» lui fece un sorriso e mi mostrò la sua fossetta, «A me piacciono i tuoi occhi, hanno delle sfumature bellissime.» arrossì subito vedendo che si stava avvicinando guardandomi negli occhi, «E mi piace quando arrossisci.» si mise a ridere e si allontanò da me. «Antipatico, ti prendi gioco di te.» lui continuò a ridere «Shh, altrimenti svegli tutti.» «Sarebbe anche ora.» «Perchè? Che ore sono?» lui guardò dietro di me dove si trovava un piccolo orologio «Le 7.» spalancai gli occhi «Cosa? Cavolo, è tardi. Io devo andare, ciao Ian e grazie per la compagnia, ci vediamo oggi pomeriggio.» salì di corsa le scale e mi buttai in bagno, dovevo prepararmi, oggi avrei dovuto andare a lavorare e poi sarei andata a scegliere l'abito. Dio, ho sempre sognato questo momento, eppure non ero felice, perchè? Perchè? Stupida Keira, poggiai la fronte sulle piastrelle del bagno e restai lì ad autocommiserarmi finché non mi diedi una calmata, poi iniziai a prepararmi, sia fisicamente che mentalmente per quella lunga giornata.

Scusate, scusate, scusate. Mi dispiace tantissimo, sono un'idiota lo so, non riesco ad aggiornare mai senza far passare un sacco di tempo, spero che mi perdoniate anche per i capitolo qua sopra perchè fa schifo, lo so. Perdonatemi.

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